Il decreto 28 dicembre 2012 TEE “Certificati Bianchi”

2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

DECRETO 28 dicembre 2012.

Determinazione degli obiettivi quantitativi nazionali di risparmio energetico che devono essere perseguiti dalle im- prese di distribuzione dell’energia elettrica e il gas per gli anni dal 2013 al 2016 e per il potenziamento del meccanismo dei certificati bianchi.

IL MINISTRO
DELLO SVILUPPO ECONOMICO

DI CONCERTO CON

IL MINISTRO DELL’AMBIENTE
E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Visto il decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79 (di seguito: decreto legislativo n. 79/1999) ed in particolare l’art. 9 il quale dispone, fra l’altro, che le imprese distri- butrici di energia elettrica sono tenute ad adottare misure di incremento dell’efficienza negli usi finali dell’energia, secondo obiettivi quantitativi determinati con decreto del Ministro dell’industria, di concerto con il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare;

Visto il decreto legislativo 23 maggio 2000, n.164 (di seguito: decreto legislativo n. 164/2000) ed in particolare l’art. 16 il quale dispone, fra l’altro, che le imprese di- stributrici di gas naturale sono tenute ad adottare misure di incremento dell’efficienza negli usi finali dell’energia, secondo obiettivi quantitativi determinati con decreto del Ministro dell’industria, di concerto con il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare;

Visti i decreti del Ministro dell’industria, del commer- cio e dell’artigianato, di concerto con il Ministro dell’am- biente e della tutela del territorio e del mare, del 24 aprile 2001 recanti rispettivamente, in attuazione delle sopra citate normative primarie, «individuazione degli obietti- vi quantitativi per l’incremento dell’efficienza energetica negli usi finali ai sensi dell’art. 9, comma 1, del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79» e «Individuazione de- gli obiettivi quantitativi nazionali di risparmio energetico e sviluppo delle fonti rinnovabili di cui all’art. 16, com- ma 4, del decreto legislativo 23 maggio 2000, n. 164»;

Visti i decreti del Ministro delle attività produttive, di concerto con il Ministro dell’ambiente e della tutela del ter- ritorio e del mare, del 20 luglio 2004 che, in revisione dei predetti decreti interministeriali 24 aprile 2001, recano ri- spettivamente «nuova individuazione degli obiettivi quan- titativi per l’incremento dell’efficienza energetica negli usi finali ai sensi dell’art. 9, comma 1, del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79» (di seguito: il decreto ministeriale 20 luglio 2004 «elettrico»), e «nuova individuazione degli obiettivi quantitativi nazionali di risparmio energetico e sviluppo delle fonti rinnovabili di cui all’art. 16, comma 4, del decreto legislativo 23 maggio 2000, n. 164» (di segui- to: decreto ministeriale 20 luglio 2004 «gas»);

Visto il decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, re- cante conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle regioni ed agli enti locali, in attuazione del capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59;

Visto il decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, del 22 dicembre 2006 recante appro- vazione del programma di misure e interventi su utenze energetiche pubbliche;

Visto il decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, del 21 dicembre 2007, recante mo- difica dei citati decreti ministeriali 20 luglio 2004 «elet- trico» e «gas»; in particolare, l’art. 2, comma 5, dispone che, con decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, d’intesa con la Conferenza unifica- ta, sono determinati, per gli anni successivi al 2012, gli obiettivi quantitativi nazionali di cui all’art. 9, comma 1, del decreto legislativo n. 79/1999 e all’art. 16, comma 4, del decreto legislativo n. 164/2000;

Visto il decreto legislativo 30 maggio 2008, n. 115 (di seguito: decreto legislativo n. 115/2008) di attuazione della direttiva 2006/32/CE relativa all’efficienza degli usi finali dell’energia e i servizi energetici e abrogazione della diret- tiva 93/76/CEE e successive modificazioni ed integrazioni;

Visto il decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28 (di se- guito: decreto legislativo n. 28/2011) di attuazione della direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell’uso dell’ener- gia da fonti rinnovabili, e, in particolare, il capo III rela- tivo ai regimi di sostegno per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili e per l’efficienza energetica che dispone l’introduzione di una nuova misura di incen- tivazione degli interventi di piccole dimensioni, mediante contributi diretti al soggetto che realizza l’intervento a valere sulle tariffe del gas naturale (di seguito: conto ter- mico), ed una revisione del sistema di incentivi basato sui certificati bianchi, da destinare agli interventi di maggiori dimensioni. Nel quadro del potenziamento e della razio- nalizzazione del sistema dei certificati bianchi, l’art. 29 prevede che, con i provvedimenti di aggiornamento pe- riodico degli obiettivi nazionali (art. 7 del decreto legisla- tivo n. 115/2008):

a) si stabiliscano le modalità con cui gli obblighi in capo alle imprese di distribuzione si raccordano agli obiettivi nazionali di efficienza energetica;

b) è disposto il passaggio al GSE dell’attività di ge- stione del meccanismo di certificazione relativo ai certi- ficati bianchi;

c) sono approvate almeno quindici nuove schede standardizzate, predisposte dall’ENEA;

d) è raccordato il periodo di diritto ai certificati con la vita utile dell’intervento;

e) sono individuate modalità per ridurre tempi e adempimenti per l’ottenimento dei certificati;

f) sono stabiliti i criteri per la determinazione del con- tributo tariffario per i costi sostenuti dai soggetti obbligati.

L’art. 29 prevede altresì che i risparmi realizzati nel sistema dei trasporti siano equiparati a risparmi di gas na- turale, che i risparmi di energia realizzati attraverso inter- venti di efficientamento delle reti elettriche e del gas na- zionale concorrano al raggiungimento degli obblighi, pur non dando diritto al rilascio di certificati bianchi e, infine, che gli impianti cogenerativi entrati in esercizio dopo il

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1° aprile 1999 e prima della data di entrata in vigore del decreto legislativo n. 20/2007 abbiano diritto, nel rispetto di determinate condizioni, ad un incentivo pari al 30% di quello definito ai sensi dell’art. 30 della legge 23 luglio 2009, n. 99, per un periodo di cinque anni, sempre a vale- re sul sistema dei certificati bianchi;

Visto il decreto del Ministro dello sviluppo economico 5 settembre 2011 che definisce i criteri e il valore degli incen- tivi da erogare agli impianti di cogenerazione ad alto rendi- mento mediante rilascio di certificati bianchi; e in particolare:

l’art. 9, comma 1, stabilisce che i certificati bianchi riconosciuti ai fini dell’incentivo sono di tipo II e posso- no essere utilizzati per l’assolvimento della propria quota d’obbligo da parte dei soggetti obbligati o venduti con contratti bilaterali oppure ritirati dal GSE previa corre- sponsione del valore dei certificati, così come definito dal prezzo di rimborso stabilito annualmente dall’Autorità per l’energia e il gas;

l’art. 9, comma 4, stabilisce che i certificati bianchi acquistati dal GSE non possono essere oggetto di succes- sive contrattazioni con soggetti obbligati e che, nell’am- bito dell’aggiornamento degli obiettivi quantitativi nazio- nali previsti dal decreto ministeriale 21 dicembre 2007, sono definite le modalità con cui i risparmi di energia pri- maria connessi ai certificati bianchi ritirati dal GSE sono contabilizzati ai fini degli obiettivi quantitativi nazionali di risparmio energetico;

Vista la deliberazione dell’Autorità per l’energia e il gas EEN 9/11 del 27 ottobre 2011 di aggiornamento, mediante sostituzione, dell’allegato A alla deliberazione dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas 18 settembre 2003, n. 103/03 e successive modifiche ed integrazioni, in materia di linee guida per la preparazione, esecuzione e valutazione dei progetti di cui all’art. 5, comma 1, dei decreti ministeriali 20 luglio 2004 e successive modifica- zioni ed integrazioni e per la definizione dei criteri e delle modalità per il rilascio dei titoli di efficienza energetica;

Visto il Piano d’azione sulle fonti rinnovabili, trasmes- so dal Ministero dello sviluppo economico alla Commis- sione europea nel mese di luglio 2010, redatto di concerto con il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare in attuazione dell’art. 4 della direttiva 2009/28/ CE e della decisione 30 giugno 2009, n. 2009/548/CE;

Visto il secondo Piano nazionale d’azione sull’effi- cienza energetica – PAEE 2011, trasmesso dal Ministero dello sviluppo economico alla Commissione europea nel mese di luglio 2011, redatto di concerto con il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, ai sensi dell’art. 5, comma 2, del decreto legislativo 30 mag- gio 2008, n. 115;

Visto il decreto del Ministro dello sviluppo economi- co 15 marzo 2012, adottato di concerto con il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, d’in- tesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano (c.d. Burden Sharing), e in particolare l’art. 4;

Vista la direttiva 2012/27/UE del 25 ottobre 2012 sull’efficienza energetica, da recepire nell’ordinamento nazionale entro il 5 giugno 2014;

Considerato che il PAEE 2011 ha evidenziato che lo stato di avanzamento complessivo dei risparmi sugli usi finali è positivo, avendo raggiunto, nel 2010, 4,1 Mtep di risparmi annui contro 3,1 Mtep annui indicati nella pri- ma versione del Piano di azione nazionale per l’efficienza energetica trasmesso alla Commissione europea nel lu- glio 2007 (di seguito, PAEE 2007);

Tenuto conto che l’11 settembre 2012 è stata approvata dal Parlamento europeo la direttiva europea sull’efficien- za energetica n. 2012/27/UE che introduce nuove misure obbligatorie e strumenti comuni di intervento, al fine di garantire che l’Unione europea raggiunga l’obiettivo di riduzione del 20% dell’utilizzo di energia al 2020, e che ogni Paese membro dovrà recepire tali nuove indicazioni entro il 2013, impostando propri piani di azione coerenti con l’obiettivo nazionale già dal 2014;

Considerato che l’efficienza energetica rappresenta la prima priorità della strategia nazionale in campo energe- tico in quanto contribuisce contemporaneamente al rag- giungimento di tutti gli obiettivi di costo/competitività, sicurezza, crescita e qualità dell’ambiente, e che obiettivo del Governo è l’attuazione di un ampio programma na- zionale che consenta di raggiungere e possibilmente di superare gli obiettivi europei di riduzione del consumo di energia primaria al 2020;

Considerata la rilevanza che assume il sistema dei cer- tificati bianchi per il raggiungimento degli obiettivi al 2020, per l’ampiezza del campo di applicazione e della tipologia di interventi considerati, assicurata dalla possi- bilità di scambi e contrattazioni dei titoli sul mercato;

Considerato che, nella valutazione del potenziale e nella conseguente definizione degli specifici obiettivi da conseguire con il sistema dei certificati bianchi, si deve tener conto degli ulteriori e diversificati strumenti di so- stegno dell’efficienza energetica introdotti dalla recente normativa, con particolare riferimento ai nuovi incentivi per gli interventi di piccole dimensioni (c.d. conto termi- co) di cui al decreto legislativo n. 28/2011, ed alle misure di detrazione fiscale per gli interventi di efficienza ener- getica nell’edilizia di cui alla legge 27 dicembre 2006, n. 296, e successive modificazioni ed integrazioni;

Considerata la necessità di ricercare forme di armoniz- zazione e non sovrapposizione tra i vari strumenti, non- ché di definire misure di controllo sulla non cumulabilità di più strumenti sullo stesso intervento, fatti salvi i casi esplicitamente previsti dalla normativa;

Considerata l’opportunità, anche alla luce dell’intro- duzione di nuovi strumenti a sostegno degli interventi di piccole dimensioni, dei consumi finali nel settore residen- ziale e nell’edilizia, di potenziare la capacità di utilizzare il sistema dei certificati bianchi, con opportuni adegua- menti e potenziamenti, al sostegno di interventi nei set- tori industriale ed infrastrutturale, in grado di conseguire significativi volumi di risparmio di energia per di più con carattere strutturale;

Ritenuto che, al fine di assicurare agli operatori un quadro stabile di riferimento, sia opportuno quantificare con il presente provvedimento gli obiettivi obbligatori di incremento dell’efficienza energetica da realizzare con il sistema dei certificati bianchi per il periodo 2013-2016, tenendo conto del target di riduzione dei consumi ener-

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getici fissato dal PAEE 2011 per il 2016 ed individuando, sul piano programmatico, una dinamica di crescita dei medesimi obiettivi al 2020, al fine di raccordare il sistema dei certificati bianchi con gli obiettivi nazionali al 2020;

Considerato che l’obiettivo di riduzione dei consu- mi energetici fissato dal PAEE 2011 per il 2016 è pari a 10,8 Mtep di energia finale, equivalente a circa 15 Mtep di energia primaria e che al 2020 il risparmio di energia finale atteso è di 15,9 Mtep, equivalente a circa 22 Mtep di energia primaria;

Considerato che la strategia del Governo in materia punta ad una ulteriore riduzione per il 2020, pari ad un obiettivo di 18,6 Mtep di energia finale, equivalenti a 26 Mtep di energia primaria, su base 2007;

Ritenuto opportuno attribuire al sistema dei certificati bianchi una quota pari a circa un terzo del target di ridu- zione dei consumi energetici;

Considerato che la determinazione degli obiettivi di cui al presente decreto è effettuata tenendo conto delle stime dei certificati bianchi che saranno emessi dal GSE per gli impianti di cogenerazione ad alto rendimento (CAR), ai sensi dell’art. 9 comma 4 del decreto ministeriale 5 set- tembre 2011 nel periodo considerato;

Considerato che la determinazione degli obiettivi di cui al presente decreto è effettuata tenendo conto anche dei risparmi di energia che sono generati nell’intera vita tecnica degli interventi effettuati e che non producono più certificati bianchi;

Visti i rapporti semestrali pubblicati dal Gestore dei mercati energetici, ai sensi dell’art. 4, comma 2, del de- creto ministeriale 21 dicembre 2007;

Visti i rapporti pubblicati dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas, in attuazione dell’art. 7, comma 3, dei decreti ministeriali 20 luglio 2004, sull’attività eseguita e sui progetti che sono realizzati nell’ambito dei decreti ministeriali 20 luglio 2004, ed in particolare il sesto rap- porto annuale sulla situazione al 31 maggio 2011 conte- nente anche proiezioni sulle prospettive e sulle possibili criticità nei prossimi anni e il secondo rapporto statistico intermedio relativo all’anno d’obbligo 2011, pubblicato il 25 ottobre 2012;

Vista la comunicazione dell’Autorità per l’energia elettri- ca e il gas del 4 ottobre 2012 relativa alle previsioni sul flus- so di emissioni future di certificati bianchi generabili negli anni 2013-2017 dai progetti presentati al 15 settembre 2012;

Considerato che gli indicatori relativi al volume di titoli emessi e all’andamento degli scambi consentono di rilevare una situazione di significativa insufficienza dell’offerta rispetto agli obiettivi di risparmio fissati al 2010-2011-2012, di cui occorre tener conto nell’indivi- duazione dei nuovi obiettivi e nella definizione di nuovi strumenti o criteri di evoluzione del sistema in grado di assicurare una maggiore capacità di riequilibrio tra do- manda ed offerta;

Considerato che la citata deliberazione dell’Autorità per l’energia e il gas EEN 9/11, in vigore dal 1° novem- bre 2011, con l’introduzione dei coefficienti di durabilità, ha raccordato il periodo di diritto dei certificati bianchi con la vita tecnica dell’intervento, in linea ― almeno per quanto riguarda i nuovi interventi ― con quanto richiesto dal decreto legislativo n. 28/2011;

Tenuto conto che, per effetto dei suddetti coefficienti di durabilità, vengono riconosciuti, durante il periodo quin- quennale (di norma) di incentivazione, certificati bianchi anche per risparmi energetici da conseguire successivamen- te a tale periodo e che pertanto occorra introdurre un distin- to sistema di calcolo e rendicontazione dell’energia effetti- vamente risparmiata nell’anno, non più coincidente con il volume di certificati emessi nel medesimo anno, anche ai fini della rendicontazione verso la Commissione europea;

Ritenuto opportuno demandare il tema dell’eventuale revisione dei soggetti obbligati al recepimento della di- rettiva europea sull’efficienza energetica n. 2012/27/UE, in coerenza anche con le linee guida applicative delle spe- cifiche disposizioni che saranno definite con la Commis- sione europea;

Tenuto conto altresì che, nella definizione degli obbli- ghi di cui al presente decreto, si ritiene opportuno adotta- re un valore medio del coefficiente di durabilità pari a 2,5, stimato in base al valore attualmente rilevabile;

Viste le nuove diciotto schede predisposte da ENEA e relative a nuovi interventi nei settori industriale, civile, terziario, agricolo e dei trasporti;

Considerato l’esito positivo delle consultazioni con le principali associazioni di categoria interessate sull’effica- cia e sull’applicabilità delle suddette schede;

Acquisita l’intesa della Conferenza unificata nella riu- nione del 20 dicembre 2012;

Decreta: Art. 1.

Finalità e campo di applicazione

Il presente decreto stabilisce i criteri, le condizioni e le modalità per la realizzazione di interventi di efficienza energetica negli usi finali ai sensi dell’art. 9, comma 1, del decreto legislativo n. 79/1999, dell’art. 16, comma 4, del de- creto legislativo n. 164/2000 e degli articoli 29 e 30 del de- creto legislativo n. 28/2011. Tra l’altro, il presente decreto:

a) determina gli obiettivi quantitativi nazionali di risparmio energetico che devono essere perseguiti dalle imprese di distribuzione per gli anni dal 2013 al 2016, in modo coerente agli obiettivi nazionali di efficienza ener- getica e complementare all’insieme degli altri strumenti di sostegno dell’efficienza energetica;

b) definisce le modalità di attuazione e di controllo dei suddetti interventi;

c) dispone il passaggio al GSE dell’attività di gestio- ne del meccanismo di certificazione;

d) approva le nuove schede tecniche, predisposte dall’ENEA;

e) stabilisce i criteri per la determinazione del contri- buto tariffario per i costi sostenuti dai soggetti obbligati;

f) individua le modalità per ridurre tempi e adempi- menti per l’ottenimento dei certificati bianchi;

g) introduce misure per potenziare l’efficacia com- plessiva del meccanismo dei certificati bianchi.

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Art. 2.

Definizioni

1. Agli effetti del presente decreto si applicano le de- finizioni di cui all’art. 2 del decreto legislativo 23 mag- gio 2000, n. 164, e all’art. 2 del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79. Valgono, inoltre, le definizioni di cui all’art. 2, comma 1 del decreto legislativo 30 mag- gio 2008, n. 115 e, per le parti non incompatibili con il presente decreto, le definizioni di cui all’allegato A della delibera dell’Autorità per l’energia e il gas del 27 ottobre 2011, EEN 9/11, fino alla pubblicazione del decreto di cui all’art. 6, comma 2.

2. Si applicano, inoltre, le seguenti definizioni:

a) «energia elettrica complessivamente distribuita sul territorio nazionale»: si intende la somma dell’energia elettrica trasportata ai clienti finali, a tutti i livelli di ten- sione, da tutti i soggetti aventi diritto ad esercitare l’attivi- tà di distribuzione dell’energia elettrica ai sensi dell’art. 9 del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79, ivi inclusi gli autoconsumi dei medesimi soggetti;

b) «energia elettrica distribuita da un distributore»: si intende l’energia elettrica trasportata a tutti i livelli di tensione ai clienti finali connessi alla rete dello stesso distributore, avente diritto ad esercitare l’attività di di- stribuzione dell’energia elettrica ai sensi dell’art. 9 del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79, ivi inclusi gli autoconsumi del distributore medesimo;

c) «obblighi quantitativi nazionali»: è la quota degli obiettivi quantitativi nazionali che deve essere consegui- ta, rispettivamente, dai singoli distributori di energia elet- trica e gas naturale, calcolati in relazione al valore medio del coefficiente di durabilità pari a 2,5 così come da pre- messa al presente decreto;

d) «grandi progetti»: progetti di efficientamento energetico realizzati su infrastrutture, su processi indu- striali o relativi ad interventi realizzati nel settore dei trasporti, che generano, nell’arco di un anno dalla loro implementazione, risparmi, anche potenziali, superiori o uguali a 35000tep;

e) «soggetti con obbligo di nomina dell’energy ma- nager»: sono i soggetti di cui all’art. 19, comma 1, della legge n. 10/1991, che hanno effettivamente provveduto alla nomina del responsabile per la conservazione e l’uso razionale dell’energia;

f) «vita tecnica»: dell’intervento è il numero di anni successivi alla realizzazione dell’intervento durante i quali si assume che gli apparecchi o dispositivi installati funzionino e inducano effetti misurabili sui consumi di energia;

g) «vita utile» : dell’intervento è il numero di anni previsti all’art. 4, commi 5 e 9, del decreto ministeriale elettrico 20 luglio 2004, all’art. 4, commi 4 e 8, del decre- to ministeriale gas 20 luglio 2004 e successive modifica- zioni ed integrazioni.

Art. 3.

Soggetti obbligati

1. Sono soggetti agli obblighi di cui al presente decreto:

a) i distributori di energia elettrica che, alla data del 31 dicembre di due anni antecedenti a ciascun anno d’ob- bligo, abbiano connessi alla propria rete di distribuzione più di 50.000 clienti finali;

b) i distributori di gas naturale che, alla data del 31 dicembre di due anni antecedenti a ciascun anno d’ob- bligo, abbiano connessi alla propria rete di distribuzione più di 50.000 clienti finali.

2. Gli obblighi di cui all’art. 4, commi 3 e 4, costitui- scono onere reale sulle reti di distribuzione e si trasmetto- no in modo automatico a tutti i soggetti che subentrano in ogni forma nella attività di distribuzione dei quantitativi di energia elettrica o gas naturale già distribuiti alla data del 31 dicembre di cui al comma 1.

3. Nei casi di subentro di cui al comma 2, la quota d’obbligo in capo al soggetto subentrante è proporzionale al quantitativo di energia elettrica o al volume di gas natu- rale distribuito ad esso trasferito, indipendentemente dal numero di utenti successivamente connessi alle rispettive reti, come conteggiati a seguito del subentro.

Art. 4.

Obiettivi quantitativi nazionali e relativi obblighi

1. Gli obiettivi quantitativi nazionali annui di risparmio energetico che devono essere perseguiti attraverso il mec- canismo dei certificati bianchi, sono definiti per il periodo 2013-2016 come segue:

a) 4,6 Mtep di energia primaria al 2013; b) 6,2 Mtep di energia primaria al 2014; c) 6,6 Mtep di energia primaria al 2015; d) 7,6 Mtep di energia primaria al 2016.

I suddetti obiettivi indicano i risparmi cumulati gene- rati da: interventi associati al rilascio di certificati bianchi nel periodo di riferimento, energia da cogenerazione ad alto rendimento (CAR) associata al rilascio di certificati bianchi nel periodo di riferimento, interventi già realiz- zati che abbiano una vita tecnica superiore alla vita utile (che sono in grado di generare risparmi, in considerazione della durata della vita tecnica, oltre la vita utile e quindi senza produzione di certificati).

2. Gli obblighi quantitativi nazionali annui di incre- mento dell’efficienza energetica degli usi finali di energia elettrica e gas che devono essere conseguiti dai soggetti obbligati di cui all’art. 3 sono definiti in termini di milioni di certificati bianchi, tenendo conto di un valore medio del coefficiente di durabilità pari a 2,5, e si riferiscono a risparmi associati a rilascio di certificati bianchi, al netto dei titoli per energia da cogenerazione ad alto rendimento (CAR) ritirati direttamente dal GSE.

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3. Gli obblighi quantitativi nazionali annui di incre- mento dell’efficienza energetica degli usi finali di energia elettrica che devono essere conseguiti dai soggetti ob- bligati di cui all’art. 3, comma 1, lettera a) nel periodo 2013-2016, sono ottenuti attraverso misure e interventi che comportano una riduzione dei consumi di energia pri- maria, espressa in numero di certificati bianchi, secondo le seguenti quantità e cadenze annuali:

a) 3,03 milioni di certificati bianchi, da conseguire nell’anno 2013;

b) 3,71 milioni di certificati bianchi, da conseguire nell’anno 2014;

c) 4,26 milioni di certificati bianchi, da conseguire nell’anno 2015;

d) 5,23 milioni di certificati bianchi, da conseguire nell’anno 2016.

4. Gli obblighi quantitativi nazionali annui di incre- mento dell’efficienza energetica degli usi finali di gas naturale che devono essere conseguiti dai soggetti ob- bligati di cui all’art. 3, comma 1, lettera b) nel periodo 2013-2016, sono ottenuti attraverso misure e interventi che comportano una riduzione dei consumi di energia pri- maria, espressa in numero di certificati bianchi, secondo le seguenti quantità e cadenze annuali:

a) 2,48 milioni di certificati bianchi, da conseguire nell’anno 2013;

b) 3,04 milioni di certificati bianchi, da conseguire nell’anno 2014;

c) 3,49 milioni di certificati bianchi, da conseguire nell’anno 2015;

d) 4,28 milioni di certificati bianchi, da conseguire nell’anno 2016.

5. Con decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, d’intesa con la Conferenza unificata, da emanarsi entro il 31 dicembre 2015, sono determinati gli obiettivi nazionali per gli anni successivi al 2016 di cui all’art. 9, comma 1, del decreto legislativo 79/1999 e dell’art. 16, comma 4, del decreto legislativo n. 164/2000.

6. La quota degli obblighi di cui al comma 3, che deve essere conseguita dalla singola impresa di distribuzione di elettricità, è determinata dal rapporto tra la quantità di energia elettrica distribuita dalla medesima impresa ai clienti finali connessi alla sua rete, e da essa autocertifica- ta, e la quantità di energia elettrica distribuita sul territorio nazionale dai soggetti di cui all’art. 3, comma 1, lettera a) determinata annualmente dall’Autorità per l’energia elet- trica e il gas, conteggiata nell’anno precedente all’ultimo trascorso. La stessa Autorità comunica tali valori al Mini- stero dello sviluppo economico e al GSE.

7. La quota degli obblighi di cui al comma 4, che deve essere conseguita dalla singola impresa di distribuzione di gas naturale, è determinata dal rapporto tra la quantità di gas naturale distribuita dalla medesima impresa ai clienti finali connessi alla sua rete, e da essa autocertificata, e la quantità di gas distribuito sul territorio nazionale dai soggetti di cui all’art. 3, comma 1, lettera b), determinata annualmente dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas, conteggiata nell’anno precedente all’ultimo trascorso. La stessa Autorità comunica tali valori al Ministero dello svi- luppo economico e al GSE.

8. A decorrere dal 2014, il GSE rende noto l’ammonta- re dei certificati bianchi attestanti risparmi di energia elet- trica e gas naturale, eventualmente eccedenti il rispettivo obbligo quantitativo nazionale, che, alla data del 1° giu- gno di ciascun anno, risultano non annullati e ancora in possesso dei soggetti di cui all’art. 7, comma 1.

9. Qualora i risparmi di energia elettrica o gas naturale relativi alle quantità di certificati eccedenti di cui al com- ma 8, superino il 5% dei rispettivi obblighi quantitativi nazionali che devono essere conseguiti dai soggetti ob- bligati per l’anno cui è riferita la suddetta verifica, l’ob- bligo quantitativo nazionale per l’anno successivo viene incrementato della suddetta quantità eccedente. Entro il 30 giugno di ciascun anno, il GSE comunica i dati della verifica al Ministero dello sviluppo economico che, con proprio provvedimento, individua l’eventuale nuova ri- partizione degli obblighi.

10. Ai sensi dell’art. 29, comma 3, del decreto legisla- tivo n. 28/2011, i risparmi di energia realizzati attraverso interventi per rendere più efficienti le reti elettriche e del gas naturale concorrono al raggiungimento degli obblighi in capo alle imprese di distribuzione. Per tali interventi non sono rilasciabili certificati bianchi, fatti salvi gli in- terventi di sostituzione dei trasformatori MT/BT a carico dell’utenza, che invece ne hanno diritto.

11. A decorrere dal 1° gennaio 2017, qualora non siano stati definiti obiettivi quantitativi nazionali per gli anni successi al 2016 o non siano stati previsti strumenti di- versi per la tutela degli investimenti, il GSE ritira, per gli anni successivi, i certificati bianchi generati dai progetti precedentemente realizzati e da quelli in corso, provve- dendo ad assegnare ai soggetti titolari un contributo pari alla media delle transazioni di mercato registrate nel qua- driennio 2013-2016 decurtata del 5%.

Art. 5.

Responsabilità gestionali del GSE

1. In attuazione di quanto previsto dal decreto legisla- tivo n. 28/2011, entro trenta giorni dall’entrata in vigore del presente decreto, l’attività di gestione, valutazione e certificazione dei risparmi correlati a progetti di efficien- za energetica condotti nell’ambito del meccanismo dei certificati bianchi, è trasferita al GSE.

2. Ai fini di quanto disposto dal comma 1, l’Autorità per l’energia elettrica e il gas trasferisce al GSE, entro quindici giorni dall’entrata in vigore del presente decreto, tutte le informazioni disponibili per ciascun progetto pre- sentato nell’ambito del meccanismo dei certificati bianchi e rende operativo l’utilizzo delle banche dati e degli altri strumenti gestionali esistenti, necessari a dare continuità all’azione amministrativa, assicurando allo stesso GSE, attraverso i propri uffici, assistenza tecnica nell’attività di valutazione e certificazione dei risparmi per il primo anno di attuazione del presente decreto. Inoltre, l’Autorità per l’energia elettrica e il gas garantisce la valutazione e la certificazione dei risparmi correlati alle richieste presen- tate prima della data del trasferimento della gestione al GSE, e conclude i procedimenti amministrativi relativi ai progetti e alle richieste in corso di valutazione alla data di entrata in vigore del presente decreto per i quali sia stata completata alla medesima data l’istruttoria tecnica, possi- bilmente entro il termine di cui al comma 1.

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2. Il GSE pubblica sul portale le schede tecniche utili ai fini dell’accesso al meccanismo di cui al presente decreto, ivi comprese le nuove schede approvate in base all’art. 12.

Art. 6.

Modalità di attuazione e controllo

1. Il GSE, avvalendosi del supporto di ENEA e di RSE tenendo conto delle rispettive competenze, svolge le at- tività di valutazione e certificazione della riduzione dei consumi di energia primaria effettivamente conseguita dai progetti sulla base delle tipologie di intervento ammesse.

2. Con decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e sentita l’Autorità per l’energia elettrica e il gas, da adottarsi entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, si provvede all’adeguamento, rispetto a quanto previsto dal decreto le- gislativo n. 28/2011, delle linee guida per la preparazione, esecuzione e valutazione dei progetti e per la definizione dei criteri e delle modalità per il rilascio dei certificati bianchi. L’adeguamento delle linee guida è effettuato con il supporto dell’ENEA e di RSE e previo svolgimento, da parte degli stessi Ministeri, di una consultazione pub- blica e diventa operativo nei termini stabiliti dal decreto di adozione dell’adeguamento e, comunque, non prima del 1° gennaio 2014. A decorrere dalla medesima data del 1° gennaio 2014, hanno accesso al sistema dei certificati bianchi esclusivamente progetti ancora da realizzarsi o in corso di realizzazione. Fino all’entrata in vigore del decreto di approvazione dell’adeguamento, sono applica- bili, ai fini dell’attuazione del presente decreto le linee guida approvate con la delibera EEN 09/11 dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas del 27 ottobre 2011, nelle parti non incompatibili con il presente decreto.

3. Il GSE emette il parere sulla proposta di progetto e di programma di misura entro sessanta giorni dalla data di ricezione della proposta. Nei casi in cui il GSE richieda al titolare del progetto modifiche o integrazioni della propo- sta presentata, o effettuare approfondimenti, il suddetto ter- mine viene sospeso fino alla ricezione delle informazioni richieste. Il suddetto termine viene ridefinito pari a quaran- tacinque giorni dalla ricezione delle informazioni richieste. Trascorsi i termini di cui sopra, in mancanza di una diversa valutazione espressa da parte del GSE, la proposta di pro- getto e di programma di misura si intende approvata.

4. I soggetti che hanno facoltà di dare esecuzione ai progetti di efficienza, indicati all’art. 7, comma 1, possono richiedere al GSE una verifica preliminare di conformità dei propri progetti alle disposizioni del presente decreto e alle linee guida di cui al comma 2, qualora detti progetti includano tipologie di intervento per cui non siano sta- te pubblicate apposite schede tecniche di quantificazione dei risparmi. La verifica di conformità alle disposizioni del presente decreto è eseguita dal Ministero dello svilup- po economico e dal Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, in base ai risultati dell’istruttoria predisposta dal GSE.

5. Il GSE provvede a dare notizia dei progetti appro- vati e dei certificati bianchi rilasciati, tramite il proprio sito Internet.

Art. 7.

Modalità di esecuzione dei progetti ai fini del conseguimento degli obblighi

1. I progetti predisposti ai fini del rispetto degli obbli- ghi di cui all’art. 4, commi 3 e 4, possono essere eseguiti con le seguenti modalità:

a) mediante azioni dirette dei soggetti obbligati, o da società da essi controllate;

b) mediante azioni delle imprese di distribuzio- ne dell’energia elettrica e del gas naturale non soggette all’obbligo;

c) tramite società terze operanti nel settore dei servi- zi energetici, comprese le imprese artigiane e loro forme consortili;

d) tramite i soggetti di cui all’art. 19, comma 1, della legge 9 gennaio 1991, n. 10, che hanno effettivamente provveduto alla nomina del responsabile per la conserva- zione e l’uso razionale dell’energia;

e) tramite le imprese operanti nei settori industriale, civile, terziario, agricolo, trasporti e servizi pubblici, ivi compresi gli Enti pubblici purché provvedano alla nomi- na del responsabile per la conservazione e l’uso razio- nale dell’energia applicando quanto previsto all’art. 19, comma 1, della legge 9 gennaio 1991, n. 10, ovvero si dotino di un sistema di gestione dell’energia certificato in conformità alla norma ISO 50001 e mantengano in es- sere tali condizioni per tutta la durata della vita tecnica dell’intervento.

2. Decorsi due anni dall’emanazione del decreto del Ministro dello sviluppo economico di cui all’art. 16, com- ma 1, del decreto legislativo n. 115/2008, ai soggetti di cui al comma 1, lettera c) è richiesta la certificazione di cui alla norma UNI CEI 11352 e ai soggetti che assumono la funzione di responsabile per la conservazione e l’uso razionale dell’energia di cui alla lettera d) e lettera e) è ri- chiesta la certificazione di cui alla norma UNI CEI 11339.

3. Il GSE comunica con cadenza annuale al Ministero dello sviluppo economico e al Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e alle regioni e pro- vince autonome la ragione sociale delle società operan- ti nel settore dei servizi energetici che rispondono alla definizione contenuta nelle linee guida di cui all’art. 6, comma 2, e che hanno presentato richieste di verifica e di certificazione dei risparmi realizzati da specifici progetti.

Art. 8.

Grandi progetti

1. Per gli interventi infrastrutturali, anche asserviti a sistemi di risparmio energetico, trasporti e processi indu- striali che comportino un risparmio di energia elettrica o di gas stimato annuo superiore a 35.000 tep e che abbiano una vita tecnica superiore a venti anni, il proponente ri- chiede al Ministero dello sviluppo economico l’attivazio- ne della procedura di valutazione, ai fini dell’accesso al meccanismo dei certificati bianchi, presentando il proget- to di intervento.

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2. Il Ministero dello sviluppo economico, di concerto con il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, acquisito il parere della regione territorial- mente interessata e previa istruttoria tecnico-economica predisposta dal GSE, con il supporto di ENEA ed RSE, definisce con specifico atto entro centoventi giorni dalla presentazione del progetto le modalità di accesso al mec- canismo, le modalità di misurazione dei risparmi prodotti e di quantificazione dei certificati, tenendo conto della vita tecnica dell’intervento.

3. In funzione del grado di innovazione tecnologica del progetto e dell’impatto sulla riduzione delle emis- sioni in atmosfera, valutati da ENEA o RSE, con l’atto di cui al comma 2 possono essere attribuite al progetto delle premialità, in termini di coefficienti moltiplicativi dei certificati rilasciabili, fino al 30% del valore; tale per- centuale è progressivamente aumentabile, limitatamente ad interventi realizzati in aree metropolitane, fino al 40% per progetti che generano risparmi di energia compresi tra 35.000 e 70.000 tep annui, e fino al 50% per progetti che generano risparmi di energia superiori ai 70.000 tep annui. Per agevolare la realizzazione dell’investimento, è riconosciuta altresì al proponente la facoltà di optare per un regime che assicuri un valore costante del certificato per l’intera vita utile dell’intervento, pari al valore vigen- te alla data di approvazione del progetto; l’Autorità per l’energia elettrica e il gas definisce le modalità operative di tale previsione, avuto riguardo alle eventuali fluttua- zioni del valore di mercato del certificato.

4. L’atto di cui al comma 2, insieme alla documen- tazione tecnico-amministrativa relativa all’istruttoria, è reso pubblico per ciascun progetto approvato, insie- me all’evidenza dei tempi previsti per la realizzazione dell’intervento.

5. I grandi progetti sono sottoposti a controlli ex-post per la verifica della corretta esecuzione tecnica ed ammi- nistrativa e del corretto adempimento degli obblighi deri- vanti dal riconoscimento dei certificati.

6. In base al numero, alla dimensione dei progetti am- messi e alla luce dell’adeguamento delle linee guida di cui all’art. 6, comma 2, il Ministero dello sviluppo economi- co, di concerto con il Ministero dell’ambiente e della tute- la del territorio e del mare e d’intesa con le regioni, proce- de ad una rideterminazione degli obiettivi e degli obblighi di cui all’art. 4, al fine di evitare squilibri di mercato.

Art. 9.

Copertura degli oneri per la realizzazione dei progetti

1. I costi sostenuti dai soggetti di cui all’art. 3, com- ma 1, per la realizzazione dell’obbligo trovano copertura, limitatamente alla parte non coperta da altre risorse, sulle componenti delle tariffe per il trasporto e la distribuzio- ne dell’energia elettrica e del gas naturale. La copertura dei costi è effettuata secondo criteri e modalità definiti dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas, in misura tale da riflettere l’andamento del prezzo dei certificati bianchi riscontrato sul mercato e con la definizione di un valore massimo di riconoscimento.

2. I risparmi realizzati nel settore dei trasporti sono equiparati a risparmi di gas naturale e trovano copertura sulle componenti delle tariffe per il trasporto e la distribu- zione del gas naturale, secondo i criteri di cui al comma 1.

Art. 10.

Cumulabilità

1. I certificati bianchi emessi per i progetti presentati dopo l’entrata in vigore del presente decreto non sono cu- mulabili con altri incentivi, comunque denominati, a ca- rico delle tariffe dell’energia elettrica e del gas e con altri incentivi statali, fatto salvo, nel rispetto delle rispettive norme operative, l’accesso a:

a. fondi di garanzia e fondi di rotazione;

b. contributi in conto interesse;

c. detassazione del reddito d’impresa riguardante l’acquisto di macchinari e attrezzature.

Art. 11.

Rapporti relativi allo stato di attuazione

1. Entro il 31 gennaio di ciascun anno, a partire dal 2014, il GSE trasmette al Ministero dello sviluppo econo- mico, al Ministero dell’ambiente e della tutela del territo- rio e del mare, al GME, all’Autorità per l’energia elettrica e il gas e alla Conferenza unificata una relazione sull’atti- vità eseguita e sui progetti che sono realizzati nell’ambito del presente decreto, ivi inclusi la localizzazione territo- riale, riportante la quantificazione dei risparmi realizzati nell’anno (espressi in Mtep), il volume di certificati emes- si e le previsioni sull’anno successivo in base ai progetti presentati nonché il rapporto tra il volume cumulato dei certificati e il valore dell’obbligo di cui all’art. 4, commi 3 e 4, entrambi riferiti all’anno precedente.

2. Il GME trasmette un rapporto semestrale al Ministe- ro dello sviluppo economico, al Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, al GSE e all’Auto- rità per l’energia elettrica e il gas circa l’andamento delle transazioni e, inoltre, segnala tempestivamente alle me- desime Amministrazioni eventuali comportamenti, veri- ficatisi nello svolgimento delle transazioni, che risultino non rispondenti ai principi di trasparenza e neutralità.

3. Il GSE e il GME pubblicano i rapporti indicati ai commi 1 e 2 sui propri siti Internet.

Art. 12.

Approvazione nuove schede

1. Ai sensi dell’art. 30, comma 1, lettera a), del decreto legislativo n. 28/2011 sono approvate le schede tecniche pre- disposte dall’ENEA di cui all’allegato 1 del presente decreto.

2. Ai sensi dell’art. 4, comma 4, lettera c) del decre- to legislativo n. 115/2008, ENEA e, su richiesta del GSE formulata sulla base delle attività di cui all’art. 6, RSE, predispongono nuove schede tecniche per la misurazio- ne, la verifica e quantificazione dei risparmi energetici per

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interventi nei settori dell’informatica e delle telecomuni- cazioni, del recupero termico, del solare termico a con- centrazione, dei sistemi di depurazione delle acque, della distribuzione dell’energia elettrica. Le schede sono tra- smesse al Ministero dello sviluppo economico che proce- de alla successiva approvazione, di concerto con il Mini- stero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare.

3. I soggetti interessati possono proporre nuove sche- de tecniche standard al GSE. Entro novanta giorni dalla presentazione della proposta, GSE, sulla base delle valu- tazioni di ENEA o di RSE, sottopone al Ministero dello sviluppo economico la valutazione tecnica ed economica della stessa. Le schede proposte sono quindi trasmesse al Ministero dello sviluppo economico che procede alla successiva approvazione, di concerto con il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare.

Art. 13.

Verifica di conseguimento degli obblighi e sanzioni

1. Entro il 31 maggio di ciascun anno, a partire dal 2014, i soggetti obbligati trasmettono al GSE i certifica- ti bianchi relativi all’anno precedente, posseduti ai sensi dell’art. 10 dei decreti 20 luglio 2004 «elettrico» e «gas», dandone comunicazione al Ministero dello sviluppo eco- nomico e al Ministero dell’ambiente e della tutela del ter- ritorio e del mare.

2. Il GSE verifica che ciascun soggetto obbligato pos- segga certificati corrispondenti all’obbligo annuo a cia- scuno di essi assegnato, ai sensi dell’art. 4, commi 6 e 7, maggiorato di eventuali quote aggiuntive derivanti dalle compensazioni di cui al comma 3 o, in caso di eccedenze, dall’aggiornamento degli obblighi quantitativi nazionali di cui all’art. 4, comma 9, ed informa il Ministero dello sviluppo economico, il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e il Gestore del mercato elettrico dei titoli ricevuti e degli esiti della verifica. In- forma, inoltre, l’Autorità per l’energia elettrica e il gas ai fini di quanto disposto all’art. 8.

3. Per gli anni 2013 e 2014 qualora il soggetto obbli- gato consegua una quota dell’obbligo di propria compe- tenza inferiore al 100%, ma comunque pari o superiore al valore minimo del 50%, può compensare la quota residua nel biennio successivo senza incorrere nelle sanzioni di cui al comma 4. Per gli anni 2015 e 2016 tale valore mi- nimo è fissato al 60% dell’ obbligo di competenza, ferma restando la possibilità di compensare la quota residua nel biennio successivo senza incorrere nelle sanzioni di cui al comma 4. Ai soggetti obbligati che conseguano per- centuali di realizzazione inferiori a quanto indicato nei periodi precedenti si applicano le sanzioni di cui al com- ma 4, fermo restando l’obbligo di compensazione della quota residua.

4. In caso di conseguimento degli obblighi inferiore alle percentuali minime indicate al comma 3, l’Autorità per l’energia elettrica e il gas applica sanzioni per cia- scun titolo mancante, ai sensi della legge 14 novembre 1995, n. 481, comunicando al Ministero dello sviluppo

economico, al Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, al GSE, all’ENEA e alla regione o provincia autonoma competente per territorio le inottem- peranze riscontrate e le sanzioni applicate. L’Autorità per l’energia elettrica e il gas, entro sessanta giorni dall’entra- ta in vigore del presente decreto, definisce e rende note le modalità di calcolo delle sanzioni.

5. I proventi delle sanzioni di cui al comma 4 contribu- iscono alla copertura degli oneri per la realizzazione dei progetti, disposta dall’art. 9, comma 1.

6. Entro il 31 maggio 2013, i soggetti obbligati tra- smettono all’Autorità per l’energia elettrica e il gas i cer- tificati bianchi relativi all’anno 2012 posseduti ai sensi dell’art. 10 dei decreti 20 luglio 2004 «elettrico» e «gas», dandone comunicazione al Ministero dello sviluppo eco- nomico e al Ministero dell’ambiente e della tutela del ter- ritorio e del mare.

7. Entro il 30 giugno 2013 l’Autorità per l’energia elettrica e il gas rende noto l’ammontare dei certificati bianchi attestanti risparmi di energia elettrica e gas natu- rale, eventualmente eccedenti il rispettivo obbligo quan- titativo nazionale, che, alla data del 1° giugno, risultano non annullati.

Art. 14.

Verifica dell’esecuzione tecnica
ed amministrativa dei progetti e sanzioni

1. Il GSE, coadiuvato da ENEA, esegue i necessari controlli per la verifica della corretta esecuzione tecnica ed amministrativa dei progetti che hanno ottenuto certifi- cati bianchi. Allo scopo, verifica a campione la regolare esecuzione delle iniziative, la loro conformità al progetto approvato ed in aderenza alle linee guida in vigore alla presentazione del progetto, la completezza e regolarità della documentazione da conservare così come prescrit- to nelle schede tecniche, incluse le eventuali varianti ap- provate. Possono essere eseguiti sopralluoghi in corso d’opera e ispezioni nel sito di realizzazione del progetto, durante la realizzazione del progetto stesso o comunque durante la sua vita utile, al fine di verificare il corretto adempimento degli obblighi derivanti dal riconoscimento dei certificati.

2. Ai fini di quanto disposto al comma 1, entro il 31° gennaio di ciascun anno d’obbligo, il GSE sottopone ad approvazione del Ministero dello sviluppo economico e del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare un programma annuale di verifiche corredato dei relativi costi e trasmette con la stessa periodicità annuale alle stesse Amministrazioni il riepilogo dei dati relativi alle verifiche eseguite e all’esito delle stesse. Tale pro- gramma deve prevedere controlli in situ per progetti che generano risparmi di energia superiori a 3.000 tep/annui.

3. Nel caso in cui siano rilevate modalità di esecuzione non regolari o non conformi al progetto, che incidono sul- la quantificazione o l’erogazione degli incentivi, il GSE dispone l’annullamento dei certificati imputabili all’irre- golarità riscontrata e applica al soggetto responsabile le

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misure di cui all’art. 23, comma 3, del decreto legislativo n. 28/2011, provvedendo, ai sensi dell’art. 42 del medesi- mo decreto, a darne segnalazione alle autorità competenti, ivi inclusa l’Autorità per l’energia elettrica e il gas ai fini dell’irrogazione delle eventuali sanzioni. I proventi delle sanzioni contribuiscono alla copertura degli oneri per la realizzazione dei progetti, disposta dall’art. 9, comma 1.

4. ENEA e RSE possono fornire assistenza tecnica ai soggetti interessati, per la predisposizione dei progetti di efficienza energetica da sottoporre a valutazione a con- suntivo e dei grandi progetti, dandone comunicazione al GSE. I progetti per cui ENEA ha fornito assistenza tecni- ca sono valutati da RSE mentre i progetti assistiti da RSE sono valutati da ENEA.

Art. 15.

Misure di accompagnamento

1. Entro il 30 giugno 2013, al fine di favorire la dif- fusione del meccanismo dei certificati bianchi, l’ENEA sottopone al Ministero dello sviluppo economico un pro- gramma per la promozione, sensibilizzazione, informa- zione e formazione da realizzare in ambito nazionale e interregionale e in stretta collaborazione con le Regioni e con le associazioni imprenditoriali più rappresentative. L’ENEA promuove altresì la conoscenza di strumenti e mette a disposizione dei soggetti destinatari delle misure previste dal presente decreto strumenti utili a sollecitare l’effettuazione degli interventi di risparmio energetico.

2. L’ENEA predispone e pubblica, entro il 31 dicem- bre 2013 e successivamente con cadenza biennale, guide operative per promuovere l’individuazione e la definizio- ne di progetti a consuntivo con particolare riferimento ai settori industriali del cemento, del vetro, della ceramica, dei laterizi, della carta, della siderurgia, dell’agricoltura e dei rifiuti nonché ai settori di cui all’art. 4, comma 2, lettere a), b) e c), del decreto del Ministro dello sviluppo economico del 15 marzo 2012. Le guide operative sono corredate della descrizione delle migliori tecnologie di- sponibili e delle potenzialità di risparmio in termini eco- nomici ed energetici derivanti dalla loro applicazione.

3. Entro sei mesi dalla data di entrata in vigore del pre- sente decreto, l’ENEA predispone in collaborazione con le regioni la banca dati interoperabile sui progetti am- messi ai benefici del meccanismo dei certificati bianchi, consultabile via internet, previa approvazione da parte del Ministero dello sviluppo economico. Al fine di consentire un agevole utilizzo dei dati relativi ai risparmi energetici conseguiti nell’ambito degli strumenti di programmazio- ne regionale e locale, la banca dati è articolata ai diversi livelli territoriali.

4. ENEA e RSE possono fornire assistenza tecnica ai soggetti interessati, per la predisposizione dei progetti di efficienza energetica da sottoporre a valutazione a con- suntivo e dei grandi progetti, dandone comunicazione al GSE. I progetti per cui ENEA ha fornito assistenza tecni- ca sono valutati da RSE mentre i progetti assistiti da RSE sono valutati da ENEA.

Art. 16.

Copertura oneri di gestione del meccanismo

1. Le società del gruppo GSE coinvolte nell’attua- zione del presente decreto e l’ENEA hanno titolo a ve- dersi riconosciuti dalla Cassa Conguaglio per il settore elettrico i costi sostenuti per le attività di istruttoria di riconoscimento dei risparmi generati, di verifica, di pro- mozione dello strumento e, in generale, di tutte le atti- vità gestionali ed amministrative previste dal presente decreto, non coperte da altre fonti di finanziamento o a carico delle tariffe dell’energia elettrica e il gas. L’Au- torità per l’energia elettrica e il gas provvede a definire le modalità di copertura dei suddetti oneri a carico del conto per la promozione dell’efficienza energetica negli usi finali, posto a copertura del meccanismo dei titoli di efficienza energetica.

Art. 17.

Abrogazione

1. A decorrere dal 1° gennaio 2013, sono abrogati l’art. 5, commi 6 e 8, l’art. 7, l’art. 8 e l’art. 11 dei decreti 20 luglio 2004 elettricità e gas, nonché l’art. 8 del decreto 21 dicembre 2007.

Art. 18.

Norme finali ed entrata in vigore

1. Il presente decreto, di cui l’allegato è parte integran- te, non comporta nuovi o maggiori oneri a carico del bi- lancio dello Stato ed entra in vigore il giorno successivo a quello di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.

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Roma, 28 dicembre 2012

Il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare
CLINI

Il Ministro
dello sviluppo economico PASSERA

2-1-2013

Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1 ALLEGATO

Allegato Decreto “Certificati Bianchi 2013-2016”

Indice

Scheda tecnica n. 30E – Installazione di motori elettrici a più alta efficienza. …………………………………………………

Allegato alla scheda tecnica n. 30E: procedura per il calcolo del risparmio di energia primaria…………………………..

Scheda tecnica n. 31E – Installazione di sistemi elettronici di regolazione della frequenza (inverter) in motori elettrici operanti su sistemi per la produzione di aria compressa con potenza superiore o uguale a 11 kW. ……. Allegato alla scheda tecnica n. 31E: procedura per il calcolo del risparmio di energia primaria………………………..

Scheda tecnica n. 32E – Installazione di sistemi elettronici di regolazione di frequenza (inverter) in motori elettrici operanti sui sistemi di ventilazione. …………………………………………………………………………………………………. Allegato alla scheda tecnica n. 32E: procedura per il calcolo del risparmio di energia primaria………………………..

Scheda tecnica n. 33E – Rifasamento di motori elettrici di tipo distribuito presso la localizzazione delle utenze.

Allegato alla scheda tecnica n. 33E: procedura per il calcolo del risparmio di energia primaria…………………………..

Scheda tecnica n. 34E – Riqualificazione termodinamica del vapore acqueo attraverso la ricompressione meccanica (RMV) nella concentrazione di soluzioni……………………………………………………………………………………… Allegato alla scheda tecnica n. 34E: procedura per il calcolo del risparmio di energia primaria……………………….

Scheda tecnica n. 35E – Installazione di refrigeratori condensati ad aria e ad acqua per applicazioni in ambito industriale …………………………………………………………………………………………………………………………………………………… Allegato alla scheda tecnica n. 35E: procedura per il calcolo del risparmio di energia primaria……………………….

Scheda tecnica n. 36E – Installazione di gruppi di continuità statici ad alta efficienza (UPS) …………………………..

Allegato alla scheda tecnica n. 36E: procedura per il calcolo del risparmio di energia primaria………………………..

Scheda tecnica n. 37E – Nuova installazione di impianto di riscaldamento unifamiliare alimentato a biomassa legnosa di potenza 35 kW termici………………………………………………………………………………………………………………. Allegato alla scheda tecnica n. 37E: procedura per il calcolo del risparmio di energia primaria……………………….

Scheda tecnica n. 38E – Installazione di sistema di automazione e controllo del riscaldamento negli edifici residenziali (Building Automation and Control System, BACS) secondo la norma UNI EN 15232 …………………. Allegato alla scheda tecnica n. 38E: procedura per il calcolo del risparmio di energia primaria…………………………

Scheda tecnica n. 39E – Installazione di schermi termici interni per l’isolamento termico del sistema serra…….

Allegato alla scheda tecnica n. 39E: procedura per il calcolo del risparmio di energia primaria………………………..

Scheda tecnica n. 40E – Installazione di impianto di riscaldamento alimentato a biomassa legnosa nel settore della serricoltura …………………………………………………………………………………………………………………………………………. Allegato alla scheda tecnica n. 40E: procedura per il calcolo del risparmio di energia primaria………………………..

Scheda tecnica n. 41E – Utilizzo di biometano (BM) nei trasporti pubblici in sostituzione del metano (GN) …….

Allegato alla scheda tecnica n.41E: proceduraper il calcolo del risparmio di energia primaria………………..

Scheda tecnica n. 42E – Diffusione di autovetture a trazione elettrica per il trasporto privato di passeggeri……

Allegato alla scheda tecnica n.42E: proceduraper il calcolo del risparmio di energia primaria………………..

Scheda tecnica n. 43E – Diffusione di autovetture a trazione ibrida termo-elettrica per il trasporto privato di passeggeri. …………………………………………………………………………………………………………………………………………………… Allegato alla scheda tecnica n. 43E: procedura per il calcolo del risparmio di energia primaria…………………

Scheda tecnica n. 44E – Diffusione di autovetture alimentate a metano, per il trasporto di passeggeri…………….

Allegato alla scheda tecnica n. 44E: procedura per il calcolo del risparmio di energia primaria………………….

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2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

Scheda tecnica n. 46E – Pubblica illuminazione a led in zone pedonali: sistemi basati su tecnologia a led in luogo di sistemi preesistenti con lampade a vapori di mercurio…………………………………………………………….

Allegato alla scheda tecnica n. 46E: procedura per il calcolo del risparmio di energia primaria………………………….

Scheda tecnica n. 47E – Sostituzione di frigoriferi, frigocongelatori, congelatori, lavabiancheria, lavastoviglie con prodotti analoghi a più alta efficienza……………………………………………………………………………

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2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

Scheda tecnica n. 30E – Installazione di motori elettrici a più alta efficienza. 1. ELEMENTI PRINCIPALI
1.1 Descrizione dell’intervento

Categoriadiintervento1:

Vita Utile2:
Vita Tecnica2: Settore di intervento: Tipodiutilizzo:

IND-E) Processi industriali: sistemi di azionamento efficienti (motori, inverter, ecc.), automazione e interventi di rifasamento
U = 5 anni

T = 15 anni
Industria
Riduzione dei consumi elettrici in applicazioni industriali della forza elettromotrice

Condizioni di applicabilità della procedura

La presente procedura si applica all’installazione di motori elettrici di classe di efficienza IE3, a 2, 4 o 6 poli, in conformità con la norma CEI EN 60034–30.
Con riferimento al Regolamento della Commissione N. 640/2009 la presente procedura perderà di validità alla data del 1-1-2015 per motori di potenze comprese fra 7,5 kW e375 kW e dalla data del 1-1-2017 per i motori di potenza inferiore a 7,5 kW.

La presente scheda annulla e sostituisce la scheda tecnica n. 11 T

1.2 Calcolo del risparmio di energia primaria

Metodo di valutazione3: Valutazione standardizzata

Unità fisica di riferimento (UFR)2 1 kW di potenza di targa del motore installato

Risparmio Specifico Lordo (RSL) di energia primaria (tep/anno/kW) conseguibile per singola unità fisica di riferimento; si ricava dalla tabella sottostante in funzione della potenza di targa P del motore (espressa in kW)

Risparmio lordo (RL) di energia primaria conseguibile per ogni motore sostituito RL = RSL · NUFR (tep/anno/motore)

RSL (tep/anno/kW)

Tipologia attività

Potenza motore sostituito (kW)

1 turno di lavoro

2 turni di lavoro

3 turni di lavoro

stagionale

0,75<= P <= 1,1

0.0111

0.0221

0.0425

0.0119

1,1 <P<= 2,2

0.0092

0.0184

0.0354

0.0099

2,2 <P<= 4

0.0073

0.0146

0.0281

0.0079

4 <P<= 7,5

0.0059

0.0119

0.0228

0.0064

7,5 <P<= 15

0.0050

0.0101

0.0194

0.0054

15 <P<= 30

0.0042

0.0084

0.0162

0.0046

30 <P<= 55

0.0035

0.0070

0.0134

0.0038

55 <P<= 375

0.0028

0.0055

0.0106

0.0030

Dove la tipologia di attività viene così definita:
1 turno. attività che si svolgono otto ore al giorno per cinque o sei giorni la settimana

corrispondenti, considerate le fermate programmate, ad un numero di ore anno

compreso tra 1760 e 2200.
2 turni. attività che si svolgono in due turni giornalieri di otto ore ciascuno per cinque o sei

— 44 —

2-1-2013

Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

3 turni. Stagionale.

giorni la settimana, corrispondenti ad un numero di ore anno compreso tra 3520 e 4400.
attività che si svolgono in tre turni giornalieri di otto ore ciascuno per sette giorni la settimana (non essendoci normalmente l’interruzione della domenica) corrispondenti ad un numero di ore anno pari a 7680.

attività che si svolgono per un periodo di tre mesi di lavoro continuato, per un numero di ore di lavoro giornaliere pari a 24, corrispondenti ad un numero di ore anno pari a 2160

Coefficiente di addizionalità2: a = 100%

Coefficiente di durabilità2: = 2,65

Quote dei risparmi di energia primaria [tep/a]2: Risparmio netto contestuale (RNc) Risparmio netto anticipato (RNa) Risparmio netto integrale (RNI)

RNc = a · RSL · NUFR RNa = ( – 1) · RNc

RNI = RNc + RNa = · RNc

Titoli di Efficienza Energetica riconosciuti all’intervento4: Tipo I

2.

[1] [2]

[3]

NORME TECNICHE DA RISPETTARE

Articolo 6 decreti ministeriali 20 luglio 2004.
Ogni nuovo motore deve avere la marcatura indicante l’appartenenza alla classe di efficienza IE3, secondo la norma tecnica CEI EN 60034-30 dell’ottobre 2009.
Il livello di efficienza minima richiesta ai motori elettrici immessi sul mercato deve essere conforme al Regolamento della Commissione N. 640/2009.

DOCUMENTAZIONE DA CONSERVARE5
Nome, indirizzo e recapito telefonico di ogni cliente partecipante.

3.

Note:

  1. 1  Tra quelle elencate nella Tabella 2 dell’Allegato A alla deliberazione 27 ottobre 2011, EEN 9/11.
  2. 2  Di cui all’articolo 1, comma 1, dell’Allegato A alla deliberazione 27 ottobre 2011, EEN 9/11.
  3. 3  Di cui all’articolo 3 della deliberazione 27 ottobre 2011, EEN 9/11.
  4. 4  Di cui all’articolo 17 della deliberazione 27 ottobre 2011, EEN 9/11.
  5. 5  Eventualmente in aggiunta a quella specificata all’articolo 14, comma 3, dell’Allegato A alla

    ottobre 2011, EEN 9/11.

— 45 —

deliberazione 27

2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

Allegato alla scheda tecnica n. 30E: procedura per il calcolo del risparmio di energia primaria

Introduzione

La scheda tecnica standard n. 11 “Installazione di motori a più alta efficienza” [1], è uno strumento impiegato dall’Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas per calcolare il risparmio di energia dovuto all’installazione di motori elettrici ad alta efficienza in luogo di motori a minor efficienza. L’emissione del Regolamento della Commissione N. 640/2009 del luglio 2009 e della norma tecnica CEI EN 60034-30 dell’ottobre 2009, hanno modificato sensibilmente i valori di riferimento (baseline) per i motori elettrici, elevando i livelli di efficienza minimi dei nuovi motori immessi sul mercato dell’Unione, ed ampliando il parco dei motori interessati dalle norme. Di conseguenza, risulta necessario adeguare alla nuova normativa la scheda tecnica standard attualmente impiegata per l’erogazione dei Titoli di Efficienza Energetica.

Per la stesura della presente proposta di nuova scheda tecnica standard sono state conservate tutte le considerazioni di natura elettrotecnica e le ipotesi di calcolo alla base della scheda tecnica n. 11, aggiornando le classi di rendimento secondo la CEI EN 60034-30, e i limiti minimi di efficienza secondo il Regolamento 640/2009. La tabella proposta è stata infine semplificata per quanto riguarda il numero di poli e le classi di potenza secondo lo stesso principio seguito nella vecchia scheda.

Il nuovo quadro normativo di riferimento

Il Comitato Elettrotecnico Italiano (CEI) ha emesso, nell’ottobre 2009, la norma tecnica CEI EN 60034–30 “Classi di rendimento dei motori asincroni trifase con rotore a gabbia ad una sola velocità (Codice IE)” [2]. Tale norma, recependo l’omologa norma europea EN 60034-30, definisce delle nuove classi di efficienza per i motori elettrici (IE1, IE2 ed IE3), stabilendone il rendimento minimo al variare della potenza e del numero di poli. Si noti che tale norma estende1 notevolmente la portata della standardizzazione rispetto alla precedente classificazione CEMEP, interessando ora motori di potenze variabili fra 0,75 kW a 375 kW, e con configurazioni polari di 2, 4 o 6 poli.

L’Unione Europea ha approvato, il 22 luglio 2009, il Regolamento2 della Commissione N. 640/2009 “recante modalità di applicazione della direttiva 2005/32/CE del Parlamento europeo e del Consiglio in merito alle specifiche per la progettazione ecocompatibile del motori elettrici” [3]. Il Regolamento fa riferimento alle classi di efficienza IE definite dalla EN 60034-30, e riguarda i motori asincroni trifase a gabbia di scoiattolo con le seguenti caratteristiche tecniche3:

  • –  senza variatori di velocità;
  • –  frequenza di lavoro pari a 50 o 60 Hz;
  • –  tensione nominale massima di 1000 V;
  • –  2, 4 o 6 poli;
  • –  Potenza nominale compresa tra 0,75 kW e 375 kW.
    Tale vincolo riguarda tutti i motori elettrici immessi in commercio, anche se integrati in altri prodotti, a meno che l’integrazione non sia tale da impedire di testarne le prestazioni energetiche in modo autonomo. Motori progettati espressamente per funzionamenti particolari (es. completamente immersi in un liquido, per temperature dell’aria superiori a 40 °C etc., sono esclusi (cfr. Art. 1 del Regolamento).

    1 La superata classificazione CEMEP del 1999 (eff1, eff2 ed eff3) interessava macchine di potenze tra 1,1 kW e 90 kW, con 2 e 4 poli.

    2 Il Regolamento è un atto normativo europeo direttamente applicabile e valido in tutti gli Stati Membri, senza necessità di recepimento dalla legge nazionale.

    3 Le caratteristiche sono considerate per un funzionamento continuo.

— 46 —

2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

Tale Regolamento impone dei requisiti minimi di efficienza per i motori immessi in commercio su tutto il territorio dell’Unione: a partire dal 16 giugno 2011 il livello minimo di efficienza deve essere almeno pari a quello della classe IE2. Inoltre, il Regolamento definisce la classe IE3 come “la migliore tecnologia disponibile sul mercato”.

Tali imposizioni di legge innalzano la baseline cui fanno attualmente riferimento i calcoli della Scheda tecnica standard n. 11, che deve di conseguenza essere aggiornata.
Si noti infine che il Regolamento 640/2009 richiede un’efficienza minima crescente nel tempo; questo pone implicitamente anche dei limiti di validità alla scheda tecnica proposta nel presente documento. Infatti, a partire dal 1-1-2015, il Regolamento impone ai motori di potenza compresa tra 7,5 kW e 375 kW, un livello minimo di efficienza che da IE2 passi a IE3 (la massima oggi possibile), oppure classe IE2 con variatori di velocità. Questo farebbe quindi decadere la validità della presente scheda per i motori compresi in tale intervallo di potenza, alla data del 1-1-2015.

La presente scheda tecnica rimarrebbe invece valida per i motori di potenza inferiore ai 7,5 kW fino alla data del 31-12-2016. A partire dal 1-1-2017, infatti, il Regolamento impone come minimo la classe di efficienza IE3 (oppure IE2 con inverter) per tutti i motori, quindi la scheda perderebbe di significato anche per questi ultimi.

Calcolo del Risparmio energetico

Come illustrato nel paragrafo precedente, dalla data del 16 giugno 2011 vi sono solo due classi di rendimento possibili per i motori elettrici trifase a bassa tensione: la classe di rendimento minimo IE2 e la classe di rendimento massimo IE3.
Il risparmio energetico annuale R, conseguibile dall’installazione di un motore ad alta efficienza IE3 al posto di un motore con efficienza minima IE2, può quindi essere determinato attraverso la seguente formula:

Dove:

R: P: Cc :

h: Cu:

IE2: IE3:

risparmio annuo di energia elettrica (kWh);
potenza di targa del motore (kW);
coefficiente di carico del motore, cioè la percentuale rispetto al pieno carico alla quale lavora il motore;
numero di ore annuo dell’attività produttiva a cui si fa riferimento (h/a);
coefficiente di utilizzo del motore, cioè la percentuale di ore di lavoro dello stabilimento per cui il motore viene impiegato;
rendimento di un motore con livello di efficienza (minima) IE2;
rendimento di un motore con livello di efficienza (massima) IE3.

R = P · Cc · h · Cu · (1/ IE2 – 1/ IE3) (1)

Per semplificare la notazione grafica, è possibile rappresentare la differenza (1/ IE2– 1/ IE3) con un parametro CR, il Coefficiente di Risparmio derivante dalla sostituzione di un motore IE2 (normale) con un motore IE3, a maggior efficienza. Con tale notazione la formula (1) diventa:

R = P · Cc · h · Cu · C (2)

Allo scopo di proporre una scheda standard semplificata per il calcolo del risparmio energetico R, è possibile quantizzare i parametri delle formule (1) e (2) sopra indicate. Il risultato sarà una scheda standard che fornisce dei valori approssimati, ma calcolabili in modo omogeneo da tutti gli utenti. Nei paragrafi successivi verranno quindi proposte delle semplificazioni nel calcolo del numero di ore di funzionamento h, nel Coefficiente di Risparmio CR dovuto alla scelta di un motore di maggior rendimento, nei fattori di carico Cc e di utilizzazione Cu.

— 47 —

2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

Numero di ore di funzionamento

Il numero di ore di funzionamento annuo “h” del motore di cui si vuole calcolare il risparmio energetico dipende dal numero dei turni lavorativi adottati dall’industria ove il motore è installato, quindi dal tipo di attività produttiva. Volendo adottare la stessa terminologia già impiegata nella precedente Scheda tecnica n. 11 (Cfr. [1]) si definisce:

Attività industriale con 1 turno di lavoro:
attività che si svolgono otto ore al giorno per cinque o sei giorni la settimana. Considerate le fermate programmate questo corrisponde ad un numero di ore anno compreso tra 1760 e 2200. Nei calcoli verrà impiegato il valore di 2000 ore.

Attività industriale con 2 turni di lavoro:

attività che si svolgono in due turni giornalieri di otto ore ciascuno per cinque o sei giorni la settimana, corrispondenti ad un numero di ore anno compreso tra 3520 e 4400. Nei calcoli verrà impiegato il valore di 4000 ore.

Attività industriale con 3 turni di lavoro:

attività che si svolgono in tre turni giornalieri di otto ore ciascuno per sette giorni la settimana (non essendoci normalmente l’interruzione della domenica), corrispondenti ad un numero di ore anno pari a 7680.

Attività industriale stagionale:

attività che si svolgono per un periodo di tre mesi di lavoro continuato, per un numero di ore di lavoro giornaliere pari a 24, corrispondenti ad un numero di ore anno pari a 2160.

Rendimento dei motori e Coefficiente di Risparmio

Nelle formule precedentemente esposte, è possibile vedere come il Risparmio energetico dovuto all’impiego di un motore elettrico di classe IE3 rispetto ad un motore di classe IE2, sia proporzionale al Coefficiente di Risparmio CR = (1/ IE2 – 1/ IE3).
Per praticità di consultazione, riportiamo nelle sottostanti Tabelle 1, 2 e 3 i valori dei rendimenti standard definiti dalla norma CEI EN 60034–30 per le classi di efficienza IE2 ed IE3, insieme al relativo valore di CR, per i casi di motori a 2, 4 e 6 poli.

— 48 —

2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

Potenza nominale [kW]

Rendimento IE2 [%]

Rendimento IE3 [%]

Differenza rendimenti [%]

Coefficiente CR:

(1/ IE2 – 1/ IE3)

0,75

77,4

80,7

3,3

0,0528

1,1

79,6

82,7

3,1

0,0471

1,5

81,3

84,2

2,9

0,0424

2,2

83,2

85,9

2,7

0,0378

3

84,6

87,1

2,5

0,0339

4

85,8

88,1

2,3

0,0304

5,5

87,0

89,2

2,2

0,0283

7,5

88,1

90,1

2,0

0,0252

11

89,4

91,2

1,8

0,0221

15

90,3

91,9

1,6

0,0193

18,5

90,9

92,4

1,5

0,0179

22

91,3

92,7

1,4

0,0165

30

92.0

93,3

1,3

0,0151

37

92,5

93,7

1,2

0,0138

45

92,9

94,0

1,1

0,0126

55

93,2

94,3

1,1

0,0125

75

93,8

94,7

0,9

0,0101

90

94,1

95,0

0,9

0,0101

110

94,3

95,2

0,9

0,0100

132

94,6

95,4

0,8

0,0089

160

94,8

95,6

0,8

0,0088

da 200 a 375

95,0

95,8

0,8

0,0088

Tabella 1 – Confronto fra i rendimenti di motori in classe IE2 ed in classe IE3: 2 poli.

— 49 —

2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

Potenza nominale [kW]

Rendimento IE2 [%]

Rendimento IE3 [%]

Differenza rendimenti [%]

Coefficiente CR:

(1/ IE2 – 1/ IE3)

0,75

79,6

82,5

2,9

0,0442

1,1

81,4

84,1

2,7

0,0394

1,5

82,8

85,3

2,5

0,0354

2,2

84,3

86,7

2,4

0,0328

3

85,5

87,7

2,2

0,0293

4

86,6

88,6

2,0

0,0261

5,5

87,7

89,6

1,9

0,0242

7,5

88,7

90,4

1,7

0,0212

11

89,8

91,4

1,6

0,0195

15

90,6

92,1

1,5

0,0180

18,5

91,2

92,6

1,4

0,0166

22

91,6

93,0

1,4

0,0164

30

92,3

93,6

1,3

0,0150

37

92,7

93,9

1,2

0,0138

45

93,1

94,2

1,1

0,0125

55

93,5

94,6

1,1

0,0124

75

94,0

95,0

1,0

0,0112

90

94,2

95,2

1,0

0,0112

110

94,5

95,4

0,9

0,0100

132

94,7

95,6

0,9

0,0099

160

94,9

95,8

0,9

0,0099

da 200 a 375

95,1

96,0

0,9

0,0099

Tabella 2 – Confronto fra i rendimenti di motori in classe IE2 ed in classe IE3: 4 poli.

— 50 —

2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

Potenza nominale [kW]

Rendimento IE2 [%]

Rendimento IE3 [%]

Differenza rendimenti [%]

Coefficiente CR:

(1/ IE2 – 1/ IE3)

0,75

75,9

78,9

3,0

0,0501

1,1

78,1

81,0

2,9

0,0458

1,5

79,8

82,5

2,7

0,0410

2,2

81,8

84,3

2,5

0,0363

3

83,3

85,6

2,3

0,0323

4

84,6

86,8

2,2

0,0300

5,5

86,0

88,0

2,0

0,0264

7,5

87,2

89,1

1,9

0,0245

11

88,7

90,3

1,6

0,0200

15

89,7

91,2

1,5

0,0183

18,5

90,4

91,7

1,3

0,0157

22

90,9

92,2

1,3

0,0155

30

91,7

92,9

1,2

0,0141

37

92,2

93,3

1,1

0,0128

45

92,7

93,7

1,0

0,0115

55

93,1

94,1

1,0

0,0114

75

93,7

94,6

0,9

0,0102

90

94,0

94,9

0,9

0,0101

110

94,3

95,1

0,8

0,0089

132

94,6

95,4

0,8

0,0089

160

94,8

95,6

0,8

0,0088

da 200 a 375

95,0

95,8

0,8

0,0088

Tabella 3 – Confronto fra i rendimenti di motori in classe IE2 ed in classe IE3: 6 poli.

— 51 —

2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1 Ipotesi semplificativa sul numero di poli

Se si intende realizzare una scheda standard basata su dati tabellari che conservi lo stesso dettaglio fornito dalla norma, è necessario adottare tre differenti tabelle con i valori di CR sopra riportati per i tre casi di motori a 2, 4 e 6 poli.
Considerando che la gran parte dei motori installati è a 4 poli (cfr. [4]), si può invece pensare di semplificare il problema adottando una unica tabella standard per tutti i tipi di motori, facendo sempre riferimento ai valori di CR del caso a 4 poli, anche per motori a 2 e 6 poli. Questa soluzione semplificativa, coerente con quella impiegata nella precedente versione della scheda standard n.11, potrebbe essere adottata al costo di un certo errore. Nella sottostante Tabella 4 si riporta l’errore relativo percentuale (E%) introdotto nel calcolo di CR nell’ipotesi di adottare, come riferimento, i valori di CR relativi ai 4 poli per tutti i tipi di motori. I valori di E% negativi indicano una sottostima del CR mentre i valori di E% positivi una sovrastima del CR.

Potenza [kW]

Coefficienti di Risparmio CR

Errore relativo [%]

2 poli

4 poli

6 poli

2 poli

4 poli

6 poli

0.75

0,0528

0,0442

0,0501

-20

0

-13

1.1

0,0471

0,0394

0,0458

-19

0

-16

1.5

0,0424

0,0354

0,0410

-20

0

-16

2.2

0,0378

0,0328

0,0363

-15

0

-10

3.0

0,0339

0,0293

0,0323

-16

0

-10

4.0

0,0304

0,0261

0,0300

-17

0

-15

5.5

0,0283

0,0242

0,0264

-17

0

-9

7.5

0,0252

0,0212

0,0245

-19

0

-15

11

0,0221

0,0195

0,0200

-13

0

-2

15

0,0193

0,0180

0,0183

-7

0

-2

18

0,0179

0,0166

0,0157

-8

0

5

22

0,0165

0,0164

0,0155

-1

0

6

30

0,0151

0,0150

0,0141

-1

0

6

37

0,0138

0,0138

0,0128

0

0

7

45

0,0126

0,0125

0,0115

0

0

8

55

0,0125

0,0124

0,0114

-1

0

8

75

0,0101

0,0112

0,0102

10

0

9

90

0,0101

0,0112

0,0101

10

0

10

110

0,0100

0,0100

0,0089

0

0

11

132

0,0089

0,0099

0,0089

11

0

11

160

0,0088

0,0099

0,0088

11

0

11

Da 200 a 375

0,0088

0,0099

0,0088

11

0

11

Tabella 4 – Errore introdotto dal considerare il CR del caso “4 poli” per tutti i tipi di motori.

Ipotesi semplificativa sulle classi di potenza

Tutte le tabelle sopra riportate sono caratterizzate dalla classificazione dei motori basata sulle 22 classi di potenza impiegate nella norma CEI 60034–30. Allo scopo di semplificare ulteriormente la scheda standard, si può pensare di raggruppare queste 22 classi di potenza in un numero minore di classi, seguendo lo stesso principio dell’errore accettabile adottato nella Scheda Tecnica n.11 (ove le classi di potenza erano 7). In questo modo si avrebbero soltanto 8 classi di potenza. Gli errori percentuali introdotti da tale assunzione sono riportati nella sottostante Tabella 5. I valori negativi

— 52 —

2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

indicano una sottostima del CR e quindi dei benefici accreditati con la scheda standard, mentre i valori positivi indicano una sovrastima. Per coerenza con l’ipotesi semplificativa precedente, si è impiegato come riferimento il valore di CR del caso a 4 poli. Il CR utilizzato come riferimento corrisponde a quello più basso, per il 4 poli, nell’intervallo di potenza considerato (ipotesi conservativa). I valori di CR rappresentativi delle classi di potenza, che verranno impiegati nella scheda standard, sono evidenziati in grassetto nella Tabella 5.

Potenza [kW]

classe di P [kW]

Coefficienti di Risparmio CR

Errore relativo [%]

2 poli

4 poli

6 poli

2 poli

4 poli

6 poli

0.75 1.1

P<=1,1 P<=1,1

0,0528 0,0471

0,0442

0,0394

0,0501 0,0458

– 25 – 16

– 11 0

– 21 – 14

1.5 2.2

1,1<P<=2,2 1,1<P<=2,2

0,0424 0,0378

0,0354

0,0328

0,0410 0,0363

– 22 – 13

-7 0

– 20 -9

3.0 4.0

2,2<P<=4 2,2<P<=4

0,0339 0,0304

0,0293

0,0261

0,0323 0,0300

– 23 – 14

– 11 0

– 19 – 13

5.5 7.5

4<P<=7,5 4<P<=7,5

0,0283 0,0252

0,0242

0,0212

0,0264 0,0245

– 25 – 16

– 12 0

– 20 – 13

11 15

7,5<P<=15 7,5<P<=15

0,0221 0,0193

0,0195

0,0180

0,0200 0,0183

– 19 -7

-8 0

– 10 -2

18 22 30

15<P<=30 15<P<=30 15<P<=30

0,0179 0,0165 0,0151

0,0166 0,0164 0,0150

0,0157 0,0155 0,0141

– 16 -9 -1

-9 -8 0

-4 -3 7

37 45 55

30<P<=55 30<P<=55 30<P<=55

0,0138 0,0126 0,0125

0,0138 0,0125 0,0124

0,0128 0,0115 0,0114

– 10 -1 -1

– 10 -1 0

-3 8 9

75

90
110
132
160
Da 200 a 375

55<P<=375 55<P<=375 55<P<=375 55<P<=375 55<P<=375 55<P<=375

0,0101 0,0101 0,0100 0,0089 0,0088 0,0088

0,0112 0,0112 0,0100 0,0099 0,0099 0,0099

0,0102 0,0101 0,0089 0,0089 0,0088 0,0088

-3 -3 -2 11 12 12

– 12 – 12 -2 0 0 0

-3 -3 11 11 12 12

Tabella 5 – Errore introdotto dall’accorpamento delle classi di potenza.

Coefficienti di carico e di utilizzazione

Coefficiente di carico del motore

Per vari motivi, i motori elettrici vengono spesso dimensionati per potenze più grandi di quelle strettamente necessarie allo svolgimento dei loro compiti. In generale, un motore lavora quindi ad una frazione della sua potenza di targa secondo un certo coefficiente di carico Cc. Questo valore varia notevolmente da caso a caso; per semplificare le valutazioni di risparmio energetico si propone di adottare un valore costante di Cc = 0,75.

Coefficiente di utilizzazione del motore

All’interno di uno stabilimento industriale, motori preposti ad usi diversi possono venire utilizzati per un numero di ore diverse, di norma inferiore al numero di ore di funzionamento dello stabilimento stesso, secondo un certo fattore di utilizzazione Cu. Il tempo di utilizzazione effettivo

— 53 —

2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1 può variare notevolmente; nei calcoli di risparmio energetico adotteremo l’ipotesi semplificativa di

considerare sempre un valore di Cu = 1.

Tabella del Risparmio Specifico Lordo RSL da porre nella scheda tecnica standard

Attraverso le formule (1) e (2) in precedenza esposte è possibile calcolare il risparmio annuo R di energia elettrica (in kWh), ottenibile dall’installazione di un motore in classe di efficienza IE3, anziché un motore in classe IE2, per motori a 2, 4 o 6 poli4.
Per convertire questo risparmio in termini di energia primaria il valore di R va moltiplicato per il fattore tep/kWh = 0.187 · 10-3, come richiesto dall’Agenzia per l’Energia Elettrica ed il Gas [5].

Il risultato è un Risparmio Lordo di energia primaria RL (espresso in tep) pari a:
RL=P·Cc ·h·Cu ·CR·0,187·10-3 (3)

Volendo esprimere il Risparmio Lordo RL in funzione della potenza P del motore installato e volendo raccogliere tutte le altre variabili in un unico fattore RSL la formula (3) diventa la seguente:

RL = P · RSL (4)

Nell’ipotesi di adottare le ipotesi semplificative suggerite ai paragrafi precedenti i fattori Cc, h, Cu e CR possono essere quantizzati e i valori possibili di RSL possono essere posti in una apposita tabella (Tabella 6), parametrizzata in funzione di h, come nella precedente scheda standard N. 11.

4 Per motori con un numero di poli maggiore di 6 la normativa non definisce le classi di efficienza IE.

— 54 —

2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

Tabella 6 – Tabella RSL aggiornata

RSL (tep/anno/kW)

Tipologia attività

Classi
di P[kW]

Industriale
1 turno di lavoro (h=2000)

Industriale
2 turni di lavoro (h=4000)

Industriale
3 turni di lavoro (h = 7680)

Industriale stagionale (h=2160)

P <= 1,1

0.0111

0.0221

0.0425

0.0119

1,1 <P<= 2,2

0.0092

0.0184

0.0354

0.0099

2,2 <P<= 4

0.0073

0.0146

0.0281

0.0079

4 <P<= 7,5

0.0059

0.0119

0.0228

0.0064

7,5 <P<= 15

0.0050

0.0101

0.0194

0.0054

15 <P<= 30

0.0042

0.0084

0.0162

0.0046

30 <P<= 55

0.0035

0.0070

0.0134

0.0038

55 <P<= 375

0.0028

0.0055

0.0106

0.0030

Si rammenta che per il calcolo dei valori di RSL sono stati considerati:

  • –  un numero di ore di funzionamento annuo h;
  • –  dei valori di CR = (1/ IE2 – 1/ IE3) calcolati secondo la nuova normativa, semplificati per un caso

    di riferimento dei 4 poli e per sole 8 classi di potenza;

  • –  ivaloridiCr=0,75ediCu=1;
  • –  un coefficiente tep/kWh pari a 0.187 · 10-3

    La Tabella 6 presenta quindi i nuovi valori di RLS, che possono essere impiegati per il calcolo standardizzato del risparmio di energia primaria, in una nuova scheda tecnica standard relativa ai motori elettrici ad alta efficienza. I valori proposti considerano le modificazioni normative introdotte dalla CEI EN 60034–30 e dal Regolamento Europeo 640/2009, seguendo le semplificazioni illustrate nei paragrafi precedenti.

    Si noti che, a seguito dei livelli di efficienza minima crescenti nel tempo come richiesto dal Regolamento 640/2009, la validità di tale scheda, per motori di potenza compresa tra 7,5 kW e 375 kW, verrà meno alla data del 1-1-2015. Per motori di potenza inferiore ai 7,5 kW, invece, la presente scheda standard scadrà alla data del 1-1-2017.

— 55 —

2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1 Riferimenti bibliografici

  1. 1]  Scheda Tecnica n.11 “Installazione di motori elettrici a più alta efficienza”, Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas
  2. 2]  Norma tecnica CEI EN 60034–30 “Classi di rendimento dei motori asincroni trifase con rotore a gabbia ad una sola velocità (Codice IE)”, Comitato Elettrotecnico Italiano, 2009.

3] Regolamento della Commissione N. 640/2009 del 22 luglio 2009 “recante modalità di applicazione della direttiva 2005/32/CE del Parlamento europeo e del Consiglio in merito alle specifiche per la progettazione ecocompatibile del motori elettrici”, Commissione Europea, 2009.

4] “Motori elettrici e variatori di velocità: ridurre i consumi energetici”. Sigfrido Vignati ENEA – AEIT 2008.

5] Delibera EEN 3/08, “Aggiornamento del fattore di conversione dei kWh in tonnellate equivalenti di petrolio connesso al meccanismo dei titoli di efficienza energetica”. Agenzia per l’Energia Elettrica ed il Gas, 2008

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2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

Scheda tecnica n. 31E – Installazione di sistemi elettronici di regolazione della

frequenza (inverter) in motori elettrici operanti su sistemi per la produzione di

aria compressa con potenza superiore o uguale a 11 kW.

1. 1.1

1.2

Calcolo del risparmio di energia primaria

ELEMENTI PRINCIPALI Descrizione dell’intervento

Categoria di intervento1:

Vita Utile2:
Vita Tecnica2: Settore di intervento:

Tipo di utilizzo:

IND-E ) Processi industriali: sistemi di azionamento efficienti (motori, inverter, ecc.), automazione e interventi di rifasamento U = 5 anni
T = 15 anni

Industria
Sistemi di compressione dell’aria azionati da motori elettrici

Condizioni di applicabilità della procedura

La presente procedura si applica per interventi effettuati su compressori di tipo “a vite”; l’algoritmo di calcolo del risparmio è stato elaborato tenendo conto del diagramma di carico tipico di questi compressori.

Metodo di valutazione3 Valutazione analitica

Coefficiente di addizionalità2 a = 100 %

Risparmio netto (RN) di energia primaria per ogni singolo compressore
RN = a · RL = 0,187 · 10-3 ·(k · PN · h – CP) (tep)

dove:
k = 0,616 è il fattore di consumo corrispondente ad una condizione ante di funzionamento carico- vuoto;

PN = potenza elettrica nominale del compressore (kW);
h = ore di funzionamento del compressore a giri variabili nel periodo di riferimento; CP = consumo di energia elettrica del compressore nel periodo di riferimento (kWh);

h e Cp sono le grandezze oggetto di misura

Coefficiente di durabilità2: = 2,65

Quote dei risparmi di energia primaria [tep]2: Risparmio netto contestuale (RNc) Risparmio netto anticipato (RNa) Risparmio netto integrale (RNI)

RNc = RN
RNa = ( – 1) · RN

RNI = RNc + RNa = · RN

Tipi di Titoli di Efficienza Energetica riconosciuti all’intervento4 Tipo I

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2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1 2. NORME TECNICHE DA RISPETTARE

  • –  Articolo6,decretiministeriali20luglio2004.
  • –  NormaCEIEN61800-2:Azionamentielettriciavelocitàvariabile.Parte2:Prescrizionigenerali

    e specifiche nominali per azionamenti a bassa tensione con motori in corrente alternata.

  • –  NormaCEIEN61800-4:Azionamentielettriciavelocitàvariabile.Parte4:Prescrizionigenerali e specifiche nominali per azionamenti a tensione superiore a 1 kV e fino a 35 kV con motori in

    corrente alternata.

o Norma CEI EN 60034-1: Macchine elettriche rotanti. Parte 1: Caratteristiche nominali e di

funzionamento.
o NormaCEI13-35:Guidaall’applicazionedelleNormesullamisuradell’energiaelettrica.
o Norma CEI EN 60359: Apparecchi di misura elettrici ed elettronici – Espressione delle

prestazioni.

3. DOCUMENTAZIONE DA CONSERVARE5

  • –  Nome,indirizzoerecapitotelefonicodiogniclientepartecipante.
  • –  Daticaratteristicidelcompressore
  • –  Documentazioneattestanteildettaglio(mensile)dellemisuredeiconsumidienergia

    del compressore e delle ore di funzionamento.

elettrica

Note:

  1. 1  Tra quelle elencate nella Tabella 2 dell’Allegato A alla deliberazione 27 ottobre 2011, EEN 9/11.
  2. 2  Di cui all’articolo 1, comma 1, dell’Allegato A alla deliberazione 27 ottobre 2011, EEN 9/11.
  3. 3  Di cui all’articolo 3 della deliberazione 27 ottobre 2011, EEN 9/11.
  4. 4  Di cui all’articolo 17 della deliberazione 27 ottobre 2011, EEN 9/11.
  5. 5  Eventualmente in aggiunta a quella specificata all’articolo 14, comma 3, dell’Allegato A alla

    ottobre 2011, EEN 9/11.

— 58 —

deliberazione 27

2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

Allegato alla scheda tecnica n. 31E: procedura per il calcolo del risparmio di energia primaria

Premessa

I sistemi per regolare la velocità di funzionamento dei compressori trovano applicazione principalmente in quei processi industriali che hanno una domanda di aria compressa fluttuante, sia in termini giornalieri che settimanali.
Esempi di domanda di aria compressa notevolmente fluttuante si segnalano nell’industria metallurgica, alimentare, tessile, farmaceutica, impianti chimici, ecc.

A differenza dei sistemi di regolazione tradizionali (elettro-meccanici), come i sistemi carico-vuoto, a valvola di strozzamento, a serranda modulante, ecc., che intervengono direttamente sulla portata d’aria introducendo delle perdite di carico, i sistemi elettronici di regolazione della frequenza (inverter) agiscono sulla velocità del compressore, in relazione alla domanda di portata d’aria, mantenendo il livello di efficienza energetica del sistema.

Di contro, non si ha nessun beneficio in termini di risparmio energetico, qualora la regolazione di frequenza venga applicata su compressori che operino in condizioni di carico costante.

Calcolo del risparmio di energia primaria

La potenza del compressore è di solito sovradimensionata. Questo comporta una regolazione nella produzione di aria compressa. Il metodo più diffuso di regolazione oggi in uso è quello di far funzionare il compressore a vuoto per un determinato periodo quando non c’è richiesta di aria, dopodiché, se la richiesta si rinnova il compressore inizia nuovamente a lavorare, oppure, in caso contrario, si ferma fino a nuova richiesta. In sostanza si possono individuare tre modalità di funzionamento del compressore:

  •  a pieno carico (la potenza assorbita dal motore corrisponde alle condizioni di progetto),
  •  a vuoto (la potenza assorbita dal motore sarà quella corrispondente ad un coefficiente di

    carico molto basso),

  •  fermo (nessun assorbimento).

    L’algoritmo per il calcolo del risparmio è stato impostato confrontando i consumi di energia elettrica nelle due condizioni ante e post intervento, nell’ipotesi che la condizione ante sia rappresentata da un funzionamento carico-vuoto, con percentuale di funzionamento a carico del 60%, a vuoto del 25% e fermo del 15%.

    Dati:
    PN = potenza nominale di targa (kW)
    h = ore di funzionamento
    FCC = fattore di carico = 0,75
    c = rendimento del motore a carico = 0,9
    FCV = fattore di carico a vuoto = 0,25
    v = rendimento del motore a vuoto = 0,54 (65% di c) % di ore di funzionamento a carico = 60% del totale CP = consumo di energia elettrica post (kWh)

    il risparmio di energia è riconducibile all’espressione:

    RL=0,187·10-3·[(PN·FCC/ c·0,60·h + PN· FCV/ v·0,25·h) – CP] = 0,187·10-3·(0,616·PN·h-CP) (tep)

— 59 —

2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

Scheda tecnica n. 32E – Installazione di sistemi elettronici di regolazione di frequenza (inverter) in motori elettrici operanti sui sistemi di ventilazione.

1. ELEMENTI PRINCIPALI 1.1 Descrizione dell’intervento

1.2 Calcolo del risparmio di energia primaria

Categoria di intervento1:

Vita Utile2:
Vita Tecnica2: Settore di intervento: Tipo di utilizzo:

IND-E ) Processi industriali: sistemi di azionamento efficienti (motori, inverter, ecc.), automazione e interventi di rifasamento U = 5 anni
T = 15 anni

Industriale, terziario
Sistemi di ventilazione azionati da motori elettrici

Metodo di valutazione3 Valutazione analitica

Coefficiente di addizionalità2 a = 100 %

Risparmio netto (RN) di energia primaria per ogni singolo ventilatore -3n n

RN = a · RL= 0,187 · 10 · Pa, i hi Pp, i hi (tep) i1 i1

dove:
– Pa,i e Pp,i sono le potenze elettriche assorbite dal motore in corrispondenza di assegnati regimi di

portata nella situazione ante intervento (serranda di regolazione) e con azionamento a velocità

variabile (situazione post) (kW);
– hi sono le ore di funzionamento dei motori ai medesimi regimi di portata nel periodo di

riferimento5; – n 4.

Nella sessione 1.2 dell’Allegato è riportata la procedura per il calcolo di Pa,i. Le ore hi, le potenze Pi e le portate Qi sono le grandezze oggetto di misura.

Coefficiente di durabilità2: = 2,65

Quote dei risparmi di energia primaria [tep]2: Risparmio netto contestuale (RNc) Risparmio netto anticipato (RNa) Risparmio netto integrale (RNI)

RNc = RN
RNa = ( – 1) · RN

RNI = RNc + RNa = · RN

Tipi di Titoli di Efficienza Energetica riconosciuti all’intervento4 Tipo I

2. NORME TECNICHE DA RISPETTARE

– Articolo6,decretiministeriali20luglio2004.
– NormaCEIEN61800-2:Azionamentielettriciavelocitàvariabile.Parte2:Prescrizionigenerali

e specifiche nominali per azionamenti a bassa tensione con motori in corrente alternata.

— 60 —

2-1-2013

Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

– –

3.

NormaCEIEN61800-4:Azionamentielettriciavelocitàvariabile.Parte4:Prescrizionigenerali e specifiche nominali per azionamenti a tensione superiore a 1 kV e fino a 35 kV con motori in corrente alternata.
Norma CEI EN 60034-1: Macchine elettriche rotanti. Parte 1: Caratteristiche nominali e di funzionamento. NormaCEI13-35:Guidaall’applicazionedelleNormesullamisuradell’energiaelettrica.

Norma CEI EN 60359: Apparecchi di misura elettrici ed elettronici – Espressione delle prestazioni.

DOCUMENTAZIONE DA TRASMETTERE

In caso di rilievo della potenza assorbita nella situazione ante secondo la modalità a) deve essere allegata la documentazione fornita dal costruttore attestante i valori della potenza assorbita dal ventilatore in funzione della portata.

4. DOCUMENTAZIONE DA CONSERVARE 5

Nome, indirizzo e recapito telefonico di ogni cliente partecipante.
Documentazione delle prove sperimentali svolte con regolazione della portata mediante

serranda, a cui è stato assoggettato ciascun gruppo.
Documentazione delle prove sperimentali svolte con regolazione della portata mediante

inverter, a cui è stato assoggettato ciascun gruppo.
Documento di esercizio da cui si possano evincere i regimi parziali di portata ed il

corrispondente numero di ore di funzionamento a cui ciascun gruppo è stato sottoposto durante il periodo di funzionamento.

Note:
1 Tra quelle elencate nella Tabella 2 dell’Allegato A alla deliberazione 27 ottobre 2011, EEN 9/11.
2 Di cui all’articolo 1, comma 1, dell’Allegato A alla deliberazione 27 ottobre 2011, EEN 9/11.
3 Di cui all’articolo 3 della deliberazione 27 ottobre 2011, EEN 9/11.
4 Di cui all’articolo 17 della deliberazione 27 ottobre 2011, EEN 9/11.
5 Eventualmente in aggiunta a quella specificata all’articolo 14, comma 3, dell’Allegato A alla deliberazione 27

ottobre 2011, EEN 9/11.

— 61 —

2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

Allegato alla scheda tecnica n. 32E: procedura per il calcolo del risparmio di energia primaria

Premessa

I sistemi per regolare la velocità di funzionamento dei ventilatori trovano applicazione principalmente in quei processi industriali che hanno una domanda di aria di ventilazione variabile, in relazione all’andamento del processo produttivo.
Esempi di una forte domanda di aria di ventilazione si segnalano nell’industria metallurgica, ceramica, tessile, farmaceutica, impianti chimici, ecc. ed in genere dove sono presenti forni di cottura, di essiccazione ed impianti di abbattimento dell’inquinamento atmosferico.

A differenza dei sistemi di regolazione tradizionali (elettro-meccanici), come i sistemi on-off, a serranda modulante, ecc., che intervengono direttamente sulla portata d’aria introducendo delle perdite di carico, i sistemi elettronici di variazione della velocità del motore basati sulla regolazione della frequenza e della tensione (inverter), in relazione alla domanda di portata d’aria, mantengono il livello di efficienza energetica del sistema.

La procedura indicata è di tipo analitico. Essa, anche se comporta un maggiore impegno della procedura standard in termini di misure, di disponibilità di dati storici e della loro elaborazione, è ritenuta necessaria per un’accettabile accuratezza nella determinazione del risparmio energetico.

Al fine di rendere più generale la validità della scheda e consentire l’applicazione sia agli impianti esistenti sia alle nuove installazioni, sono previste due modalità di calcolo che differiscono nel modo di determinare le potenze di funzionamento nella situazione ante intervento.

Entrambe le modalità richiedono che vengano effettuate le seguenti attività:

A)Determinazione della potenza elettrica Pa,i nella situazione ante intervento, assorbita in corrispondenza di N valori della portata Qi;

B) Analoga misura della potenza elettrica Pp,i assorbita in corrispondenza dei valori di portata Qi, adottando la regolazione della portata mediante inverter;

C)Estrapolazione dei consumi energetici nel corso del periodo di riferimento e calcolo del risparmio della seconda soluzione rispetto alla prima.

Il valore della potenza elettrica Pa,i nella situazione ante intervento, può essere ricavata nelle seguenti due modalità:

a) dai dati del costruttore b) tramite misura diretta

La modalità a) è da utilizzarsi in caso di mancanza della serranda di regolazione, mentre la b) è da utilizzarsi nel caso sia presente la serranda di regolazione.

Nel caso a) se i dati del costruttore si riferiscono al valore della potenza assorbita dal ventilatore è necessario risalire alla potenza assorbita dal motore elettrico tramite il rendimento di quest’ultimo da ricavare dalla tabella di seguito riportata.

— 62 —

2-1-2013

Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE

Serie generale – n. 1

Rendimento motori elettrici (corrispondente alla classe IE2)

Numero poli Potenza (kW) 2 4 6

0,75 77,4 79,6 75,9

1,1 79,6 81,4 78,1

1,5 81,3 82,8 79,8

2,2 83,2 84,3 81,8

3 84,6 85,5 83,3

4 85,8 86,6 84,6

5,5 87,0 87,7 86,0

7,5 88,1 88,7 87,2

11 89,4 89,8 88,7

15 90,3 90,6 89,7

18,5 90,9 91,2 90,4

22 91,3 91,6 90,9

30 92,0 92,3 91,7

37 92,5 92,7 92,2

45 92,9 93,1 92,7

55 93,2 93,5 93,1

75 93,8 94,0 93,7

90 94,1 94,2 94,0

110 94,3 94,5 94,3

132 94,6 94,7 94,6

160 94,8 94,9 94,8

200 95,0 95,1 95,0

375 95,0 95,1 95,0

Misura della potenza ante nel caso sia presente la serranda

La misura in oggetto consiste nel rilievo della potenza elettrica assorbita dal motore in corrispondenza di prefissati regimi di portata. Agendo sulla serranda di regolazione, si dovranno registrare almeno quattro situazioni, tipicamente al 100%, 75%, 50% e 25%.
Qualora questa serie di misure, significative della situazione ante intervento, non siano state effettuate prima dell’installazione dell’inverter, si può sempre provvedere anche dopo l’installazione, purché si proceda con i seguenti accorgimenti:

  •  Regolare il variatore di velocità a 50 Hz,
  •  Azionare la serranda fino a leggere il valore della portata desiderata,
  •  Registrare il valore della potenza assorbita dal motore per la suddetta portata,
  •  Moltiplicare il valore della potenza assorbita, se essa è misurata a monte dell’inverter, per il

    rendimento del variatore di velocità ricavabile dalla tabella sottostante.

    I valori della potenza, nei casi intermedi possono essere calcolati per interpolazione.

Rendimento inverter

Taglia Inverter (kW)

Frequenza

>0,1

>1

— 63 —

>10

>100

>1000

50 Hz

88,0%

92,5%

97,0%

98,0%

98,0%

2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

Misura della potenza con inverter

Nella situazione post intervento, si dovrà effettuare la misura della potenza elettrica assorbita a monte dell’inverter con l’unica accortezza di porre attenzione alla corrispondenza tra il regime di letture nella situazione post con la situazione ante.

Calcolo del risparmio di energia primaria

Dalle misure delle potenze assorbite nelle condizioni ante e post intervento, per passare alla determinazione della relativa energia consumata, è necessario conoscere la distribuzione delle ore di carico, ossia il numero di ore hi alle quali si riscontra la portata Qi.
I dati raccolti sono riportati nella tabella di rendicontazione seguente mediante la quale si calcolano i risparmi espressi in kWh

Portata

Frequenza

Ore anno

Potenza assorbita ante

Energia consumata ante

Potenza assorbita post

Energia consumata post

Risparmio

(l/s)

Hz

h/a

kW

kWh

kW

kWh

kWh

Q1

Hz1

H1

Pa,1

Ea,1=h1·Pa,1

Pp,1

Ep,1=h1·Pp,1

R1= Ea,1- Ep,1

Q2

Hz2

H2

Pa,2

Ea,2=h2·Pa,2

Pp,2

Ep,2=h2·Pp,2

R2= Ea,2- Ep,2

Q3

Hz3

H3

Pa,3

Ea,3=h3·Pa,3

Pp,3

Ep,3=h3·Pp,3

R3= Ea,3- Ep,3

Q4

Hz4

H4

Pa, 4

Ea,4=h4·Pa,4

Pp, 4

Ep,4=h4·Pp,4

R4= Ea,4- Ep,4

Qn

Hzn

Hn

Pa,n

Ea,n=hn·Pa,n

Pp,n

Ep,n=hn·Pp,n

Rn= Ea,n- Ep,n

Il risparmio complessivo di energia primaria nel periodo di riferimento, è espresso dalla relazione:

-3 n RN=a·RL=0,187·10 · Pa,ihi

n
Pp,i hi (tep)

i1 i1

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2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

Scheda tecnica n. 33E – Rifasamento di motori elettrici di tipo distribuito presso la localizzazione delle utenze.

1. ELEMENTI PRINCIPALI 1.1 Descrizione dell’intervento

Categoria di intervento1:

Vita Utile2:
Vita Tecnica2: Settore di intervento: Tipo di utilizzo:

IND-E) Processi industriali: sistemi di azionamento efficienti (motori, inverter, ecc.), automazione e interventi di rifasamento
U = 5 anni

T = 15 anni
Industriale Rifasamento distribuito

Condizioni di applicabilità della procedura

La presente scheda si applica a interventi di rifasamento distribuito su motori elettrici di potenza inferiore a 37 kW nel settore industriale. La scheda non è applicabile per rifasamento centralizzato (sulla stazione di trasformazione principale). L’intervento deve consentire il raggiungimento di un fattore di potenza almeno pari a 0,9.

1.2 Calcolo del risparmio di energia primaria

Metodo di valutazione3 Valutazione standardizzata

Unità fisica di riferimento (UFR)2 Motore elettrico sottoposto a rifasamento

Risparmio Specifico Lordo (RSL) di energia primaria (tep/anno/motore) conseguibile per singola unità fisica di riferimento per diverse superfici di stabilimento e diverse tipologie di attività (turni).

Si considerano quattro categorie di superficie “A” dello stabilimento:

La superficie “A” di riferimento dello stabilimento è misurata da planimetria catastale.

La tipologia di attività viene così definita:
– 1 turno: attività che si svolgono otto ore al giorno per cinque o sei giorni la settimana

corrispondenti, considerate le fermate programmate, ad un numero di ore anno compreso tra

1760 e 2200.
– 2 turni: attività che si svolgono in due turni giornalieri di otto ore ciascuno per cinque o sei giorni

la settimana, corrispondenti ad un numero di ore anno compreso tra 3520 e 4400.
– 3 turni: attività che si svolgono in tre turni giornalieri di otto ore ciascuno per sette giorni la settimana (non essendoci normalmente l’interruzione della domenica) corrispondenti ad un

numero di ore anno pari a 7680.
– Stagionale: attività che si svolgono per un periodo di tre mesi di lavoro continuato, per 24 ore di

lavoro giornaliere, corrispondenti ad un numero di ore anno pari a 2160. P = potenza attiva del motore rifasato (kW)

Caso A1

A < 1.000 m2

Caso A2

1.000 m2 A < 10.000 m2

Caso A3

10.000 m2 A < 100.000 m2

Caso A4

A > 100.000 m2

— 65 —

2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

Caso A1

Caso A2

Caso A3

Caso A4

RSL (tep/anno/motore)

Tipologia attività

P<4

4 P<6

6 P<8

8 P<11

11 P<14

14 P<18

18 P<22

22 P<30

30 P<37

1 turno

0,002

0,004

0,007

0,009

0,012

0,016

0,020

0,030

0,034

2 turni

0,004

0,008

0,015

0,017

0,020

0,035

0,040

0,060

0,068

3 turni

0,007

0,016

0,027

0,030

0,040

0,067

0,080

0,116

0,132

Stagionale

0,002

0,005

0,008

0,010

0,012

0,019

0,023

0,033

0,037

RSL (tep/anno/motore)

Tipologia attività

P<4

4 P<6

6 P<8

8 P<11

11 P<14

14 P<18

18 P<22

22 P<30

30 P<37

1 turno

0,006

0,013

0,023

0,021

0,032

0,053

0,065

0,094

0,108

2 turni

0,012

0,026

0,047

0,041

0,065

0,105

0,130

0,189

0,215

3 turni

0,023

0,051

0,080

0,090

0,125

0,195

0,235

0,366

0,418

Stagionale

0,006

0,014

0,025

0,023

0,035

0,055

0,070

0,103

0,118

RSL (tep/anno/motore)

Tipologia attività

P<4

4 P<6

6 P<8

8 P<11

11 P 14

14 P<18

18 P<22

22 P<30

30 P<37

1 turno

0,013

0,029

0,052

0,046

0,072

0,112

0,124

0,211

0,241

2 turni

0,026

0,059

0,104

0,093

0,144

0,225

0,287

0,412

0,482

3 turni

0,051

0,114

0,182

0,215

0,280

0,420

0,580

0,818

0,934

Stagionale

0,014

0,032

0,055

0,061

0,079

0,133

0,135

0,230

0,263

RSL (tep/anno/motore)

Tipologia attività

P<4

4 P<6

6 P<8

8 P<11

11 P<14

14 P<18

18 P<22

22 P<30

30 P<37

1 turno

0,018

0,041

0,064

0,076

0,102

0,163

0,175

0,298

0,341

2 turni

0,037

0,083

0,127

0,155

0,204

0,346

0,350

0,596

0,681

3 turni

0,071

0,161

0,256

0,294

0,396

0,571

0,678

1,156

1,321

Stagionale

0,020

0,045

0,070

0,082

0,111

0,189

0,191

0,325

0,372

Coefficiente di addizionalità2 a = 100%

Coefficiente di durabilità 2 =2,65

Quote dei risparmi di energia primaria [tep/a]2: Risparmio netto contestuale (RNc) Risparmio netto anticipato (RNa) Risparmio netto integrale (RNI)

RNc = a · RSL · NUFR RNa = ( – 1) · RNc

RNI = RNc + RNa = · RNc

Tipi di Titoli di Efficienza Energetica riconosciuti all’intervento4 Tipo I

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2-1-2013

Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

2.

DOCUMENTAZIONE SUPPLEMENTARE DA CONSERVARE5

– Caratteristiche dei condensatori di rifasamento da inserire e documentazione comprovante l’acquisto.

– Planimetriaconladisposizionedeicondensatoridirifasamento. – Nome,indirizzoenumerotelefonicodiogniclientepartecipante.

Note

  1. TraquelleelencatenellaTabella2dell’AllegatoAalladeliberazione27ottobre2011,EEN9/11.
  2. Dicuiall’articolo1,comma1,dell’AllegatoAalladeliberazione27ottobre2011,EEN9/11.
  3. Dicuiall’articolo3dell’AllegatoAalladeliberazione27ottobre2011,EEN9/11.
  4. Dicuiall’articolo17dell’AllegatoAalladeliberazione27ottobre2011,EEN9/11.
  5. Eventualmenteinaggiuntaaquellaspecificataall’articolo14dell’AllegatoAalladeliberazione27ottobre

    2011, EEN 9/11

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2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

Allegato alla scheda tecnica n. 33E: procedura per il calcolo del risparmio di energia primaria

Premessa

Con il termine rifasamento si intende l’immissione di potenza reattiva capacitiva in un certo punto di una rete elettrica, al fine di compensare la potenza reattiva induttiva richiesta e di aumentare il fattore di potenza della corrente erogata dall’alimentazione. I carichi induttivi, quali i motori elettrici e le lampade fluorescenti, determinano lo sfasamento della corrente rispetto alla tensione, con conseguenze quali:

aumento della corrente circolante nei conduttori, che impone il loro sovradimensionamento e possibili problemi per surriscaldamento;

cadute di tensione nella rete di distribuzione interna;

riduzione della potenza attiva trasportabile lungo i cavi.
In sede di intervento per il rifasamento dei carichi può essere conveniente verificare la presenza di componenti armoniche della corrente al fine di intervenire in modo più organico e razionale. Gli effetti negativi dovuti al basso fattore di potenza si evitano anzitutto con l’inserimento di filtri e altri dispositivi, con un giusto dimensionamento dei componenti elettrici e con una corretta disposizione delle utenze.
Dal punto di vista tecnico, un impianto correttamente progettato può funzionare bene anche in presenza di un basso fattore di potenza; procedendo al rifasamento dei carichi si ottengono tuttavia una serie di interessanti vantaggi tecnici ed economici.
Finora l’attenzione si è concentrata sul rifasamento globale (legata alle penali che l’utilizzatore paga al distributore) che è dimensionato per il carico medio con una serie di condensatori in batteria che si inseriscono per evitare di finire in penale.
Qualora invece si abbiano distanze rilevanti e fattori di utilizzo elevati può diventare interessante il rifasamento direttamente sul carico che permette di ridurre le perdite nei cavi e permette anche di utilizzare gli stessi cavi per altri allacci, aumentando la potenza trasferibile sugli stessi cavi anche del 30%, e permettendo ampliamenti senza potenziare le linee.

La tecnologia

I principali mezzi per la produzione di potenza reattiva sono:

  • –  condensatori: il condensatore immagazzina energia reattiva durante il ciclo di carica e la cede al

    circuito al quale è collegato durante la fase di scarica; su questo principio il condensatore viene impiegato base per la realizzazione di batterie di rifasamento e dei dispositivi statici di regolazione della potenza reattiva.

  • –  alternatori sincroni, che forniscono potenza alle utenze finali attraverso i sistemi di trasmissione e di distribuzione. Intervenendo sull’eccitazione dell’alternatore si può regolare il valore della tensione generata e di conseguenza le iniezioni di potenza reattiva in rete; in questo modo si possono migliorare i profili di tensione del sistema e ridurre le perdite di potenza lungo le linee stesse.
  • –  compensatori sincroni, ossia macchine elettriche che, ai fini del rifasamento, assorbono la potenza reattiva in eccesso o forniscono, a seconda dei casi, quella necessaria. Hanno rilevanti costi di installazione che ne giustifica l’utilizzo prevalentemente nella della rete di trasmissione per la regolazione della tensione e dei flussi di potenza reattiva. Sono talvolta sostituiti da sistemi basati sull’elettronica di potenza quali i TSC (thyristor switched capacitors) e i TCR (thyristor controlled reactors).

    In base alle modalità di ubicazione dei condensatori i principali metodi di rifasamento sono:

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2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

– rifasamento per gruppi di utilizzatori;
– rifasamento centralizzato;
– rifasamento distribuito, ossia utilizzatore per utilizzatore.
La scelta del metodo da adottare va effettuata in relazione all’ubicazione e alle caratteristiche dei singoli utilizzatori e alla contemporaneità di funzionamento di più gruppi.
Dal punto di vista tecnico le caratteristiche di un impianto di rifasamento risulteranno migliori quanto maggiore sarà la suddivisione della potenza reattiva totale in singole batterie di potenza decentrate.
Il rifasamento singolo, oggetto della presente scheda, prevede l’installazione di un condensatore distinto per ogni utilizzatore da rifasare. La potenza reattiva necessaria viene in tal modo generata nello stesso punto di utilizzazione, senza interessare le linee di alimentazione interne all’edificio. Nella scheda in oggetto si è fatto riferimento al rifasamento distribuito con impiego di condensatori.

Calcolo del risparmio di energia primaria conseguibile per singola unità fisica di riferimento

Per il calcolo del risparmio di energia primaria si è fatto riferimento alla scheda “Rifasamento delle linee elettriche del proponente”, classificata con la sigla [IL] del testo “Domande di contributo in relazione alla legge 10/91” redatto da ENEA e pubblicato nel marzo 1993.
La formula per il calcolo del risparmio, con le adeguate correzioni rivolte al lavoro in oggetto, è:

P2 P 217,8Lh1cos2 cos1cos2 cosQ

R f S V2

E

Dove:
cos = fattore di potenza attuale;
fE= fattore di conversione pari a 0,187 tep/MWh, ai sensi della delibera EEN 3/08 dell’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas;
h= ore annue di funzionamento;
L= lunghezza del cavo in km;
Q= potenza dei condensatori inseriti in kVAR;
R= risparmio conseguibile in tep;
S= sezione del cavo misurata in mm2;
V= tensione pari a 400V;
I risparmi sono calcolati in funzione delle variabili L, h, P e S.

La lunghezza L è stabilita a partire dalla superficie dello stabilimento. La superficie è stata legata alla lunghezza L nella seguente maniera: si è convenzionalmente assunta una superficie di un quadrato equivalente a quella dello stabilimento, di diagonale D. La lunghezza L è determinata come valore della semidiagonale: L=D/2.

Stabilimento

lato superficie

L (lunghezza conduttore)

lunghezza in m

lunghezza in km

S=1.000 m2

31,6

0,02

S=10.000 m2

100,0

0,07

S=50.000 m2

223,6

0,16

S=100.000 m2

316,2

0,22

— 69 —

2-1-2013

Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

Caso A1

A < 1.000 m2

Caso A2

1.000 m2 A < 10.000 m2

Caso A3

10.000 m2 A< 100.000 m2

Caso A4

A > 100.000 m2

Sono state proposte quattro categorie di superficie, e per ciascuna sono stati calcolati i risparmi. L’utilizzatore sceglie la superficie in base ai dati delle planimetrie catastali; ad ognuno dei quattro casi (A1-A2-A3-A4) è associata una tabella con i risparmi in fonti primarie.

Le ore h sono stabilite sulla base dei turni di lavoro. Il riferimento è la scheda tecnica 11* “Installazione di motori a più alta efficienza”. L’utilizzatore della scheda verifica in quale delle condizioni lavora il motore sottoposto a rifasamento:

  •  1 turno: attività che si svolgono otto ore al giorno per cinque o sei giorni la settimana corrispondenti, considerate le fermate programmate, ad un numero di ore anno compreso tra 1760 e 2200.
  •  2 turni: attività che si svolgono in due turni giornalieri di otto ore ciascuno per cinque o sei giorni la settimana, corrispondenti ad un numero di ore anno compreso tra 3520 e 4400.
  •  3 turni: attività che si svolgono in tre turni giornalieri di otto ore ciascuno per sette giorni la settimana (non essendoci normalmente l’interruzione della domenica) corrispondenti ad un numero di ore anno pari a 7680.
  •  Stagionale: attività che si svolgono per un periodo di tre mesi di lavoro continuato, per 24 ore di lavoro giornaliere, corrispondenti ad un numero di ore anno pari a 2160.

    Ai fini del calcolo dei risparmi, per il caso di 1 turno e 2 turni di lavoro, è stato assunto un numero di ore pari alla media degli estremi dell’intervallo considerato. Nel caso di 3 turni e nel caso di lavoro Stagionale le ore assunte nel calcolo sono rispettivamente 7680 e 2160.
    La potenza P è data sotto forma di intervallo. Gli intervalli di potenza Q sono determinati di conseguenza, prendendo come riferimento la tabella 6.5.3.1 del testo Olivieri-Ravelli “Fondamenti di Elettrotecnica”, e procedendo a estrapolazioni laddove opportuno.

È da considerare che il rifasamento sul carico non prevede batterie di condensatori ad inserimento progressivo, per cui a carico ridotto si avrebbe una potenza reattiva in anticipo, cosa senz’altro da evitare.

– RiguardoallasezioneSsonostateseguiteregoledibasedidimensionamento.Inparticolaresiè fatto riferimento alle curve che mettono in relazione la densità di corrente in funzione della sezione del conduttore, per dei cavi isolati in gomma (vedi figura seguente, fonte: G. Petrecca “Industrial Energy Management”).

Sono state considerate quattro categorie di potenza:
P< 10 kW, 10<P<20 kW, 20<P<30 kW, P>30 kW.

A ciascuna categoria sono stati associati dei valori di sezione cautelativi, calcolati come segue: 1) per ogni intervallo sono stati considerati, rispettivamente, i seguenti valori di potenza per definire le sezioni: 4 kW, 8 kW, 14 kW, 40 kW. I risultati ottenuti per queste potenze rappresentano i valori da associare all’intero intervallo.

Potenza nominale del motore P (kW)

4

6

8

11

14

18

22

30

40

Potenza nominale del condensatore (kvar)

2

3

4

5

6

8

10

12

13

— 70 —

2-1-2013

Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

2) per ciascuna potenza è stato calcolato il valore di corrente, data la tensione di riferimento di 400 V.
3) Partendo dalla curva “d” della figura seguente, che lega la densità di corrente alla sezione del conduttore (A/mm2-mm2), è stata prodotta una curva densità di corrente – corrente (A/mm2-A), discretizzando l’intervallo delle sezioni per definiti valori.

4) Sono state confrontate le intensità di corrente calcolate al punto 2) con i nuovi valori della curva del punto 3) e, con ipotesi cautelative, scelte le sezioni sulla stessa curva 3).

— 71 —

2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

Scheda tecnica n. 34E – Riqualificazione termodinamica del vapore acqueo

attraverso la ricompressione meccanica (RMV) nella concentrazione di

soluzioni.

1. 1.1

1.2

Calcolo del risparmio di energia primaria

ELEMENTI PRINCIPALI Descrizione dell’intervento

Categoria di intervento1:

Vita Utile2:
Vita Tecnica2: Settore di intervento: Tipo di utilizzo:

IND-T ) Processi industriali: generazione o recupero di calore per raffreddamento, essiccazione, cottura, fusione, ecc
U = 5 anni

T = 20 anni
Industriale
Dispositivi per la riqualificazione termodinamica del vapore acqueo attraverso compressione meccanica

Condizioni di applicabilità

La presente procedura si applica unicamente a quegli interventi in cui il vapore è prodotto con una caldaia alimentata da combustibile fossile.

Metodo di valutazione3 Valutazione analitica

Coefficiente di addizionalità2 a = 100 %

Risparmio Lordo (RL) di energia primaria conseguibile
RL = Qd · k1 – fE · Eec (tep)

dove:
Qd è la quantità di distillato prodotto nel periodo di riferimento (t)
k1 è l’energia primaria per l’evaporazione di 1 t di distillato prodotto in condizione di baseline, pari a 0,0203 tep/t
fE è il fattore di conversione dell’energia elettrica in energia primaria, pari a 0,187 tep/MWhe

Eec è l’energia elettrica annua consumata dal compressore di vapore e dagli ausiliari nel periodo di riferimento (MWh)

Risparmio Netto (RN) è espresso da:
RN = a · RL – Cf · PCI · k2 (tep)

dove:
Cf è la quantità di combustibile fossile utilizzata dalla caldaia per gli avviamenti o durante le

avarie del compressore nel periodo di riferimento (um)
PCI è il potere calorifico del combustibile fossile (delibera AEEG EEN 1/09) (kJ/um) um è l’unità di misura prescelta per il combustibile utilizzato (m3, kg, etc.)
k2 è il fattore di conversione (tep/kJ)

Le considerazioni sul calcolo sono riportate nella sessione 2.1 allegata (Algoritmo di valutazione per il calcolo del risparmio) e le grandezze Qd, Eec, Cf devono essere oggetto di misura.

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2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

Coefficiente di durabilità2: = 3,36

Quote dei risparmi di energia primaria [tep]2: Risparmio netto contestuale (RNc) Risparmio netto anticipato (RNa) Risparmio netto integrale (RNI)

RNc = RN
RNa = ( – 1) · RN

RNI = RNc + RNa = · RN

Tipi di Titoli di Efficienza Energetica riconosciuti all’intervento4 Tipo II/Tipo III

2. NORME TECNICHE DA RISPETTARE

  • –  Articolo6decretiministeriali20luglio2004.
  • –  Certificazionidiconformitàditutteleapparecchiatureallanormativatecnicavigente.
  • –  Il motore del compressore deve avere la marcatura indicante l’appartenenza alla classe di

    efficienza IE3, in conformità al Regolamento della Commissione N. 640/2009

  • –  NormaCEIEN60034-1:Macchineelettricherotanti.Parte1:Caratteristichenominalie
  • –  difunzionamento.
  • –  NormaCEI13-35:Guidaall’applicazionedelleNormesullamisuradell’energiaelettrica.
  • –  Norma CEI EN 60359: Apparecchi di misura elettrici ed elettronici – Espressione delle

    prestazioni.

3. DOCUMENTAZIONE SUPPLEMENTARE DA CONSERVARE5

  • –  Nome,indirizzoerecapitotelefonicodiogniclientepartecipante.
  • –  Documentazione attestante le misure della quantità annua di distillato prodotto, dei consumi di

    energia elettrica del compressore e degli ausiliari e della quantità di combustibile fossile utilizzata per gli avviamenti o durante le avarie del compressore.

Note:

  1. 1  Tra quelle elencate nella Tabella 2 dell’Allegato A alla deliberazione 27 ottobre 2011, EEN 9/11.
  2. 2  Di cui all’articolo 1, comma 1, dell’Allegato A alla deliberazione 27 ottobre 2011, EEN 9/11.
  3. 3  Di cui all’articolo 3 della deliberazione 27 ottobre 2011, EEN 9/11.
  4. 4  Di cui all’articolo 17 della deliberazione 27 ottobre 2011, EEN 9/11.
  5. 5  Eventualmente in aggiunta a quella specificata all’articolo 14, comma 3, dell’Allegato A alla

    ottobre 2011, EEN 9/11.

— 73 —

deliberazione 27

2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

Allegato alla scheda tecnica n. 34E: procedura per il calcolo del risparmio di energia primaria

Premessa

Questa scheda descrive il metodo per la determinazione del risparmio energetico conseguibile a seguito dell’utilizzo della ricompressione meccanica del vapore (RMV) al posto della produzione di vapore vivo in caldaia mediante combustibili fossili.
Il metodo proposto, di valutazione analitica, prevede che sia effettuata in campo la misura di alcuni parametri.

Nell’ottica di limitare le misurazioni, sono state introdotte, ove possibile, delle ipotesi di lavoro; inoltre, per semplificare l’attività di misura, è stato formulato un algoritmo di calcolo del risparmio in cui le grandezze oggetto di misura rientrano tra quelle effettuate di routine; esse riguardano la quantità di distillato prodotto, l’energia elettrica consumata ed il consumo di combustibile fossile.

La tecnologia

Molti processi industriali hanno l’esigenza di concentrare soluzioni facendo evaporare il solvente che, nella maggior parte dei casi, è acqua. Questa operazione richiede una grande quantità di energia che di solito viene conferita mediante vapore prodotto in una caldaia alimentata da un combustibile fossile. Gli impianti solitamente utilizzati per ottenere questo scopo sono quelli così detti a multipli effetti, dove il vapore generato da una caldaia viene somministrato al primo effetto, mentre gli altri effetti, in cascata, sono alimentati dal vapore di processo che si libera nell’effetto precedente e che si trova ad operare in ambienti dove la pressione è man mano ridotta con una conseguente riduzione della temperatura di vapore saturo. Esistono però ancora in funzione molti impianti dove per far evaporare la soluzione non si ricorre ai multipli effetti (ambienti con pressioni decrescenti), ma si applica la pressione atmosferica.

In alternativa a queste tecniche si può ricorrere, con il medesimo risultato, alla ricompressione meccanica del vapore (in seguito RVM).
La RMV è un processo ad elevata efficienza energetica che consiste nell’incrementare, mediante un compressore meccanico, la pressione e quindi anche la temperatura del vapore proveniente dalla soluzione in ebollizione.

Il vapore, così valorizzato nel suo contenuto entalpico, viene utilizzato nel processo al posto di quello prodotto in caldaia, con notevole risparmio di combustibile. Questa tecnologia non comporta utilizzo di vapore vivo prodotto da caldaia, a meno di quello necessario all’avviamento del processo e quello occorrente per i reintegri, ed elimina la necessità del raffreddamento e quindi l’utilizzo del condensatore ausiliario ed i relativi costi.

La RMV comporta però un assorbimento di energia elettrica a fronte di una più consistente riduzione di energia termica, con un risparmio finale di energia primaria.
I consumi specifici (elettrici) della RMV sono dell’ordine di 10 ÷ 30 kWh/t acqua prodotta che in termini di energia primaria corrispondono a 78 ÷ 235 kJ/kg contro gli 850 kJ/kg (termico+elettrico) di un impianto a tre effetti.

Un ulteriore impiego della RMV riguarda la essiccazione. Di solito l’essiccazione viene effettuata tramite aria calda e richiede consumi termici piuttosto elevati (4 ÷ 4,5 MJ/kg di acqua asportata). Essa può essere sostituita dalla RMV, utilizzando vapore leggermente surriscaldato al posto dell’aria calda e con consumi pari alla metà. Gli impianti realizzati però sono pochissimi ed ancora a livello sperimentale per cui si può dedurre che questa applicazione risulta ancora troppo lontana da una sua diffusa applicazione industriale. Per questo motivo si è deciso di non tenerne conto in questa valutazione.

— 74 —

2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1 Campi di applicazione

I settori industriali di maggiore interesse per l’applicazione della ricompressione meccanica del vapore (RMV) sono i seguenti:

  • –  industria casearia
  • –  industria saccarifera
  • –  industria birraria
  • –  distillerie
  • –  industria delle conserve
  • –  industria cartaria
  • –  industria chimica
  • –  industria farmaceutica
  • –  industria tessile
  • –  trattamento acque di scarico

    Nell’industria casearia i maggiori consumi energetici si verificano nella produzione di latte condensato, latte in polvere e siero di latte.
    La concentrazione è solitamente effettuata mediante evaporatori a 5 o 6 effetti.
    Nell’industria saccarifera i processi di evaporazione intervengono in due differenti fasi della produzione: la concentrazione dell’estratto delle barbabietole per eliminare circa l’80% del contenuto acquoso e la cristallizzazione sotto vuoto a 65/70 °C del restante 20% per trasformarlo in zucchero. La RMV è applicata più convenientemente in questa seconda fase.

    Nell’industria della birra è la fase di cottura del mosto quella interessata dalla RMV. Essa è una delle fasi più energivore. Il mosto entra nella caldaia a 75°C e viene fatto bollire per circa 90 minuti. L’ebollizione avviene a pressione atmosferica per mezzo di vapore prodotto in caldaia. Ulteriori applicazioni della RMV nell’industria alimentare sono: la preparazione dei succhi di frutta e la concentrazione del pomodoro.

    Calcolo del risparmio di energia primaria

    Si può calcolare il risparmio energetico conseguibile con questa tecnologia come differenza tra l’energia primaria totale necessaria per far evaporare la soluzione nella situazione ante (baseline), ivi compresa l’energia consumata dagli ausiliari, e l’energia elettrica, espressa in termini di energia primaria, utilizzata dal compressore di vapore nella situazione post.

    L’impianto preso a riferimento per la situazione ante (baseline) è quello a multipli effetti con tre effetti.

    L’espressione dell’algoritmo sarà quindi:

    R = (Csa Qd) 0,00002389 – Eec 0,187 – Cf PCI 0,2389/107 R è il risparmio in tep

    Csa è il consumo specifico di un impianto a tre effetti ivi inclusi i consumi degli ausiliari. Tale valore è fissato in 850 kJ/kg,

    Qd è la quantità di distillato prodotto espressa in t,
    Eec è l’energia elettrica consumata dal compressore di vapore e dagli ausiliari espressa in MWh,

    Cf è la quantità di combustibile fossile, espressa nell’unità di misura di riferimento, utilizzata dal sistema, nella situazione post, per gli avviamenti oppure in caso di avaria del compressore,

    PCI è il potere calorifico del combustibile fossile desunto dalla tabella 1 delle linee guida di cui alla delibera dell’AEEG, 11 febbraio 2009, EEN 1/09 (kJ/um).

Dove:

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2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

Il valore di baseline è stato ricavato considerando che dalla letteratura tecnica risulta che nei multipli effetti esiste una relazione tra distillato prodotto, vapore vivo consumato e numero di effetti. Ossia:

Qd=0,95 n Qv

dove:
n = numero di effetti
Qd = quantità di distillato prodotto
Qv = quantità di vapore vivo consumato. Se si esamina un tre effetti,
Qd = 2,85 Qv

Pertanto, per produrre un kg di distillato, è necessario consumare 0,35 kg di vapore; in termini energetici la quantità di energia termica necessaria per produrre un kg di distillato è circa il 35% del calore di vaporizzazione dell’acqua a 100 °C. Questo valore è stato incrementato dell’8% per tenere conto del consumo degli ausiliari. Il valore finale considerato è dunque 850 kJ/kg.

Stima dei risparmi

Per valutare i risparmi ottenibili con la RMV è necessario partire dalle quantità di acqua da far evaporare per concentrare le soluzioni nei settori di applicazione della tecnologia più promettenti. Questi quantitativi sono stati ricavati dallo studio del CESI “Stima del potenziale di applicazione della ricompressione meccanica del vapore in Italia” del 30 giugno 2003; partendo da questo studio, i dati sono stati aggiornati a tutto il 2009 tenendo conto dell’incremento della produzione industriale alimentare nel periodo 2000-2009.

Facendo riferimento a quanto fornito da Federalimentare sulla produzione agro-alimentare, si è considerato un incremento medio annuo di circa lo 0,7%, per un totale di 4,8% nel periodo 2003- 2009.

La stima dei risparmi aggiornata all’anno 2009 è riportata in tabella n. 1. Il valore totale è di 0,476 Mtep di cui più della metà nel settore alimentare.

Acqua da evaporare

Consumi attuali

Consumi elettrici RMV

Risparmio energia primaria

Termici

Elettrici

Mm3/a

TJ/a

GWh/a

GWh/a

tep

Settore agroalimentare

Industria alimentare

12,786

13.048

83,84

162,44

282.960

Settore ambientale

Concentrazione reflui agroalimentare

1,782

2.096

7,34

31,44

42.968

Concentrazione fanghi civili ed industriali

1,483

2.436

27,09

21,22

36.539

Concentrazione reflui industriali liquidi

4,664

7.876

92,22

73,36

113.708

Totale

20,71

25.454,87

210,49

288,46

476.175

Tabella n. 1 Potenzialità tecniche di applicazione della ricompressione meccanica del vapore nel settore industriale all’anno 2009.

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2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1 Valutazione del potenziale economico

I dati riportati nel paragrafo precedente riguardano una valutazione dell’applicazione della RMV senza tener conto degli aspetti economici, ovvero dell’effettiva convenienza dal punto di vista economico di questa tecnologia per gli utenti finali.
Per completare lo studio è necessario eseguire una valutazione del potenziale economico di questa tecnologia, ovvero della sua effettiva utilizzazione in base ad un’analisi costi benefici.

Per effettuare ciò si deve partire dai costi d’impianto ed in particolare dai costi del compressore che sono piuttosto elevati, essendo questo un componente non di serie e ad alto contenuto tecnologico.

Grafico 1 – Costo specifico (€/kW) di un compressore utilizzabile per la ricompressione meccanica del vapore.

Dal grafico n. 1 è facile osservare che il costo del compressore è molto elevato e i valori per kW installato aumentano sotto i 400 kW. Questo elemento condiziona fortemente i ritorni economici nel caso di potenze medio basse. Per questo motivo si può dire che la RMV risulta meno conveniente se il compressore dovesse avere una potenza sotto i 300 kW. Questa valutazione si ripercuote sulla potenzialità di risparmio riportata in tabella n. 2, per cui ad essa si può applicare un abbattimento di circa il 40%.

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2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

Scheda tecnica n. 35E – Installazione di refrigeratori condensati ad aria e ad acqua per applicazioni in ambito industriale

1. 1.1

ELEMENTI PRINCIPALI Descrizione dell’intervento

Categoria di intervento1:

Vita Utile2:
Vita Tecnica2: Settore di intervento: Tipo di utilizzo:

IND-T) Processi industriali: generazione o recupero di calore per raffreddamento, essiccazione, cottura, fusione, ecc.
U= 5 anni
T= 20 anni

Industriale
Produzione di acqua refrigerata

Condizioni di applicabilità della procedura

La presente procedura si applica:
– per la produzione di energia frigorifera nei processi industriali, ad eccezione della fase di

climatizzazione degli ambienti
– sia agli impianti ad assorbimento con generatore alimentato da energia termica recuperata o

prodotta da biomassa/fonte alternativa, sia a quelli alimentati a gas metano o GPL.

1.2

Calcolo del risparmio di energia primaria

Metodo di valutazione3 Valutazione analitica

Coefficiente di addizionalità2 a=100%

– Chilleracompressionedivapore Risparmio Netto di energia primaria

dove:

RN = a · RL = a · (1/EERrif – 1/EER) · Efrig · fE (tep)

EERrif: (Energy Efficiency Ratio, rapporto tra energia frigorifera fornita e energia elettrica assorbita dal compressore) valore nominale dell’efficienza individuato come riferimento, riportato in tabella in relazione alla potenza frigorifera nominale ed al tipo di raffreddamento (aria o acqua);

– EER: efficienza dell’impianto installato, misurato tramite idonea strumentazione; è dato da:

EER Efrig Eel

EERrif

Tipo di raffreddamento

Intervalli di potenza (kWfrig)

20-50

51-250

251-500

501-1000

>1000

Aria

2,8

2,7

2,9

3,0

3,2

Acqua

3,6

4,0

4,1

4,3

4,4

— 78 —

2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

dove:
Efrig (kWhfrig) è l’energia frigorifera utile erogata nel periodo di riferimento, misurata con idonea strumentazione.

Eel (kWhel) è l’energia elettrica assorbita dal compressore nel periodo di riferimento, misurata con idonea strumentazione.

fE: fattore di conversione pari a 0,187 · 10-3 (tep/kWh)

– Chiller ad assorbimento alimentato da energia termica recuperata o prodotta da biomassa/fonte alternativa

RN = a · RL = a · (1/EERrif – Pspec,ass) · Efrig · fE (tep)

dove:
– EERrif indicato come sopra, nel raffreddamento ad aria;
– Pspec,ass rapporto tra la potenza elettrica utilizzata dall’assorbitore e la potenza frigorifera

nominale, riportato in tabella in relazione alla potenza frigorifera:

– Efrig ed fE come per i chiller a compressione di vapore.

Intervallo di potenza (nominale)

< 1000 kWfrig

1000 kWfrig

Pspec,ass

0,03

0,02

– ChilleradassorbimentoalimentatoametanooGPL RN=a·RL=a·(1/GUErif-1/GUE)·Efrig ·fT (tep)

dove:

– GUErif (Gas Utilization Efficiency, rapporto tra energia frigorifera fornita e energia termica del combustibile): valore nominale dell’efficienza individuato come riferimento, assunto pari a 0,60;

– GUE:efficienzadell’impiantoinstallato,misuratotramiteidoneastrumentazione;èdatoda: GUE Efrig

Ecomb

in cui:
Efrig (kWhfrig) come per i chiller a compressione di vapore.
Ecomb (kWht) è l’energia termica del combustibile utilizzato nel periodo di riferimento, misurata con idonea strumentazione.

fT: fattore di conversione pari a 0,086 tep/MWh.

Coefficiente di durabilità2: = 3,36

Quote dei risparmi di energia primaria [tep/a]2: Risparmio netto contestuale (RNc) Risparmio netto anticipato (RNa) Risparmio netto integrale (RNI)

RNc = RN
RNa = ( – 1) · RN

RNI = RNc + RNa = · RN

— 79 —

2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

Titoli di Efficienza Energetica riconosciuti all’intervento4:
Tipo I per i chiller a compressione o ad assorbimento alimentato da calore di recupero o prodotto

da biomassa/energia alternativa
Tipo II per i chiller ad assorbimento alimentati a metano Tipo III per i chiller ad assorbimento alimentati a GPL

2. NORME TECNICHE DA RISPETTARE

Le prestazioni delle macchine oggetto della richiesta di riconoscimento dei TEE, devono:

  • –  essereriferiteallecondizioninominalispecificatenellaEN14511
  • –  rispettare i valori minimi stabiliti dal D.M. 19 febbraio 2007
  • –  Articolo 6, decreti ministeriali 20 luglio 2004 (requisiti prestazionali dei sistemi oggetto di

    intervento)

  • –  NormaUNIEN1434“Contatoridicalore”(perlemisuredienergiatermicaefrigorifera)
  • –  Circolare del Ministero delle finanze, Direzione Generale Dogane, Ufficio Tecnico Centrale

    delle Imposte di Fabbricazione, prot. N. 3455/U.T.C.I.F. del 9 dicembre 1982 recante “Energia Elettrica – Utilizzazione di contatori elettrici trifase negli accertamenti fiscali” e successive modificazioni (per le misure di energia elettrica)

  • –  Per impianti alimentati a biomasse: Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 8 marzo 2002, così come modificato e integrato dal Decreto Legislativo n. 152/06 e s.m.i.
  • –  Decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387 e s.m.i. (per la qualificazione delle fonti rinnovabili)

3. DOCUMENTAZIONE DA TRASMETTERE5

  • –  Nome,indirizzoerecapitotelefonicodiogniclientepartecipante.
  • –  Schemitecnicisemplificatidegliimpiantiedellastrumentazione.
  • –  Descrizionedelsistemadimisuraadottatoperlegrandezzerendicontate:tipodistrumento,

    classe di misura, eventuale metodo di calcolo (nel caso si adottino misure indirette).

    4. DOCUMENTAZIONE SUPPLEMENTARE DA CONSERVARE6

  • –  Fatture di acquisto dei principali apparecchi.
  • –  Copiedeiverbalidicollaudo,deirisultatidelleprovefumi,delleproveditaraturaeseguitesulla

    strumentazione utilizzata, ecc.

  • –  Attestatidiconformitàeognialtradocumentazioneidoneaadattestareilrispettodellanormativa

    tecnica indicata al precedente paragrafo 2.

  • –  Nelcasodiutilizzodibiomasse:certificazioneattestantechequesterientrinotraquelleammesse

    dall’allegato III dello stesso decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 8 marzo 2002, così

    come modificato e integrato dal Decreto Legislativo n. 152/06 e s.m.i.

  • –  Schedatecnicadelleapparecchiatureinstallate(marca,modello,potenzeditarga,etc.).

    Note:

  1. TraquelleelencatenellaTabella2dell’AllegatoAalladeliberazione27ottobre2011,EEN9/11.
  2. Dicuiall’articolo1,comma1,dell’AllegatoAalladeliberazione27ottobre2011,ENN9/11.
  3. Dicuiall’articolo3,dell’AllegatoAalladeliberazione27ottobre2011,ENN9/11.
  4. Dicuiall’articolo17,dell’AllegatoAalladeliberazione27ottobre2011,ENN9/11.
  5. Eventualmenteinaggiuntaaquellaspecificataall’articolo13dell’AllegatoAalladeliberazione27ottobre2011,

    ENN 9/11.

  6. Eventualmenteinaggiuntaaquellaspecificataall’articolo14dell’AllegatoAalladeliberazione27ottobre2011,

    ENN 9/11.

— 80 —

2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

Allegato alla scheda tecnica n. 35E: procedura per il calcolo del risparmio di energia primaria

Premessa

Disporre di una centrale frigorifera per la produzione di acqua refrigerata è un’esigenza molto diffusa in un gran numero di settori industriali.
Le tecniche di produzione del “freddo” in campo industriale si basano su macchine (chiller) anche molto diverse tra un’applicazione e l’altra; le temperature a cui è richiesto il fluido freddo vanno da qualche centinaio di gradi al di sotto dello zero (liquefazione di aeriformi quali azoto, aria, gas naturale) a qualche decina di gradi sotto zero per il congelamento degli alimenti, per arrivare a qualche grado sopra lo zero nei comuni frigoriferi.

La temperatura a cui deve essere reso il fluido freddo influisce sulla scelta del fluido frigorigeno e sulla tipologia costruttiva della macchina, spaziando dagli apparati basati sui cicli termodinamici (Linde) alle macchine ad assorbimento, fino alle macchine a compressione di vapore, in pratica le più comuni.

Tralasciando le prime, destinate ad applicazioni speciali, con questa scheda tecnica si propone uno schema standard di valutazione dei risparmi energetici nella produzione di acqua refrigerata con chiller a compressione di vapore e ad assorbimento; di seguito si riporta un elenco (non esaustivo) delle lavorazioni che richiedono la sottrazione di calore in alcune fasi del processo produttivo.

  •  Plastiche e gomme: presse, iniezioni, formature, estrusioni, formatura a soffiaggio, formatura a caldo, PET.
  •  Laser: taglio, saldatura, sagomatura, ottica, applicazioni mediche, incisioni.
  •  Alimentari: confezionamento, forni, distillerie, birrerie, aziende vinicole, aziende casearie, imbottigliamento, carbonatazione, lavorazione di carne e pesce, lavorazione di ortaggi,

    immagazzinamento.

  •  Chimica e farmaceutica: rivestimenti, serbatoi, miscelatori di schiume poliuretaniche,

    trattamento di gas naturale, pulizia industriale, laboratori, sanitari, solventi, vernici, sviluppo di

    foto, raffreddamento di petrolio.

  •  Lavorazione dei metalli: trattamento e trasformazione di metalli preziosi, lavorazione e

    trattamento di alluminio.

  •  Tecnologie meccaniche: macchine utensili, saldatrici, laminatoi, presse, estrusori, macchine da

    taglio, macchine sagomatrici, lucidatrici, macchine ad accensione comandata, lubrificatrici,

    trasporto pneumatico, trattamento del calore.

  •  Carta e relative applicazioni: stampanti, cartoni, etichette, film di plastica, ecc.

    La tecnologia

    La funzione primaria di un chiller è quella di raffreddare e mantenere la temperatura di un liquido

ad un appropriato livello di temperatura, per raffreddare un ambiente, un processo o un prodotto.
I chiller comprendono un sistema refrigerante e sono collegati a un circuito ad acqua (o miscela di acqua e glicol) azionato da una pompa. I dati di mercato indicano che i chiller per processi industriali sono soprattutto pre-assemblati (90%, mentre la parte restante è del tipo installato in situ.

Vi sono due tipi di chiller: con ciclo a compressione di vapore e con ciclo ad assorbimento.

— 81 —

2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1 Il ciclo a compressione di vapore

Il ciclo a compressione di vapore è la tecnologia più diffusa nel campo della refrigerazione. E’ un processo in cui un refrigerante, che circola in un circuito chiuso, è utilizzato per rimuovere calore da un prodotto o un’area e cederlo altrove .
La classificazione, in campo industriale, è fatta in base al tipo di compressore:

  • –  compressori swing: utilizzati per lo più per basse capacità (<15 kW) e raffreddati ad aria;
  • –  a spirale: utilizzati per capacità medie (15-250 kW), raffreddati ad acqua e aria e senza

    condensatore;

  • –  a vite: utilizzati per capacità medie e alte (150-200 kW), raffreddati ad acqua e ad aria e senza

    condensatore;

  • –  centrifughi:utilizzatiperaltecapacitàdiraffreddamento(300-900kW)eraffreddatiadacqua;
  • –  alternativi:0utilizzatiperpotenzada0.5a181kWeraffreddatiadaria.

    Le taglie di potenza impiegate variano da decine di kW fino a decine di MW; spesso si ricorre alla modularità, nel senso che per raggiungere una certa potenza frigorifera si opta per macchine a potenza minore ma in numero maggiore, operanti in serie o in parallelo gestendo così al meglio l’impianto a carico parziale e ottimizzando la spesa energetica.

    Il parametro di prestazione dei chiller a compressione di vapore è espresso usando l’Energy Efficiency Ratio (EER), che è il rapporto tra la potenza frigorifera (capacità di raffreddamento) e la potenza richiesta dall’unità, misurata a pieno carico.
    Nelle macchine a compressione di vapore il rendimento è fortemente dipendente, a parità di raffreddamento dell’acqua, dal tipo di condensazione del fluido frigorigeno; il valore di EER è sensibilmente maggiore per le macchine condensate ad acqua.

    A rendere più basso l’EER dei gruppi frigo aria/acqua rispetto a quelli acqua/acqua , oltre alla temperatura della sorgente calda, in genere più bassa nel caso dell’acqua, è anche l’elevato assorbimento elettrico dei ventilatori e dei dispositivi necessari al loro silenziamento, spesso obbligato da problemi di inquinamento acustico.

    Il ciclo ad assorbimento

    Il ciclo ad assorbimento è composto da due anelli a circuito chiuso in cui circolano i due fluidi di lavoro: il refrigerante e il mezzo di assorbimento. Il sistema ad assorbimento è simile al sistema a compressione del vapore e comprende un condensatore, un dispositivo di espansione e un evaporatore, tuttavia a differenza del sistema a compressione di vapore al posto del compressore meccanico, c’è una unità termica comprendente un assorbitore e un generatore.

    In un ciclo ad assorbimento, il vapore refrigerante si forma nell’evaporatore e viene trasferito all’assorbitore dove è trasformato in liquido per l’affinità chimica con il mezzo di assorbimento. La miscela refrigerante/mezzo di assorbimento viene quindi trasferita, tramite una pompa, nel generatore e il refrigerante viene separato dal mezzo di assorbimento per distillazione tramite calore fornito dall’esterno. Il mezzo di assorbimento liquido viene ricircolato all’assorbitore e il vapore refrigerante passa nel condensatore dove si raffredda, ritorna liquido e fluisce nel dispositivo di espansione dove la pressione scende al valore della sua pressione di evaporazione e infine fluisce nell’evaporatore dove evapora e ricomincia il ciclo.

    Le miscele di refrigerante e mezzo di assorbimento più utilizzate nel chiller ad assorbimento sono 1) acqua/bromuro di litio e 2) ammoniaca/acqua. Si può utilizzare anche una miscela acqua/glicol come refrigerante quando le temperatura di raffreddamento da raggiungere sono al di sopra di 0°C. Poiché la principale alimentazione del ciclo ad assorbimento è il calore fornito al generatore, la tecnologia ad assorbimento è utilizzata per lo più quando l’elettricità è inaffidabile o costosa, quando il rumore del compressore è problematico e quando è disponibile un surplus di calore.

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2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

Il parametro di prestazione dei chiller ad assorbimento ancora l’EER, inteso, però, come rapporto tra la potenza frigorifera (capacità di raffreddamento) e la potenza termica richiesta (GUE-Gas Utilization Efficiency, nelle nuove direttive).
Gli assorbitori, in termini di potenza frigorifera, variano da decine di kW fino a decine di MW nei modelli più grandi, e possono essere di tipo monostadio o bi-stadio; questi ultimi in particolare, per la loro tipologia costruttiva, consentono di raggiungere GUE in teoria doppi rispetto a quelli monostadio, ma richiedono temperature di alimentazione maggiori.

Stima del risparmio energetico atteso

I dati relativi alla situazione italiana sono stati dedotti nell’ipotesi che, per quanto riguarda le vendite, la quota italiana rappresenti circa il 35% del totale europeo, mentre, per quanto riguarda il parco, la quota italiana rappresenti circa il 30%.
La capacità totale installata in EU è 156 GW di raffreddamento. Studi europei stimano che il parco salirà a 265 GW nel 2025 e a 291 nel 2030, aumentando rispettivamente del 70% e 87% rispetto al 2008. Dal momento che i chiller hanno una vita lunga (circa 18 anni), nel 2025 circa il 15% dei chiller pre-2020 saranno sostituti, il 75% del parco sarà composto da chiller pre-2020 ed il rimanente da nuove installazioni successive al 2020. Le corrispondenti percentuali per il 2030 sono 27%, 55% e 18% rispettivamente.

Una stima dei risparmi raggiungibili per i chiller può essere ricavata dall’analisi dei possibili miglioramenti associati ai singoli componenti. Tuttavia tale analisi corre il rischio di sovrastimare il potenziale risparmio energetico dei chiller, pertanto una stima più corretta va fatta valutando le prestazioni dei chiller nel loro complesso.

I possibili risparmi per l’Italia, ipotizzando un consumo di energia elettrica associato ai chiller pari a circa 12,88 TWh (2.408.560 Tep), sono riportati nella tabella seguente.

Calcolo del risparmio di energia primaria conseguibile per singola unità fisica di riferimento

Chiller a compressione di vapore

L’algoritmo per il calcolo dei risparmi è stato determinato facendo riferimento ad un valore di EER medio di mercato (baseline), distinguendo i tipi con condensazione ad aria e acqua. Il Risparmio Lordo (RL) rappresenta l’energia primaria risparmiata nel periodo di riferimento. Esso si calcola con l’espressione:

RL = (1/EERrif – 1/EER) · Efrig · fE (tep)

dove:
– EERrif valore nominale dell’efficienza individuato come riferimento, riportato in tabella in

relazione alla potenza frigorifera nominale ed al tipo di raffreddamento (aria o acqua);

Risparmi in tep rispetto al 2008

Ipotesi del 15% del risparmio

Ipotesi del 65% del risparmio

Ipotesi del 30% del risparmio

361.284

156.564

722.568

EERrif

Tipo di raffreddamento

Intervalli di potenza (kWfrig)

20-50

51-250

251-500

501-1000

>1000

Aria

2,8

2,7

2,9

3,0

3,2

Acqua

3,6

4,0

4,1

4,3

4,4

— 83 —

2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

– EER:efficienzadell’impiantoinstallato,misuratotramiteidoneastrumentazione;èdatoda:

EER Efrig Eel

dove:
– Efrig(kWhfrig)èl’energiafrigoriferautileerogatanelperiododiriferimento,misurataconidonea

strumentazione.
– Eel (kWhel) è l’energia elettrica assorbita dal compressore nel periodo di riferimento, misurata

con idonea strumentazione.
– fEèilfattorediconversionedakWhatep,paria0,187·10-3.

Chiller ad assorbimento alimentati da energia termica recuperata o prodotta da biomassa/fonte alternativa

Considerando le macchine ad assorbimento con generatore alimentato da calore di recupero, i consumi da tenere in conto si riducono all’energia elettrica degli ausiliari. Pertanto, la baseline di riferimento, nell’algoritmo di calcolo dei risparmi, è ancora la macchina a compressione di vapore ed il RL (risparmio lordo) si può calcolare con l’espressione:

RL = (1/EERrif – Pspec,ass) · Efrig · fE (tep)

dove:
– EERrif indicato come sopra, nel raffreddamento ad aria;
– Pspec,ass rapporto tra la potenza elettrica utilizzata dall’assorbitore e la potenza frigorifera

nominale, riportato in tabella in relazione alla potenza frigorifera:

– Efrig ed fE come per i chiller a compressione di vapore. Chiller ad assorbimento alimentati a gas metano o GPL

L’algoritmo per il calcolo dei risparmi prende in considerazione un valore di GUE di riferimento (baseline), distinguendo tra i tipi con assorbitore a bromuro di litio o ad acqua ammoniaca.. Il Risparmio Lordo (RL) rappresenta l’energia primaria risparmiata. Esso si calcola con l’espressione:

RL = (1/GUErif – 1/GUE) · Efrig · fT (tep)

Dove:

– GUErif (Gas Utilization Efficiency, rapporto tra energia frigorifera fornita e energia termica del combustibile): valore nominale dell’efficienza individuato come riferimento, assunto pari a 0,60

– GUE: efficienza dell’impianto installato, misurato tramite idonea strumentazione; è dato da: GUE Efrig

Ecomb

Intervallo di potenza (nominale)

< 1000 kWfrig

1000 kWfrig

Pspec,ass

0,03

0,02

— 84 —

2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

in cui:
– Efrig(kWhfrig)comeperichilleracompressionedivapore.
– Ecomb(kWht)èl’energiatermicadelcombustibileutilizzatonelperiododiriferimento,misurata

con idonea strumentazione.
– fT: fattore di conversione pari a 0,086 tep/MWh.

— 85 —

2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

Scheda tecnica n. 36E – Installazione di gruppi di continuità statici ad alta efficienza (UPS)

1. ELEMENTI PRINCIPALI 1.1 Descrizione dell’intervento

Categoria di intervento1:

Vita Utile2: Vita Tecnica2:

Settore di intervento: Tipo di utilizzo:

CIV-INF) Settore residenziale, agricolo e terziario: riduzione dei fabbisogni di energia con e per applicazioni ICT
IND-E) Processi industriali: sistemi di azionamento efficienti (motori, inverter, ecc.), automazione e interventi di rifasamento

U= 5 anni
T= 10 anni per CIV-INF
T= 15 anni per IND-E
Civile (residenziale, commerciale e terziario) e industriale
Riduzione dei consumi di energia elettrica a seguito dell’installazione di gruppi di continuità più efficienti

Condizioni di applicabilità della procedura

La presente procedura si applica all’installazione di gruppi di continuità statici (di seguito UPS) ad alta efficienza e alla sostituzione di precedenti UPS con altri a più alta efficienza.

1.2 Calcolo del risparmio di energia primaria

Metodo di valutazione3 Valutazione standardizzata

Unità fisica di riferimento (UFR)2 1 kVA di potenza in uscita da UPS installato o sostituito

Risparmio Specifico Lordo (RSL) di energia primaria (tep/anno/kVA) conseguibile per singola unità fisica di riferimento; si ricava dalla tabella sottostante in funzione della differenza di rendimentotraUPSnuovo equellodiriferimento rif variabileinbaseallafasciadipotenza.

Risparmio lordo (RL) di energia primaria conseguibile per ogni UPS installato

RL = RSL · NUFR

(tep/anno/UPS)

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Allegato alla scheda tecnica n. 36E: procedura per il calcolo del risparmio di

energia primaria

Sono esposte di seguito alcune considerazioni riguardo agli UPS (Uninterruptible Power Supply) tratte dal rapporto “Metodologie per la definizione di risparmi energetici, nell’ambito del meccanismo dei titoli di efficienza energetica, attraverso metodologie semplificate” realizzato nel 2010 da FIRE-ENEA nell’ambito della Ricerca di sistema elettrico.

Premessa

Gli UPS sono sistemi che garantiscono qualità e continuità dell’energia elettrica, aspetti fondamentali sia nel settore industriale che nel terziario. L’uso degli UPS garantisce una costante forma d’onda sinusoidale proteggendo il carico da possibili microinterruzioni, buchi di tensione, armoniche e sovratensioni, che potrebbero pregiudicare o addirittura interrompere i processi in corso, con relative perdite economiche, talvolta considerevoli.

Si trovano applicazioni di UPS in centri elaborazione dati, strutture sanitarie, processi industriali, aeroporti e stazioni, sistemi di telecomunicazione, dispositivi antincendio e antintrusione, etc.

Tecnologia

Sono presenti sul mercato due tipi di gruppi di continuità:
– gruppi di continuità statici, oggetto della presente scheda;
– gruppi di continuità rotanti o dinamici.
Gli UPS statici sono costituiti principalmente da un raddrizzatore, un inverter ed un gruppo batterie. Il raddrizzatore effettua la trasformazione AC/DC per la ricarica delle batterie e l’inverter provvede al passaggio inverso per l’alimentazione dell’utenza finale. Nella doppia trasformazione l’energia proveniente dalla rete viene adeguatamente filtrata per agire sui disturbi. Le batterie garantiscono invece l’alimentazione nel caso di interruzioni improvvise.
L’efficienza energetica in questi sistemi si misura come il rapporto tra la potenza elettrica in uscita e quella in entrata, misurata in kVA. La doppia conversione AC/DC porta a delle perdite, producendo energia termica che in alcuni casi deve essere smaltita con appositi sistemi.
La modalità di funzionamento più indicata per valutare l’efficienza energetica di un UPS statico è quella in doppia conversione (o on-line), che garantisce la completa protezione da disturbi dell’utenza finale. La norma che regola la misura dell’efficienza energetica è la CEI EN 62040- 3:2002. Ogni UPS viene dimensionato per il carico che deve alimentare, indicato in kVA, e la sua efficienza è massima per valori di carico prossimi a quello massimo. Negli UPS di più recente produzione si cerca di ottenere un’efficienza più costante possibile al diminuire del carico. La tendenza attuale è quella di istallare gruppi di UPS modulari che possano adeguarsi alle condizioni di carico richieste e lavorare nella parte di curva a più alto rendimento.

Considerazioni sul mercato

Il funzionamento di queste apparecchiature è continuo per 24 ore al giorno e le potenze in gioco possono essere molto elevate, per cui una variazione di efficienza anche di pochi punti può dare notevoli vantaggi.
Da dati RSE i consumi relativi a carichi sotto UPS nel 2008 erano pari a circa 18,5 TWh,(Tabella A) di cui circa 12,0 TWh negli uffici, 4,5 TWh nell’illuminazione pubblica/privata di emergenza, 1,0 TWh nel settore industriale, 0,5 TWh nei trasporti e 0,5 TWh nelle apparecchiature elettromedicali. Considerando l’andamento di crescita del settore terziario, nel quale sono comprese

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2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

le maggiori istallazioni di UPS, è possibile ipotizzare un aumento dei consumi dei carichi sotto gruppi di continuità del 1,5% annuo, raggiungendo nel 2020 un consumo di circa 21,8 TWh. Questi dati sono riferiti solo a sistemi istallati nella modalità di funzionamento in doppia conversione.

Tabella A: Consumo carichi sotto UPS (TWh)

Il gruppo di lavoro ANIE/AssoAutomazione sugli UPS ha ricostruito, in base ai dati di vendita, il numero di gruppi di continuità istallati, partendo dall’anno 1997 fino ad arrivare al 2008, anno in cui gli UPS istallati on-line in doppia conversione erano circa 900.000 (Tabella B).
Suddividendo il parco UPS in tre intervalli di potenza: 0 ÷ 10 kVA, 11 ÷ 100 kVA e potenza maggiore di 100 kVA, e considerando un tasso di mortalità rispettivamente di 4, 8 e 12 anni, è stata fatta una previsione del numero di UPS istallati al 2020. Dai valori della Tabella B si vede come le fasce di potenza che avranno i maggiori sviluppi sono le prime due. Questo fenomeno è dovuto alla diffusione di sistemi UPS modulari con potenze di targa basse, ma che assemblati possono superare il MW di potenza.
Tabella B: previsione numero UPS installati in Italia

Calcolo del risparmio di energia primaria conseguibile per singola unità fisica di riferimento

Il calcolo dei risparmi si effettua a partire da un livello di rendimento di riferimento ( rif) funzione dell’intervallo di potenza del dispositivo. La differenza, tra l’inverso del rendimento di riferimento (baseline) e l’inverso del rendimento del dispositivo preso a pieno carico è direttamente proporzionale al risparmio ottenibile.

La formula per il calcolo del risparmio specifico lordo per unità di kVA istallato è la seguente:

RSL = fE 0,8 8.760 (1/ rif -1/ ) [tep/anno/kVA]

dove:
– fE = 0,187 ·10-3 tep/kWh (fattore di conversione definito dalla delibera EEN 3/08). – 0,8 è un valore medio del fattore di potenza;
– 8.760 sono le ore annue di funzionamento.

2008

18,5

2012

19,6

2016

20,7

2020

21,8

Parco installato UPS on-line

2008

2012

2016

2020

0 ÷ 10 kVA

781.213

794.028

826.269

859.819

11 ÷ 100 kVA

109.278

128.509

147.302

159.444

> 100 kVA

16.484

16.199

16.319

16.201

Totale

906.974

938.735

989.890

1.035.464

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2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1 Il risparmio lordo ottenibile conseguibile per ogni UPS installato è dato dal prodotto del risparmio

specifico lordo per la potenza.

RL = RSL P [tep/anno]

dove:
– P è la potenza in uscita dall’UPS [kVA];

I valori di rif sono ricavati dal codice di condotta europeo (CdC) sugli UPS (vedi tab. C). Tale tabella, riporta i rendimenti minimi da rispettare per l’adesione al CdC negli anni dal 2011 al 2014. Nel caso della scheda si è scelto di prendere come riferimento i valori futuri degli anni 2013 e 2014 che hanno rendimenti maggiori.

Tabella C: JRC, Code of Conduct on AC Uninterruptible Power Systems (UPS)

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Scheda tecnica n. 37E – Nuova installazione di impianto di riscaldamento unifamiliare alimentato a biomassa legnosa di potenza 35 kW termici.

1. 1.1

ELEMENTI PRINCIPALI Descrizione dell’intervento

Categoria di intervento1:

Vita Utile2:
Vita Tecnica2: Settore di intervento: Tipo di utilizzo:

CIV T) Settori residenziale, agricolo e terziario: generazione di calore/freddo per climatizzazione e produzione di acqua calda
U= 5 anni

T= 15 anni
Residenziale
Riscaldamento ambienti e produzione acqua calda sanitaria.

Condizioni di applicabilità della procedura

La presente procedura si applica all’installazione di termo-camini, termo-stufe e caldaie adibiti al riscaldamento di singoli appartamenti, dotati di impianto idronico, compresa o meno la produzione di acqua calda sanitaria (ACS). I dispositivi devono rispondere ai seguenti requisiti:

  •  efficienza di conversione non inferiore all’85%.
  •  rispetto delle emissioni come previsto per la classe 5 della Norma UNI EN 303-05.

    Le biomasse utilizzate possono presentarsi sotto forma di pellets, bricchette, ciocchi e cippato, con caricamento manuale o automatico.

1.2

Calcolo del risparmio di energia primaria

Metodo di valutazione3 Valutazione standardizzata

Unità fisica di riferimento Abitazionetiporiscaldata (UFR)2

Risparmio Specifico Lordo (RSL) di energia primaria (tep/anno/abitazione) conseguibile per singola unità fisica di riferimento; si ricava dalle tabelle sottostanti.

Si considerano due possibili casi:

  1. Il dispositivo a biomasse è l’unica fonte di produzione di energia termica per la climatizzazione invernale e/o la produzione di ACS.
  2. Il dispositivo a biomasse è integrato con altro dispositivo di produzione di energia termica per la climatizzazione invernale e/o la produzione di ACS alimentato da altra fonte energetica.

In entrambi i casi (A e B) si intendono valide le installazioni di dispositivi a biomasse sia in nuove abitazioni sia in sostituzione di dispositivi esistenti alimentati da fonte non rinnovabile.
– Dispositivo a biomasse: singola caldaia, termo-camino, termo-stufa o insieme di essi installati per unità abitativa.

– V è il volume lordo, espresso in metri cubi, delle parti di edificio riscaldate, definito dalle superfici che lo delimitano;
– S è la superficie, espressa in metri quadrati, che delimita verso l’esterno il volume V (verso ambienti non dotati di riscaldamento);

– Abitazione è l’abitazione tipo riscaldata; – N è il numero di abitazioni considerate.

– Modalità “Solo riscaldamento”: con riferimento al caso A si considera un dispositivo per sola

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2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

produzione di energia termica per il riscaldamento.
– Modalità “Riscaldamento + ACS con azionamento indipendente”: con riferimento al caso A si considera un impianto per produzione di energia termica per riscaldamento e ACS con azionamento indipendente (utilizzo per la produzione di ACS anche al di fuori del periodo di riscaldamento).
– Modalità “Riscaldamento + ACS senza azionamento indipendente”: con riferimento al caso A si considera un dispositivo per produzione di energia termica per riscaldamento e ACS con unico azionamento (produzione di ACS contestuale al riscaldamento).
– Modalità “Solo riscaldamento per impianti con integrazione”: con riferimento al caso B si considera un dispositivo integrato con altro dispositivo di produzione di energia termica per la climatizzazione invernale, e/o la produzione di ACS, alimentato da altra fonte energetica.

Le tabelle seguenti riportano il valore dei risparmi in tep/anno riconosciuti per ciascuna abitazione-tipo all’interno di una determinata fascia climatica e in funzione del rapporto S/V.

Caso A

RSL

Modalità solo riscaldamento

(tep/anno/abitazione)

Intervalli di gradi giorno

< 600

600-900

900- 1.400

1.400-2.100

0,59

2.100- 3.000

> 3.000

S/V

< 0,5

0,12

0,15

0,22

0,33

0,47

0,54

0,5

0,26

0,31

0,43

0,77

0,88

Modalità Riscaldamento + ACS con azionamento indipendente

RSL (tep/anno/abitazione)

Intervalli di gradi giorno

< 600

600-900

900- 1.400

1.400-2.100

2.100- 3.000

> 3.000

S/V

< 0,5

0,27

0,30

0,37

0,48

0,62

0,69

0,5

0,41

0,46

0,58

0,74

0,92

1,03

Modalità Riscaldamento + ACS senza azionamento indipendente

RSL (tep/anno/abitazione)

Intervalli di gradi giorno

< 600

600-900

900- 1.400

1.400- 2.100

2.100- 3.000

> 3.000

S/V

< 0,5

0,19

0,22

0,29

0,40

0,54

0,61

0,5

0,33

0,38

0,50

0,66

0,84

0,95

Caso B

Modalità solo riscaldamento per impianti con integrazione

RSL (tep/anno/abitazione)

Intervalli di gradi giorno

< 600

600-900

900- 1.400

1.400- 2.100

2.100- 3.000

> 3.000

S/V

< 0,5

0,08

0,11

0,16

0,23

0,33

0,38

0,5

0,18

0,22

0,30

0,41

0,54

0,62

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2-1-2013

Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

Coefficiente di addizionalità2: a = 100%

Coefficiente di durabilità2: = 2,65

Quote dei risparmi di energia primaria [tep/a]2: Risparmio netto contestuale (RNc) Risparmio netto anticipato (RNa) Risparmio netto integrale (RNI)

RNc = a · RSL · NUFR RNa = ( – 1) · RNc

RNI = RNc + RNa = · RNc

Titoli di Efficienza Energetica riconosciuti all’intervento4:
Tipo II per risparmi ottenuti da dispositivi installati in zone metanizzate. Tipo III per risparmi ottenuti da dispositivi installati in zone non metanizzate.

2.

– – –

NORME TECNICHE DA RISPETTARE

Norma UNI EN 303-5:2010 Caldaie per combustibili solidi, con alimentazione manuale e automatica, con potenza termica nominale fino a 500 kW.
Norma UNI EN 12809:2004 Caldaie domestiche indipendenti a combustibile solido. Potenza termica nominale non maggiore di 50 kW. Requisiti e metodi di prova. NormaUNI10683:2005Generatoridicalorealimentatialegnaodaaltribiocombustibilisolidi- Requisiti di installazione.

Per le biomasse utilizzate è richiesta la conformità alle classi di qualità previste dalle Norme UNI, in particolare:

  • –  pellets: classi A1/A2 della Norma UNI EN 14961-2
  • –  bricchette: classi A1/A2 e B della Norma UNI EN 14961-3
  • –  cippato:classiA1/A2eBdellaNormaUNIEN14961-4
  • –  ciocchi:classiA1/A2eBdellaNormaUNIEN14961-5

3. DOCUMENTAZIONE DA TRASMETTERE5
Nome, indirizzo e numero telefonico di ogni cliente partecipante.

4. DOCUMENTAZIONE SUPPLEMENTARE DA CONSERVARE6 Fatture d’acquisto dei dispositivi.

Libretto d’impianto (art.11, comma 9, DPR n.412 e s.m.)

Note:

  1. TraquelleelencatenellaTabella2dell’AllegatoAalladeliberazione27ottobre2011,EEN9/11.
  2. Dicuiall’articolo1,comma1,dell’AllegatoAalladeliberazione27ottobre2011,EEN9/11.
  3. Dicuiall’articolo3delladeliberazione27ottobre2011,EEN9/11.
  4. Dicuiall’articolo17delladeliberazione27ottobre2011,EEN9/11.
  5. Eventualmente in aggiunta a quella specificata all’articolo 14, comma 3, dell’Allegato A alla deliberazione 27

    ottobre 2011, EEN 9/11.

  6. Eventualmente in aggiunta a quella specificata all’articolo 13 dell’Allegato A alla deliberazione 27 ottobre 2011,

    EEN 9/11.

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2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

Allegato alla scheda tecnica n. 37E: procedura per il calcolo del risparmio di energia primaria

Premessa

La biomassa, se utilizzata in modo sostenibile nelle varie fasi del suo ciclo di vita (accrescimento, raccolta, conferimento e conversione energetica), rappresenta una fonte di energia rinnovabile e disponibile localmente e il suo impiego può consentire la produzione di energia termica ed elettrica, limitando le emissioni complessive di CO2.

In questa scheda tecnica viene proposto l’utilizzo di biomasse in apparecchi per uso termico basati su processi di combustione diretta, preposti al riscaldamento di utenze di tipo domestico in appartamenti unifamiliari (impianti di taglia inferiore a 35 kW).

Le biomasse combustibili si trovano in commercio generalmente sotto forma di ciocchi o tronchetti di legno, bricchette, cippato di legna e pellet. La classificazione qualitativa dei combustibili solidi è riportata nella specifica tecnica UNI/TS 11264 “Caratterizzazione di legna da ardere, bricchette e cippato”.

Non sono prese in considerazione le biomasse alternative al legno (mais, sansa, gusci, ecc.) il cui utilizzo comporta dei problemi non completamente risolti riguardo alla fenomenologia della combustione e la formazione di inquinanti, ma è tuttavia stimolato dal basso costo o dall’auto approvvigionamento del combustibile.

Potenziale di sviluppo e barriere alla diffusione

Studi ed indagini a livello nazionale ed europeo mostrano come i consumi di biomassa per il riscaldamento domestico siano in aumento, soprattutto per quanto riguarda il consumo di pellet, e come il numero di apparecchi installati sia quasi raddoppiato negli ultimi dieci anni.
In Italia si ha un buon potenziale di biomassa disponibile da residui della lavorazione del legno, residui agroindustriali e da filiere boschive che permetterebbero uno sviluppo notevole del settore. In tabella A è riportata una stima del potenziale di biomassa in Italia da dati ENEA. I dati fanno riferimento alle quantità di legna direttamente accessibile.

Sono in forte diffusione sistemi integrativi a biomasse, localizzati nel locale soggiorno. Questi sistemi soddisfano il fabbisogno nei giorni di clima meno rigido, e durante le ore diurne. L’impianto principale viene azionato per poche ore al giorno e non tutti i giorni.
Le principali barriere sono legate alla logistica della movimentazione del combustibile e dal mercato che comincia solo da poco ad uscire dalla predominanza dell’autofornitura, è ancora instabile. A ciò va ad aggiungersi la difficoltà nella gestione delle canne fumarie e dei relativi controlli, oggi a regime solo in Trentino Alto Adige.

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2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

REGIONE

Potature [kt/a]

Sanse+vinacce [kt/a]

Totale foreste [kt/a]

Piemonte

110

48

257

Valle D’Aosta

2

0

1

Lombardia

40

17

242

Veneto

367

75

91

Trentino-Alto Adige

65

13

35

Friuli-Venezia Giulia

56

11

65

Liguria

19

5

96

Emilia-Romagna

398

63

237

Toscana

238

64

365

Marche

58

17

32

Lazio

248

57

112

Umbria

102

14

67

Abruzzo

290

55

60

Molise

31

29

44

Campania

287

66

120

Basilicata

50

12

65

Puglia

814

370

46

Calabria

1.012

190

154

Sicilia

598

186

26

Sardegna

121

29

65

TOTALE

4.906

1.329

2.181

Tabella A: potenziale di biomassa in Italia (disponibilità annuale di sostanza secca)

La tecnologia

Gli apparecchi alimentati a biomassa legnosa (in ciocchi, bricchette, cippato e pellet) utilizzati per il riscaldamento degli ambienti comprendono caminetti, termo-camini, stufe, termo-stufe e caldaie. Essi possono essere utilizzati per riscaldare uno o più ambienti, collegati o meno ad un impianto di riscaldamento idronico, e per la produzione o meno di acqua per usi igienico-sanitari.

Questa scheda tecnica prende in considerazione gli apparecchi che alimentano l’impianto di riscaldamento idronico di un appartamento unifamiliare, con o meno la produzione di ACS. Si considerano, pertanto, soltanto i termo-camini, le termo stufe e le caldaie collegati all’impianto idronico.

La tecnologia dei generatori di calore a biomassa è in forte evoluzione su tutti gli aspetti della regolazione (accumuli, elettronica di controllo) e della riduzione della formazione di incombusti e di particolato (aria secondaria, fiamma rovescia, sonda ad ossigeno).

Calcolo del risparmio di energia primaria conseguibile per singola unità fisica di riferimento

Il risparmio di energia primaria è valutato in relazione al consumo evitato di combustibile fossile ed è considerato addizionale al 100%.
Il riferimento per il calcolo della baseline è la tabella 1.3 dell’allegato C al D.lgs. n. 311 del 2006 relativo all’indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale.

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2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

L’abitazione tipo riscaldata ha superficie di 91 m2, dato ricavato dal rapporto “Dati e analisi energetica del settore residenziale in Italia (1970-1998)” di C. Ardi (Istat) e G. Perrella (ENEA), riferito ad abitazioni plurifamiliari per l’anno 1998.
La tabella 1.3 dell’allegato C al D.lgs n. 311 del 2006 riporta il fabbisogno per due classi S/V e dieci classi di gradi giorno, prevedendo il calcolo dei valori intermedi mediante interpolazione. Da tale schema è stata ricavata una nuova tabella semplificata con valori del fabbisogno medi per definiti intervalli di gradi giorno senza bisogno di interpolare.

La suddivisione in classi dei valori del rapporto S/V è determinata come segue: si è scelto di individuare due classi di valori per il rapporto S/V e sei classi per i valori dei gradi giorno. Il valore S/V discriminante è pari a 0,5. I valori del fabbisogno sono stati mediati all’interno della gamma S/V e corrispondono esplicitamente a valori S/V=0,35 per la classe S/V<0,5 e S/V=0,75 per la classe S/V 0,5.

Tabella 7: Fabbisogni energetici per la climatizzazione invernale

Vengono considerati due possibili casi:

  • –  Il dispositivo a biomasse, a seguito di nuova installazione o sostituzione, è l’unica fonte di produzione di acqua calda ad uso riscaldamento (ed eventualmente ACS).
  • –  Il dispositivo a biomasse, a seguito di nuova installazione o sostituzione, è integrato con un altro dispositivo per la produzione di acqua calda per riscaldamento e ACS (caldaia a gas naturale, GPL etc.). In queste condizioni si ipotizza che il riscaldamento a biomasse copra il 70% dei consumi.

    I tipi di titoli riconosciuti sono:
    Tipo II per risparmi ottenuti da dispositivi installati in abitazioni con impianto di riscaldamento a gas naturale o, nel caso di nuova installazione, per abitazioni in zone metanizzate.
    Tipo III per risparmi ottenuti da dispositivi installati in abitazioni con impianto di riscaldamento alimentato da altro combustibile, o, nel caso di nuova installazione, per abitazioni in zone non metanizzate.

    Caso A: dispositivi a biomasse senza integrazione

    Nel caso A viene calcolato il risparmio in due condizioni diverse: solo riscaldamento e riscaldamento più produzione di ACS. Sono stati calcolati i seguenti valori per abitazioni tipo di superficie 91 m2.
    Dai valori di tabella 1, assumendo un rendimento di impianto pari a 0,9 e convertendo in tep si ottiene per la modalità riscaldamento:

Fabbisogni per la climatizzazione invernale (kWh)

Intervalli di gradi giorno

< 600

600-900

900-1.400

1.400-2.100

2.100-3.000

> 3.000

S/V

< 0,5

1.310

1.574

2.348

3.494

4.878

5.606

0,5

2.739

3.221

4.477

6.115

8.081

9.209

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Fabbisogni per la climatizzazione invernale (tep/anno/abitazione)

Solo riscaldamento

Intervalli di gradi giorno

< 600

600-900

900-1.400

1.400-2.100

2.100-3.000

> 3.000

S/V

< 0,5

0,12

0,15

0,22

0,33

0,47

0,54

0,5

0,26

0,31

0,43

0,59

0,77

0,88

Tabella 2: risparmi in tep/anno/abitazione nella modalità riscaldamento

Per l’ACS è stato inserito un addendo EACS così calcolato:
EACS = energia primaria necessaria per la produzione di ACS (tep/anno/abitazione).

Detti:
C’50 = consumo equivalente giornaliero di acqua calda per persona a 50°C= 35 l/giorno/persona Trete= temperatura dell’acqua di rete = 15°C
N= numero di componenti la famiglia media = 2,7 persone/scaldacqua
C50 = il consumo equivalente giornaliero di acqua calda per appartamento = C’·N
Enetta = l’energia richiesta netta equivalente = C50 · (50-Trete) = 3.307 kcal/giorno
acs = rendimento medio della caldaia= 0,8

Si ha: EACS = Enetta 365 10 7 0,15 tep/anno/abitazione acs

Nel caso che l’impianto consenta la produzione di ACS indipendentemente dal riscaldamento, e quindi consenta la produzione di ACS anche nei mesi al di fuori del periodo di riscaldamento si ottengono i seguenti valori, dati dalla somma dei valori di tabella 2 con il termine EACS:

Tabella 3: risparmi in tep/anno/abitazione per riscaldamento + ACS per impianti che consentono l’indipendenza riscaldamento-ACS.

Nel caso in cui l’impianto non consenta l’indipendenza tra il riscaldamento e la produzione di ACS, si può stimare un valore di EACS pari alla metà del precedente, dato che nei mesi in cui l’impianto di riscaldamento non è attivo per produrre ACS si dovrà ragionevolmente ricorrere ad altri dispositivi. I valori di tabella 2 vengono sommati col valore EACS/2.

EACS= 0,15/2= 0,07 tep/anno/abitazione

Riscaldamento + ACS (tep/anno/abitazione)

Intervalli di gradi giorno

< 600

600-900

900-1.400

1.400-2.100

2.100-3.000

> 3.000

S/V

< 0,5

0,27

0,30

0,37

0,48

0,62

0,69

0,5

0,41

0,46

0,58

0,74

0,92

1,03

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Riscaldamento + ACS (tep/anno/abitazione)

Intervalli di gradi giorno

< 600

600-900

900-1.400

1.400-2.100

2.100-3.000

> 3.000

S/V

< 0,5

0,19

0,22

0,29

0,40

0,54

0,61

0,5

0,33

0,38

0,50

0,66

0,84

0,95

Tabella 4: risparmi in tep/anno/abitazione per riscaldamento+ACS per impianti che non consentono l’indipendenza riscaldamento-ACS.

Caso B: dispositivi a biomasse con funzione di integrazione

Nel caso B, ossia integrazione con altro dispositivo, la produzione di ACS non viene considerata in quanto ragionevolmente prodotta con l’impianto alimentato da combustibili tradizionali.
I valori in tep/anno/abitazione dei risparmi conseguibili sono riportati nella tabella seguente:

Tabella 5: risparmi in tep/anno/abitazione per riscaldamento con impianti integrati

In entrambi i casi A e B la variazione del consumo di energia primaria dovuto ai consumi di energia elettrica risulta trascurabile rispetto agli altri termini e dunque non viene presa in considerazione nel computo dei risparmi.

Integrazione

Riscaldamento (tep/anno/abitazione)

Intervalli di gradi giorno

< 600

600-900

900-1.400

1.400-2.100

2.100-3.000

> 3.000

S/V

< 0,5

0,08

0,11

0,16

0,23

0,33

0,38

0,5

0,18

0,22

0,30

0,41

0,54

0,62

— 98 —

2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

Scheda tecnica n. 38E – Installazione di sistema di automazione e controllo del riscaldamento negli edifici residenziali (Building Automation and Control System, BACS) secondo la norma UNI EN 15232

1. ELEMENTI PRINCIPALI 1.1 Descrizione dell’intervento

Categoria di intervento1

Vita Utile2
Vita Tecnica2: Settore di intervento: Tipo di utilizzo:

CIV-INF) Settore residenziale, agricolo e terziario: riduzione dei fabbisogni di energia con e per applicazioni di ICT

U= 5 anni T= 10 anni Residenziale

Controllo dell’energia termica ed elettrica tramite sistemi automatici di regolazione

Condizioni di applicabilità della procedura

La presente procedura si applica a singole abitazioni, appartamenti (unità abitative) e villette che abbiano un attestato di certificazione energetica valido secondo la legislazione regionale e nazionale al momento della richiesta del riconoscimento dei risparmi. La classe energetica dell’edificio deve essere almeno “F” secondo i limiti definiti dalle “Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici” (D. M. del 26 giugno 2009).

1.2 Calcolo del risparmio di energia primaria

Metodo di valutazione3 Valutazione standardizzata

Unità fisica di riferimento (UFR)2 1 m2 di superficie calpestabile

Risparmio Specifico Lordo (RSL) di energia primaria (tep 10-3/m2) conseguibile annualmente per singola unità fisica di riferimento; si ricava dalle tabelle sottostanti

Risparmio lordo (RL) di energia primaria conseguibile per singolo edificio

RL = RSL · NUFR (tep/anno/edificio)

I risparmi RSL riportati si suddividono in base alla classe energetica dell’edificio (almeno di classe “F”) e alla classe di automazione degli impianti tecnici dell’edificio secondo quanto indicato all’interno della norma UNI EN 15232. Le classi della norma per le quali si considerano i risparmi sono la classe A e B.

— 99 —

2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

RSL CLASSE ENERGETICA EDIFICIO A+ [tep 10 3/m2]

A

B

C

D

E

F

S/V

Fino a 600 GG

da601GG

A 900 GG

DA 901 GG

A 1400 GG

DA 1401 GG

A 2100 GG

DA 2101 GG

A 3000 GG

Oltre 3000 GG

Classe Automazione A

0,2

0,39

0,39

0,41

0,41

0,45

0,45

0,50

0,50

0,55

0,55

0,9

0,51

0,51

0,56

0,56

0,64

0,64

0,72

0,72

0,83

0,83

Classe Automazione B

0,2

0,34

0,34

0,35

0,35

0,37

0,37

0,40

0,40

0,43

0,43

0,9

0,41

0,41

0,44

0,44

0,49

0,49

0,54

0,54

0,61

0,61

RSL CLASSE ENERGETICA EDIFICIO A [tep 10 3/m2]

A

B

C

D

E

F

S/V

Fino a 600 GG

da601GG

A 900 GG

DA 901 GG

A 1400 GG

DA 1401 GG

A 2100 GG

DA 2101 GG

A 3000 GG

Oltre 3000 GG

Classe Automazione A

0,2

0,43

0,43

0,46

0,46

0,53

0,53

0,64

0,64

0,74

0,74

0,9

0,65

0,65

0,75

0,75

0,91

0,91

1,08

1,08

1,31

1,31

Classe Automazione B

0,2

0,36

0,36

0,38

0,38

0,42

0,42

0,49

0,49

0,56

0,56

0,9

0,50

0,50

0,56

0,56

0,67

0,67

0,77

0,77

0,91

0,91

RSL CLASSE ENERGETICA EDIFICIO B [tep 10 3/m2]

A

B

C

D

E

F

S/V

Fino a 600 GG

da601GG

A 900 GG

DA 901 GG

A 1400 GG

DA 1401 GG

A 2100 GG

DA 2101 GG

A 3000 GG

Oltre 3000 GG

Classe Automazione A

0,2

0,46

0,46

0,52

0,52

0,62

0,62

0,78

0,78

0,93

0,93

0,9

0,80

0,80

0,95

0,95

1,19

1,19

1,44

1,44

1,78

1,78

Classe Automazione B

0,2

0,38

0,38

0,41

0,41

0,48

0,48

0,58

0,58

0,68

0,68

0,9

0,59

0,59

0,69

0,69

0,84

0,84

1,00

1,00

1,21

1,21

RSL CLASSE ENERGETICA EDIFICIO C [tep 10 3/m2]

A

B

C

D

E

F

S/V

Fino a 600 GG

da601GG

A 900 GG

DA 901 GG

A 1400 GG

DA 1401 GG

A 2100 GG

DA 2101 GG

A 3000 GG

Oltre 3000 GG

Classe Automazione A

0,2

0,50

0,50

0,57

0,57

0,71

0,71

0,91

0,91

1,12

1,12

0,9

0,95

0,95

1,14

1,14

1,47

1,47

1,80

1,80

2,25

2,25

Classe Automazione B

0,2

0,40

0,40

0,45

0,45

0,53

0,53

0,67

0,67

0,80

0,80

0,9

0,69

0,69

0,81

0,81

1,02

1,02

1,22

1,22

1,51

1,51

RSL CLASSE ENERGETICA EDIFICIO D [tep 10 3/m2]

A

B

C

D

E

F

S/V

Fino a 600 GG

da601GG

A 900 GG

DA 901 GG

A 1400 GG

DA 1401 GG

A 2100 GG

DA 2101 GG

A 3000 GG

Oltre 3000 GG

Classe Automazione A

0,2

0,53

0,53

0,62

0,62

0,79

0,79

1,05

1,05

1,31

1,31

0,9

1,09

1,09

1,34

1,34

1,75

1,75

2,16

2,16

2,73

2,73

Classe Automazione B

0,2

0,42

0,42

0,48

0,48

0,59

0,59

0,75

0,75

0,92

0,92

0,9

0,78

0,78

0,93

0,93

1,19

1,19

1,45

1,45

1,81

1,81

— 100 —

2-1-2013

Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE

Serie generale – n. 1

Classe Automazione A

Classe Automazione B

S/V

0,9

0,2

Fino a 600 GG

1,39

0,47

0,96

da601GG

1,39

0,47

0,96

B

1,73

0,55

1,18

RSL CLASSE ENERGETICA EDIFICIO E [tep 10 3/m2]

A

DA 901 GG

1,73

0,55

1,18

C

A 1400 GG

0,97

2,30

0,70

1,54

2,30

0,70

D

A 2100 GG

2,88

0,93

1,90

2,88

0,93

1,90

E

A 3000 GG

F

A 900 GG

DA 1401 GG

DA 2101 GG

Oltre 3000 GG

0,2

0,60

0,60

0,73

0,73

0,97

1,33

1,33

1,70

1,16

1,70

3,68

3,68

1,16

0,9

1,54

2,41

2,41

RSL CLASSE ENERGETICA EDIFICIO F [tep 10 3/m2]

A

B

C

D

E

F

S/V

Fino a 600 GG

da601GG

A 900 GG

DA 901 GG

A 1400 GG

DA 1401 GG

A 2100 GG

DA 2101 GG

A 3000 GG

Oltre 3000 GG

Classe Automazione A

0,2

0,71

0,71

0,88

0,88

1,23

1,23

1,75

1,75

2,27

2,27

0,9

1,83

1,83

2,32

2,32

3,14

3,14

3,95

3,95

5,10

5,10

Classe Automazione B

0,2

0,53

0,53

0,64

0,64

0,86

0,86

1,19

1,19

1,52

1,52

0,9

1,24

1,24

1,55

1,55

2,07

2,07

2,58

2,58

3,31

3,31

– Sèlasuperficie,espressainmetriquadrati,chedelimitaversol’esternoilvolumeV(overso ambienti non dotati di riscaldamento);

– Vèilvolumelordo,espressoinmetricubi,dellepartidiedificioriscaldate,definitodalle superfici che lo delimitano;

Per valori di S/V compresi nell’intervallo 0,2 ÷ 0,9 e, analogamente per i gradi giorno (GG) intermedi ai limiti nelle zone climatiche riportati in tabella si procede per interpolazione lineare.

Coefficiente di addizionalità2: a = 100%

Coefficiente di durabilità2: = 1,87

Quote dei risparmi di energia primaria [tep/a]2: Risparmio netto contestuale (RNc) Risparmio netto anticipato (RNa)

Risparmio netto integrale (RNI)

RNc = a · RSL · NUFR RNa = ( – 1) · RNc

RNI = RNc + RNa = · RNc

Titoli di Efficienza Energetica riconosciuti all’intervento4:
Tipo I per risparmi di energia elettrica per l’ottimizzazione della gestione dell’illuminazione e dei sistemi ausiliari di impianto.
Tipo II per risparmi ottenuti con interventi effettuati in edifici con impianto di riscaldamento a gas.
Tipo III per risparmi ottenuti con interventi effettuati in edifici con impianto di riscaldamento a gasolio.

— 101 —

2-1-2013

Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

2.

– –

NORME TECNICHE DA RISPETTARE

UNI EN 15232:2007 –

DecretodelPresidentedellaRepubblica26agosto2003,n.412es.m.i.
Decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, così come modificato dal Decreto legislativo 29 dicembre 2006, n. 311/06 e s.m.i. D.M.del26giugno2009,Lineeguidanazionaliperlacertificazioneenergeticadegliedifici.

Prestazione energetica degli edifici – Incidenza dell’automazione, della

regolazione e della gestione tecnica degli edifici.

3. DOCUMENTAZIONE SUPPLEMENTARE DA CONSERVARE5

  • –  Nome,indirizzoenumerotelefonicodiogniclientepartecipante.
  • –  Attestatodicertificazioneenergeticadell’edificio.
  • –  Autocertificazionedell’installatoredellaclassediautomazionedelsistemaistallatosecondola

    norma UNI EN 15232.

    Note:

    1. TraquelleelencatenellaTabella2dell’AllegatoAalladeliberazione27ottobre2011,EEN9/11.
    2. Dicuiall’articolo1,comma1,dell’AllegatoAalladeliberazione27ottobre2011,EEN9/11.
    3. Dicuiall’articolo3dell’AllegatoAalladeliberazione27ottobre2011,EEN9/11.
    4. Dicuiall’articolo17dell’AllegatoAalladeliberazione27ottobre2011,EEN9/11.
    5. Eventualmenteinaggiuntaaquellaspecificataall’articolo14dell’AllegatoAalladeliberazione27ottobre

      2011, EEN 9/11.

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2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

Allegato alla scheda tecnica n. 38E: procedura per il calcolo del risparmio di energia primaria

Premessa

I primi due paragrafi “Potenziali di sviluppo e barriere alla diffusione” e “Tecnologia” sono ripresi dall’elaborato – Metodologie per la definizione di risparmi energetici nell’ambito del meccanismo, dei titoli di efficienza energetica, attraverso metodologie semplificate – Report RdS/2010/226 [1]; in queste due parti, si indicano le principali barriere alla diffusione dei sistemi di domotica, si presenta la norma UNI EN 15232 [2] con relativi risparmi conseguibili e le possibili applicazioni tecnologiche.

Nei paragrafi successivi sono invece esposte le considerazioni fatte per il calcolo del Risparmio Specifico Lordo (RSL) e la scelta della baseline di riferimento.

Potenziali di sviluppo e barriere alla diffusione

Allo stato attuale la diffusione di impianti di automazione e controllo negli edifici in Italia è molto limitata. Una gestione corretta e automatizzata degli impianti di riscaldamento, condizionamento e illuminazione potrebbe portare ad un notevole risparmio energetico e ad un maggiore comfort abitativo, sia in ambito residenziale che terziario. Anche l’edificio più efficiente dal punto di vista costruttivo ed impiantistico, se gestito in maniera non corretta, dà luogo a sprechi.

La recente norma UNI EN 15232 stima i risparmi conseguibili con l’applicazione di sistemi di automazione negli edifici nuovi o esistenti in campo residenziale e non, separandoli in classi di efficienza e in ambiti di applicazione di riscaldamento, raffrescamento, illuminazione, ventilazione e condizionamento.

I principali fattori che hanno limitato la diffusione della domotica in Italia sono:

  • –  la scarsa conoscenza da parte del largo pubblico dei possibili vantaggi conseguibili con sistemi

    di automazione;

  • –  la mancanza, colmata solo dalla succitata norma, di una metodologia standardizzata per la

    valutazione dei risparmi conseguibili con l’applicazione di tali sistemi;

  • –  l’inadeguataformazionedellefigureaddetteallaprogettazionediimpianti;questisistemiinfatti

    possono richiedere una preparazione tecnica superiore a quella di base;

  • –  icostidiinstallazione.
    Il settore risulta comunque in crescita: è alto l’interesse rivolto a tale tecnologia nel terziario (uffici, ospedali, hotel, scuole, centri commerciali, ecc.), ma si sta sviluppando anche nel residenziale, i cui consumi energetici in Italia coprono circa il 30% del totale.
    La norma UNI EN 15232 va ad integrarsi con quanto previsto dalla direttiva europea sull’efficienza energetica negli edifici 2002/91/CE e dalla nuova direttiva 2010/31/CE: all’articolo 8 “Impianti Tecnici per l’edilizia”, comma 2, possiamo infatti leggere “Gli Stati membri possono inoltre promuovere, se del caso, l’installazione di sistemi di controllo attivo come i sistemi di automazione, controllo e monitoraggio finalizzati al risparmio energetico”.
    La norma citata individua quattro classi di efficienza energetica nell’automazione dei sistemi in un edificio: la classe D “Non Energy Efficient”, la classe C considerata come quella standard di riferimento, la classe B “Advanced” e la classe A di massime prestazioni “High Energy Performance”. L’automazione negli edifici può portare notevoli risparmi energetici, andando non solo a porre rimedio a una non corretta o insufficiente gestione degli impianti, ma anche ottimizzandone i tempi di accensione e le modalità di gestione. Tali benefici possono essere stimati applicando la norma. L’installazione di sistemi domotici può avvenire sia su edifici nuovi, sia su quelli in fase di ristrutturazione; in entrambi i casi una corretta progettazione consentirà di raggiungere l’integrazione ottimale con la struttura e quindi i massimi benefici.

— 103 —

2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

Tecnologia

Negli impianti tradizionali il dispositivo di comando (interruttore) aziona direttamente l’utenza finale, attraverso una linea di potenza nella quale si ha il passaggio di energia elettrica.
Nel caso dei sistemi di automazione sono presenti due linee: una di potenza per il passaggio di energia elettrica e una di comando, in grado di comunicare e scambiare informazioni tra i sensori e gli attuatori dell’utenza finale. Le informazioni raccolte dai vari sensori vengono trasmesse ad un sistema di comunicazione condiviso, detto BUS di sistema, che le trasmetterà agli attuatori. Con la linea bus avviene anche l’alimentazione dei dispositivi, collegati solitamente tramite una linea DC a 30 V, con un conseguente consumo di energia considerato solitamente trascurabile rispetto a quella dell’utenza finale. Sul mercato sono disponibili diversi protocolli e regole di comunicazione standardizzate dei dati. Qualche attenzione va dunque posta in fase di progettazione affinché il sistema riesca a far comunicare tutti i sensori con gli opportuni attuatori – soprattutto quando ci si rivolga a più fornitori per la componentistica – e sia programmato in modo da avere una gestione automatica che porti a minimizzare gli sprechi.

Le classi di efficienza della norma definiscono i requisiti minimi richiesti alle seguenti parti del sistema edificio-impianto:
– riscaldamento
– raffrescamento

– ventilazionenelcondizionamento
– illuminazione
– schermaturesolari
– sistemidomoticiediautomazionedell’edificio – gestionecentralizzataimpiantitecnicidiedificio

Calcolo dei risparmi secondo la norma UNI EN 15232:2007

Il risparmio di energia primaria viene calcolato secondo il metodo basato dei fattori di efficienza della norma UNI EN 15232:2007. I fattori di efficienza (BAC Factors) indicati dalla norma sono sia per il calcolo dei risparmi di energia in edifici residenziali e non, sia per il calcolo dei risparmi di energia termica ed elettrica.

I BAC Factors per il calcolo del risparmio di energia termica nella norma considera sia il riscaldamento che il raffrescamento. Data la bassa diffusione dei sistemi di condizionamento in Italia si è scelto di applicare il calcolo dei risparmi alla sola automazione dell’impianto di riscaldamento. Allo stato attuale circa un terzo delle abitazioni hanno un condizionatore ma la superficie raffrescata è solamente il 46% della totale abitativa, con una superficie media del locale climatizzato di 19 m2 [3]. L’applicazione della proposta di scheda è limitata al settore residenziale e la classe di automazione di riferimento scelta è la “C” con BAC Factor pari a 1 (Tabella 1).

I BAC Factors per l’energia elettrica nella norma considerano invece i consumi dovuti all’illuminazione ed agli ausiliari di impianto (Tabella 2).
Il richiedente del riconoscimento dei risparmi dovrà presentare un’autocertificazione dell’installatore per il sistema di automazione che testimoni la rispondenza dei requisiti richiesti dalla norma.

— 104 —

2-1-2013

Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

Edifici residenziali

Fattori di efficienza

D

C Riferimento

B

A

Non energeticamente efficiente

Standard

Avanzato

Alte prestazioni energetiche

– Appartamenti
– Abitazioni singole – altri residenziali

1,10

1

0.88

0,81

Tabella 1: Fattori di efficienza (BAC Factors) per i risparmi di energia termica (riscaldamento e raffrescamento) [2].

Tabella 2: Fattori di efficienza (BAC Factors) per i risparmi di energia elettrica [2].

Baseline di riferimento

La baseline di riferimento per il calcolo dei risparmi di energia dati dalla classe di automazione A o B della norma sono stati valutati separatamente per i consumi di energia termica e quelli di energia elettrica.
La baseline di riferimento per il calcolo dei risparmi di energia termica è stata ricavata dal valore limite superiore di kWh/m2 della classe energetica dell’edificio secondo quanto indicato dalle Linee Guida nazionali [5]; numero calcolato come moltiplicazione tra l’indice EPi per il riscaldamento (Tabella 3) e il fattore che ne indica la classe energetica (Figura 1). La richiesta di riconoscimento dei risparmi andrà sempre accompagnata dall’attestato di certificazione energetica in corso di validità secondo la normativa vigente.

Edifici residenziali

Fattori di efficienza

D

C Riferimento

B

A

Non energeticamente efficiente

Standard

Avanzato

Alte prestazioni energetiche

– Appartamenti
– Abitazioni singole – altri residenziali

1,08

1

0.93

0,92

A

B

C

D

E

F

S/V

Fino a 600 GG

da601GG

A 900 GG

DA 901 GG

A 1400 GG

DA 1401 GG

A 2100 GG

DA 2101 GG

A 3000 GG

Oltre 3000 GG

0,2

8,5

8,5

12,8

12,8

21,3

21,3

34

34

46,8

46,8

0,9

36

36

48

48

68

68

88

88

116

116

Tabella 3: valori limite per il fabbisogno annuo di energia primaria per la climatizzazione invernale per metro quadro di superficie utile (calpestabile) dell’edificio espresso in kWh/m2 anno [4].

— 105 —

2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

Figura 1: scala di classi energetiche della prestazione energetica per la climatizzazione invernale per edifici residenziali [5].

La baseline di riferimento per il calcolo dei risparmi di energia elettrica è stata invece valutata in maniera semplificata dal rapporto tra il valor medio di consumo elettrico annuo di un cliente domestico (potenza elettrica fornita pari 3 kW) dato dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas, pari a 2150 kWh/anno [6] e la superficie media di un abitazione tipo riscaldata di 91 m2, dato ricavato dal rapporto “Dati e analisi energetica del settore residenziale in Italia” di C. Ardi (Istat) e G. Perrella (ENEA), riferito ad abitazioni plurifamiliari per l’anno 1998. Quindi, il consumo annuale di baseline di energia elettrica dal quale si sono calcolati i risparmi è pari a 2150/91 = 24 kWh/m2/anno.

Tale baseline è stata considerata uguale per tutte le classi energetiche degli edifici, zone climatiche e rapporto S/V.

Algoritmo di calcolo

Il Risparmio Specifico Lordo totale nelle classi di automazione A e B è dato dalla somma di quello calcolato per l’energia termica1 e quello per l’energia elettrica2 con i relativi fattori di efficienza (BAC Factors) di Tabella 1 e Tabella 2.
Il Risparmio Netto per ogni edificio preso in considerazione sarà dato dal prodotto del Risparmio Specifico Lordo per la superficie calpestabile.

RL = Risparmio Lordo [tep 10-3/anno]

RSL = Risparmio Specifico Lordo [tep 10-3/m2/anno]

Sc = superficie calpestabile [m2]

RL = RSL x Sc [tep 10-3 /anno/edificio]

1 Fattore di conversione en. termica = 0,086×10-3 tep/kWh. 2 Fattore di conversione en. elettrica = 0,187×10-3 tep/kWh.

— 106 —

2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1 Calcolo del Risparmio Specifico Lordo (RSL)

RSL CLASSE ENERGETICA EDIFICIO A+ [tep 10 3/m2]

A

B

C

D

E

F

S/V

Fino a 600 GG

da601GG

A 900 GG

DA 901 GG

A 1400 GG

DA 1401 GG

A 2100 GG

DA 2101 GG

A 3000 GG

Oltre 3000 GG

Classe Automazione A

0,2

0,39

0,39

0,41

0,41

0,45

0,45

0,50

0,50

0,55

0,55

0,9

0,51

0,51

0,56

0,56

0,64

0,64

0,72

0,72

0,83

0,83

Classe Automazione B

0,2

0,34

0,34

0,35

0,35

0,37

0,37

0,40

0,40

0,43

0,43

0,9

0,41

0,41

0,44

0,44

0,49

0,49

0,54

0,54

0,61

0,61

RSL CLASSE ENERGETICA EDIFICIO A [tep 10 3/m2]

A

B

C

D

E

F

S/V

Fino a 600 GG

da601GG

A 900 GG

DA 901 GG

A 1400 GG

DA 1401 GG

A 2100 GG

DA 2101 GG

A 3000 GG

Oltre 3000 GG

Classe Automazione A

0,2

0,43

0,43

0,46

0,46

0,53

0,53

0,64

0,64

0,74

0,74

0,9

0,65

0,65

0,75

0,75

0,91

0,91

1,08

1,08

1,31

1,31

Classe Automazione B

0,2

0,36

0,36

0,38

0,38

0,42

0,42

0,49

0,49

0,56

0,56

0,9

0,50

0,50

0,56

0,56

0,67

0,67

0,77

0,77

0,91

0,91

RSL CLASSE ENERGETICA EDIFICIO B [tep 10 3/m2]

A

B

C

D

E

F

S/V

Fino a 600 GG

da601GG

A 900 GG

DA 901 GG

A 1400 GG

DA 1401 GG

A 2100 GG

DA 2101 GG

A 3000 GG

Oltre 3000 GG

Classe Automazione A

0,2

0,46

0,46

0,52

0,52

0,62

0,62

0,78

0,78

0,93

0,93

0,9

0,80

0,80

0,95

0,95

1,19

1,19

1,44

1,44

1,78

1,78

Classe Automazione B

0,2

0,38

0,38

0,41

0,41

0,48

0,48

0,58

0,58

0,68

0,68

0,9

0,59

0,59

0,69

0,69

0,84

0,84

1,00

1,00

1,21

1,21

RSL CLASSE ENERGETICA EDIFICIO C [tep 10 3/m2]

A

B

C

D

E

F

S/V

Fino a 600 GG

da601GG

A 900 GG

DA 901 GG

A 1400 GG

DA 1401 GG

A 2100 GG

DA 2101 GG

A 3000 GG

Oltre 3000 GG

Classe Automazione A

0,2

0,50

0,50

0,57

0,57

0,71

0,71

0,91

0,91

1,12

1,12

0,9

0,95

0,95

1,14

1,14

1,47

1,47

1,80

1,80

2,25

2,25

Classe Automazione B

0,2

0,40

0,40

0,45

0,45

0,53

0,53

0,67

0,67

0,80

0,80

0,9

0,69

0,69

0,81

0,81

1,02

1,02

1,22

1,22

1,51

1,51

RSL CLASSE ENERGETICA EDIFICIO D [tep 10 3/m2]

A

B

C

D

E

F

S/V

Fino a 600 GG

da601GG

A 900 GG

DA 901 GG

A 1400 GG

DA 1401 GG

A 2100 GG

DA 2101 GG

A 3000 GG

Oltre 3000 GG

Classe Automazione A

0,2

0,53

0,53

0,62

0,62

0,79

0,79

1,05

1,05

1,31

1,31

0,9

1,09

1,09

1,34

1,34

1,75

1,75

2,16

2,16

2,73

2,73

Classe Automazione B

0,2

0,42

0,42

0,48

0,48

0,59

0,59

0,75

0,75

0,92

0,92

0,9

0,78

0,78

0,93

0,93

1,19

1,19

1,45

1,45

1,81

1,81

— 107 —

2-1-2013

Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE

Serie generale – n. 1

RSL CLASSE ENERGETICA EDIFICIO E [tep 10 3/m2]

A

B

C

D

E

F

S/V

Fino a 600 GG

da601GG

A 900 GG

DA 901 GG

A 1400 GG

DA 1401 GG

A 2100 GG

DA 2101 GG

A 3000 GG

Oltre 3000 GG

Classe Automazione A

0,2

0,60

0,60

0,73

0,73

0,97

0,97

1,33

1,33

1,70

1,70

0,9

1,39

1,39

1,73

1,73

2,30

2,30

2,88

2,88

3,68

3,68

Classe Automazione B

0,2

0,47

0,47

0,55

0,55

0,70

0,70

0,93

0,93

1,16

1,16

0,9

0,96

0,96

1,18

1,18

1,54

1,54

1,90

1,90

2,41

2,41

RSL CLASSE ENERGETICA EDIFICIO F [tep 10 3/m2]

A

B

C

D

E

F

S/V

Fino a 600 GG

da601GG

A 900 GG

DA 901 GG

A 1400 GG

DA 1401 GG

A 2100 GG

DA 2101 GG

A 3000 GG

Oltre 3000 GG

Classe Automazione A

0,2

0,71

0,71

0,88

0,88

1,23

1,23

1,75

1,75

2,27

2,27

0,9

1,83

1,83

2,32

2,32

3,14

3,14

3,95

3,95

5,10

5,10

Classe Automazione B

0,2

0,53

0,53

0,64

0,64

0,86

0,86

1,19

1,19

1,52

1,52

0,9

1,24

1,24

1,55

1,55

2,07

2,07

2,58

2,58

3,31

3,31

Bibliografia

UNI EN 15232:2007 –

E. Biele, M. Bramucci, D. Forni, E. Ferrero, Metodologie per la definizione di risparmi energetici, nell’ambito del meccanismo dei titoli di efficienza energetica, attraverso metodologie

semplificate, Report RdS/2010/226.

Prestazione energetica degli edifici – Incidenza dell’automazione, della

regolazione e della gestione tecnica degli edifici.

M. Alabiso, L. Croci, F. Ravasio, Osservatorio della Domanda: ricerche di mercato, sondaggi,

rilevamenti statistici vari, CESI RICERCA Febbraio 2009.

  •  Decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, così come modificato dal Decreto legislativo 29 dicembre 2006, n. 311/06 e s.m.i.
  •  D.M.del26giugno2009,Lineeguidanazionaliperlacertificazioneenergeticadegliedifici.
  •  Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas, Relazione annuale sullo stato dei servizi e sull’attività

    svolta, 31 marzo 2011.

— 108 —

2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

Scheda tecnica n. 39E – Installazione di schermi termici interni per l’isolamento

termico del sistema serra.

1. 1.1

1.2

Calcolo del risparmio di energia primaria

ELEMENTI PRINCIPALI Descrizione dell’intervento

Categoria di intervento1:

Vita Utile2:
Vita Tecnica2: Settore di intervento: Tipo di utilizzo:

CIV-FC) Settori residenziale, agricolo e terziario: interventi di edilizia passiva e interventi sull’involucro edilizio finalizzati alla riduzione dei fabbisogni di climatizzazione invernale ed estiva

U= 8 anni
T= 30 anni
Agricolo – serricolo
Isolamento termico serre orticole e florovivaistiche.

Condizioni di applicabilità della procedura

La presente procedura si applica all’installazione di schermi termici interni per migliorare l’isolamento termico delle serre orticole e florovivaistiche.
La procedura prende in considerazione solo i teli termici in tessuto alluminizzato, con valore della trasmittanza termica K 2,72 W/m2 °C.

Metodo di valutazione3 Valutazione standardizzata

Unità fisica di riferimento (UFR)2 1 m2 di telo schermante

Risparmio Specifico Lordo (RSL) di energia primaria conseguibile per singola unità fisica di riferimento (tep/anno/m2) si ricava dalla tabella seguente.

La procedura prende in considerazione le installazioni di schermi in telo alluminizzato sia in nuove realizzazioni serricole sia per interventi sulle serre esistenti.
La tabella seguente riporta il valore dei risparmi specifici lordi in tep/anno al metro quadrato di superficie di telo per una determinata fascia climatica

Zone climatiche (GG)

RSL tep/anno/m2

600 – 900

900 – 1.400

1.400 – 2.100

2.100 – 3.000

3.000 +

0,000266

0,000423

0.001293

0,002292

0,002928

— 109 —

2-1-2013

Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

Coefficiente di addizionalità2: a = 100%

Coefficiente di durabilità2: =2,91

Quote dei risparmi di energia primaria [tep/a]2: Risparmio netto contestuale (RNc) Risparmio netto anticipato (RNa) Risparmio netto integrale (RNI)

RNc = a · RSL · NUFR RNa = ( – 1) · RNc

RNI = RNc + RNa = · RNc

Titoli di Efficienza Energetica riconosciuti all’intervento4:
Tipo II per risparmi ottenuti da dispositivi installati in zone metanizzate. Tipo III per risparmi ottenuti da dispositivi installati in zone non metanizzate.

2. NORME TECNICHE DA RISPETTARE

  • –  UNI 6781-71 (“Istruzioni per l’impostazione generale del progetto strutturale e per il calcolo”);
  • –  D.M.09-01-96(“Normetecniche…perlestrutturemetalliche”);
  • –  C.N.R.-UNI 10011 (“Costruzioni in acciaio”).
  • –  D.M.14/01/08-Normetecnicheperlecostruzioni.
  • –  Norma UNI-EN 13031-1 – “Serre: calcolo e costruzione – Parte 1: serre di produzione”.

3. DOCUMENTAZIONE DA CONSERVARE5

  • –  Nome,indirizzoenumerotelefonicodiogniclientepartecipante.
  • –  Identificazionedelleserreoggettodegliinterventi.
  • –  Descrizionedelsitoedellasuapotenzialitàproduttiva.
  • –  Descrizione dell’impianto realizzato, con uno schema semplificato e le caratteristiche tecniche

    dei teli termici.

  • –  Fatturerelativeagliacquistideitelitermici.
  • –  Fatture relative agli acquisti dei componenti ad alta efficienza.

Note:

  1. TraquelleelencatenellaTabella2dell’AllegatoAalladeliberazione27ottobre2011,EEN9/11.
  2. Dicuiall’articolo1,comma1,dell’AllegatoAalladeliberazione27ottobre2011,ENN9/11.
  3. Dicuiall’articolo3,dell’AllegatoAalladeliberazione27ottobre2011,ENN9/11.
  4. Dicuiall’articolo17,dell’AllegatoAalladeliberazione27ottobre2011,ENN9/11.
  5. Eventualmenteinaggiuntaaquellaspecificataall’articolo14dell’AllegatoAalladeliberazione27ottobre2011,

    ENN 9/11.

— 110 —

2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

Allegato alla scheda tecnica n. 39E: procedura per il calcolo del risparmio di energia primaria

Premessa

Il settore della serricoltura si estende oggi in Italia per circa 30.000 ettari (dati ISTAT) con risvolti economici di 2,6 miliardi di euro per il florovivaismo ed altri 2 miliardi di Euro per le coltivazioni orticole.
Considerato che la natura dei processi in gioco è strettamente legata alle condizioni microclimatiche, quali temperatura – luminosità – anidride carbonica – umidità relativa, la bolletta energetica è un aspetto rilevante del bilancio economico delle aziende serricole. Si stima che i fabbisogni energetici per il riscaldamento di serre siano compresi tra 5-7 kg/anno/m2 di combustibile per i Paesi Europei mediterranei (Italia, Grecia, Spagna) e fino ai 60 – 80 kg/anno/m2 per i Paesi del nord Europa (Olanda, Germania). In Italia i dati ISTAT quantificano una superficie annuale sotto serra di 30.000 ettari per colture sia ortive sia florovivaistiche (tra serre in vetro, grandi tunnel e piccoli tunnel in materiali plastici), e si stima che il 20% delle serre siano dotate di sistemi di riscaldamento artificiale, per complessivi 6.000 ettari di colture. Assumendo il valore minimo di energia tradizionale di 5 kg/anno/m2, con un calcolo relativamente semplificato, abbiamo un consumo complessivo di energia che arriva a non meno di 300.000 Tep/anno, con un consumo elettrico di circa 10.000 Tep/anno e un’ incidenza media dei consumi di energia non inferiore al 20– 30 % (con punte del 50%) sui costi totali di produzione.

Per ottenere la massima attività fotosintetica ed evitare una eccessiva spesa energetica è necessario intervenire correlando i parametri climatici. E’ quanto cerca di mettere in atto la moderna tecnologia, che si avvale dei materiali di copertura per creare il microclima necessario all’attività biologica della pianta.

I materiali di copertura maggiormente sperimentati ed utilizzati sono il vetro e le materie plastiche, queste ultime nelle diverse produzioni, come i film plastici (telo singolo di polietilene) o la lastra rigida (policarbonato). Le qualità dei materiali di copertura sono definite da due Norme, la UNI EN 13206:2002 “Film termoplastici di copertura per uso in agricoltura ed orticoltura” e la UNI 10452:1995 “Lastre ondulate ed alveolari di materiale plastico trasparente, incolore o traslucido per serre ed apprestamenti analoghi. Le Norme, di derivazione europea, classificano i materiali e ne definiscono i requisiti tecnici ed agronomici, con relativi metodi di prova.

Tra le soluzioni cui i coltivatori possono fare ricorso per ridurre il consumo di energia nelle coltivazioni in serra, lo “Schermo Termico” è uno strumento particolarmente efficace; la sua applicazione è in stretta relazione alle condizioni climatiche locali, in particolare a quelle invernali, poiché agisce direttamente sul fattore di dispersione più importante, costituito dal materiale di copertura, che è responsabile mediamente di oltre il 70% delle dispersioni.

La tecnologia

La tipologia d’uno schermo termico varia in relazione al materiale di costruzione ed alla modalità d’esercizio richiesta dalla coltura; può essere “air-tight” e non trasparente, da mantenere chiuso durante la notte e aperto durante il giorno; oppure può essere costituito da un foglio di materiale trasparente e può essere chiuso durante la notte ed il giorno. Un buono schermo termico air-tight riduce il consumo di energia del 35% durante le ore della sua chiusura.

L’impiego di uno schermo termico, se accuratamente scelto e utilizzato, può produrre un duplice beneficio: ridurre le dispersioni termiche e regolare la luce della serra; altri effetti da considerare sono la riflessione della luce, la resistenza meccanica e la permeabilità al vapore.

— 111 —

2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

Per quanto il ricorso alla schermatura sia un tecnica nota da diversi anni e sul mercato siano disponibili numerosi materiali adatti allo scopo, attualmente non è possibile presentare un quadro organico delle loro prestazioni tecniche, né dal punto di vista del risparmio energetico né a livello del comportamento agronomico delle piante, trattandosi di materiali in continua evoluzione le cui caratteristiche non sono del tutto conosciute e non essendo state ancora definite Norme tecniche di carattere nazionale e/o europeo.

Con questa Scheda Tecnica si intende promuovere la diffusione degli schermi termici più efficaci dal punto di vista del contenimento delle dispersioni termiche, ossia gli schermi che si avvalgono di un tessuto albuminizzato (Aluminized fabric), oggetto di ricerca e sviluppo in anni recenti, per i quali assumiamo una trasmittanza termica di 2,21 W/m2 °C.

I costi di questa tecnologia oscillano tra 25-50 €/m2 in relazione al materiale utilizzato, al netto dei costi d’installazione e l’IVA.
La scheda non prende in considerazione gli schermi cosiddetti “dual-purpose”, il cui effetto principale è quello dell’ombreggiamento nella stagione estiva ed i risultati sul risparmio d’energia sono molto limitati.

La scheda si applica sia alle nuove realizzazioni che agli interventi di retrofit.

Calcolo del risparmio di energia primaria conseguibile per singola unità fisica di riferimento

Per la determinazione del risparmio specifico lordo attribuibile al m2 di schermo termico in tessuto alluminizzato, sono state confrontate le caratteristiche di trasmissione termica di quest’ultimo con quelle degli schermi attualmente più diffusi in Italia.
Nella pratica corrente, i teli termici più utilizzati in Italia si possono ricondurre al film plastico trattato con pigmento bianco, al polietilene trasparente ed al polietilene nero, mix al quale possiamo attribuire un valore medio di trasmittanza termica di 2,72 W/m2 °C.

Il risparmio di energia primaria può essere calcolato con l’espressione:
Q = K · (Ti-Te) · h/ c ·10-3 (kWh/anno/m2)

dove:

Q = energia primaria risparmiata kWh/(anno · m2)
Ti = temperatura aria interna °C
Te = temperatura aria esterna °C
K = coefficiente di trasmittanza termica W/(m2 · °K) h = ore di funzionamento dell’impianto

c = rendimento medio della caldaia = 0,9

Zone climatiche (GG)

Risparmio tep/anno/m2

600 ÷ 900

900 ÷ 1.400

1.400 ÷ 2.100

2.100 ÷ 3.000

3.000 +

0,000266

0,000423

0.001293

0,002292

0,002928

Per la suddivisione del territorio nazionale in zone climatiche si è fatto riferimento al DPR 412/93, avendo apportato le opportune correzioni al numero di ore di funzionamento dell’impianto in relazione alle esigenze del sistema serra (v. tabella seguente).

— 112 —

2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

N.oreanno di r i sc a l d a m e n t o i n serra

Fascia

Da [GG]

A [GG]

Ore giornaliere

Data inizio

Data fine

A

600

6

1o dicembre

15 -mar

320

B

601

900

8

1o dicembre

31 -mar

480

C

901

1400

10

15-nov

31 -mar

1200

D

1401

2100

12

1o novembre

15 -apr

1800

E

2101

3000

14

15-ott

15 -apr

2300

F

3000

+

nessuna limitazione
(tra le ore 5 e le ore 23 di ciascun giorno)

— 113 —

2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

Scheda tecnica n. 40E – Installazione di impianto di riscaldamento alimentato a

biomassa legnosa nel settore della serricoltura

1. 1.1

ELEMENTI PRINCIPALI Descrizione dell’intervento

Categoria di intervento1:

Vita Utile2:
Vita Tecnica2: Settore di intervento: Tipo di utilizzo

CIV T) Settori residenziale, agricolo e terziario: generazione di calore/freddo per climatizzazione e produzione di acqua calda
U= 5 anni

T= 15 anni
Agricolo- serricolo
Riscaldamento serre orticole e florovivaistiche.

Condizioni di applicabilità della procedura

La presente procedura si applica all’installazione di caldaie adibite all’alimentazione degli impianti di riscaldamento utilizzati nel settore delle serre, con i seguenti requisiti:
– efficienzadiconversionenoninferioreall’85%;
– rispetto delle emissioni come previsto nella classe 5 della Norma UNI EN 303-05.

Le biomasse utilizzate possono presentarsi sotto forma di pellets, bricchette, ciocchi e cippato, con caricamento manuale o automatico.

1.2

Calcolo del risparmio di energia primaria

Metodo di valutazione3 Valutazione standardizzata

Unità fisica di riferimento (UFR)2 1 m2 di serra (al suolo)

Risparmio Specifico Lordo (RSL) di energia primaria conseguibile per singola unità fisica di riferimento (tep/anno/m2) si ricava dalle tabelle seguenti.

La procedura prende in considerazione le installazioni di dispositivi a biomasse sia in nuove realizzazioni serricole sia in sostituzione di dispositivi esistenti alimentati da fonte non rinnovabile.
Le tabelle seguenti riportano il valore dei risparmi specifici lordi in tep/anno al metro quadrato di superficie As per una determinata fascia climatica e in funzione del rapporto Ac/As, che tiene conto della geometria della serra, in cui:

– Ac è la superficie, espressa in metri quadrati, che delimita verso l’esterno il volume della serra – As è la superficie, espressa in metri quadrati, del suolo coltivato

Serra con copertura in film plastico RSL (tep/anno/m2)

Zone climatiche (GG)

600-900

900-1.400

1.400-2.100

2.100-3.000

3.000 – +

< 1,5

0,0052

0,0083

0,0252

0,0447

0,0463

Ac/As

1,5 – 1,8

0,0069

0,0109

0,0333

0,0590

0,0611

> 1,8

0,0079

0,0125

0,0383

0,0680

0,0704

— 114 —

2-1-2013

Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

Serra con copertura in lastre di policarbonato plastico RSL (tep/anno/m2)

Zone climatiche (GG)

600-900

900-1.400

1.400-2.100

2.100-3.000

3.000 – +

< 1,5

0,0031

0,0050

0,0151

0,0268

0,0278

Ac/As

1,5 – 1,8

0,0041

0,0065

0,0200

0,0354

0,0367

> 1,8

0,0047

Serra con copertura in lastre di vetro RSL (tep/anno/m2)

0,0075

0,0230

0,0408

0,0422

Zone climatiche (GG)

600-900

900- 1.400

1.400-2.100

2.100-3.000

3.000 – +

< 1,5

0,0057

0,0091

0,0277

0,0492

0,0509

Ac/As

1,5 – 1,8

0,0075

0,0120

0,0366

0,0649

0,0672

> 1,8

0,0087

0,0138

0,0422

0,0748

0,0774

Coefficiente di addizionalità2: a = 100%

Coefficiente di durabilità2: = 2,65

Quote dei risparmi di energia primaria [tep/a]2: Risparmio netto contestuale (RNc) Risparmio netto anticipato (RNa) Risparmio netto integrale (RNI)

RNc = a · RSL · NUFR RNa = ( – 1) · RNc

RNI = RNc + RNa = · RNc

Titoli di Efficienza Energetica riconosciuti all’intervento4:
Tipo II per risparmi ottenuti da dispositivi installati in zone metanizzate.. Tipo III per risparmi ottenuti da dispositivi installati in zone non metanizzate.

2.

– – –

NORME TECNICHE DA RISPETTARE

Norma UNI EN 303-05:2010 Caldaie per combustibili solidi, con alimentazione manuale e automatica, con potenza termica nominale fino a 500 kW.
Norma UNI EN 12809:2004 Caldaie domestiche indipendenti a combustibile solido. Potenza termica nominale non maggiore di 50 kW. Requisiti e metodi di prova. NormaUNI10683:2005Generatoridicalorealimentatialegnaodaaltribiocombustibilisolidi. Requisiti di installazione.

Per le biomasse utilizzate è richiesta la conformità alle classi di qualità previste dalle Norme UNI, in particolare:

  • –  pellets: classi A1/A2 della Norma UNI EN 14961-2;
  • –  bricchette: classi A1/A2 e B della Norma UNI EN 14961-3;
  • –  cippato:classiA1/A2eBdellaNormaUNIEN14961-4;
  • –  ciocchi:classiA1/A2eBdellaNormaUNIEN14961-5.

— 115 —

2-1-2013

Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

3. DOCUMENTAZIONE DA CONSERVARE5

  • –  Identificazionedelleserreoggettodegliinterventi
  • –  Descrizionedelsitoedellasuapotenzialitàproduttiva
  • –  Descrizione dell’impianto realizzato, con uno schema semplificato e le caratteristiche tecniche

    delle apparecchiature installate.

  • –  Fatture relative agli acquisti degli impianti
  • –  Evidenzadellaprovenienzadellabiomassa:
  • –  Fatturad’acquistocondichiarazionediconformitàallaNormarelativa,
  • –  Indicazione del fascicolo aziendale per la produzione propria.

Note:

  1. TraquelleelencatenellaTabella2dell’AllegatoAalladeliberazione27ottobre2011,EEN9/11.
  2. Dicuiall’articolo1,comma1,dell’AllegatoAalladeliberazione27ottobre2011,ENN9/11.
  3. Dicuiall’articolo3,dell’AllegatoAalladeliberazione27ottobre2011,ENN9/11.
  4. Dicuiall’articolo17,dell’AllegatoAalladeliberazione27ottobre2011,ENN9/11.
  5. Eventualmenteinaggiuntaaquellaspecificataall’articolo14dell’AllegatoAalladeliberazione27ottobre2011,

    ENN 9/11.

— 116 —

2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

Allegato alla scheda tecnica n. 40E: procedura per il calcolo del risparmio di energia primaria

Premessa

La biomassa, se utilizzata in modo sostenibile nelle varie fasi del suo ciclo di vita (accrescimento, raccolta, conferimento e conversione energetica), rappresenta una fonte di energia rinnovabile e disponibile localmente e il suo impiego può consentire la produzione di energia termica ed elettrica, limitando le emissioni complessive di CO2.

In questa scheda tecnica viene proposto l’utilizzo di biomasse in apparecchi per uso termico basati su processi di combustione diretta, preposti all’alimentazione degli impianti termici utilizzati nel settore della serricoltura.
Le biomasse combustibili si trovano in commercio generalmente sotto forma di ciocchi o tronchetti di legno, bricchette, cippato di legna e pellet. La classificazione qualitativa dei combustibili solidi è riportata nella specifica tecnica UNI/TS 11264 “Caratterizzazione di legna da ardere, bricchette e cippato”.

Non sono prese in considerazione le biomasse alternative al legno (mais, sansa, gusci, ecc.) il cui utilizzo comporta dei problemi non completamente risolti riguardo alla fenomenologia della combustione e la formazione di inquinanti, ma è tuttavia stimolato dal basso costo o dall’auto approvvigionamento del combustibile.

Potenziale di sviluppo e barriere alla diffusione

La produzione di energia termica da biomassa, per la climatizzazione delle serre in Italia non ha ancora larga diffusione, a differenza del settore domestico, dove negli ultimi dieci anni si è registrato quasi un raddoppio del numero degli apparecchi installati. In Italia si ha un buon potenziale di biomassa, disponibile da residui della lavorazione del legno, residui agroindustriali e da filiere boschive che permetterebbero uno sviluppo notevole del settore; trattandosi, comunque, di una risorsa non illimitata, il cui costo in qualche modo si ricollega al prezzo dei combustibili fossili, il suo utilizzo economicamente sostenibile richiede applicazioni basate sulla massima efficienza di filiera, dalle fasi di coltivazione, alla raccolta e trasporto della biomassa, al rendimento degli impianti e la gestione delle utenze.

Si stima che i fabbisogni energetici per il riscaldamento di serre siano compresi tra 5 ÷7 kg/m2/anno di combustibile per i Paesi Europei mediterranei (Italia, Grecia, Spagna) e fino ai 60 ÷ 80 kg/m2/anno per i Paesi del nord Europa (Olanda, Germania). In Italia i dati ISTAT quantificano una superficie annuale sotto serra di 30.000 ettari per colture sia ortive sia florovivaistiche (tra serre in vetro, grandi tunnel e piccoli tunnel in materiali plastici), e si stima che il 20% delle serre siano dotate di sistemi di riscaldamento artificiale, per complessivi 6.000 ettari di colture. Assumendo il valore minimo di energia tradizionale di 5 kg/m2/anno, con un calcolo relativamente semplificato, abbiamo un consumo complessivo di energia che arriva a non meno di 300.000 tep/anno, con un consumo elettrico di circa 10.000 tep/anno e un’incidenza media dei consumi di energia non inferiore al 20÷30 % (con punte del 50%) sui costi totali di produzione.

Le principali barriere alla diffusione della biomassa sono legate alla logistica della movimentazione del combustibile e dal mercato che comincia solo da poco ad uscire dalla predominanza dell’autofornitura, ed è ancora instabile.

— 117 —

2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1 La tecnologia

Per l’utilizzo di biomassa legnosa (in ciocchi, bricchette, cippato e pellet) nel settore delle serre, vi è oggi una larga disponibilità di caldaie; esse coprono un ampio range di potenza, da poche decine ad alcune centinaia di chilowatt e presentano un elevato sviluppo tecnologico, che con le moderne caldaie a fiamma inversa raggiunge il 90% di rendimento.

La tecnologia dei generatori di calore a biomassa è in forte evoluzione su tutti gli aspetti della regolazione (accumuli, elettronica di controllo) e della riduzione della formazione di incombusti e di particolato (aria secondaria, fiamma rovescia, sonda ad ossigeno).
Questa scheda tecnica prende in considerazione i fabbisogni di energia termica richiesti dalle serre a struttura portante tradizionali, in legno o in metallo, caratterizzate da un coefficiente globale di dispersione termica riportato in tabella 1.

Tabella 1

Il riscaldamento di serre con superfici fino a 1000 m2 richiede l’impiego di caldaie a griglia fissa con potenze nominali non superiori a 100 kW, mentre per superfici di serre superiori si impiegano caldaie fino a 400 ÷ 500 kW di potenza munite di griglia mobile (di solito alimentate con cippato di biomasse legnose). Per impianti serricoli di 1000 m2 ed impieghi non inferiori alle 2000 ore annuali di riscaldamento sono richiesti consumi di biomassa fino a 150 t/anno.

Il costo delle caldaie varia notevolmente, anche in relazione al livello tecnologico della caldaia stessa. Il costo di una caldaia moderna a legna/cippato/pellets risulta sui 100 Euro per ogni kW di potenza. In generale, si possono considerare costi specifici dell’ordine di 400 ÷ 500 €/kW per i sistemi di minore potenza (fino a circa 80 ÷ 100 kW) e dell’ordine di 200 ÷ 300 €/kW per le caldaie di maggiore potenza (oltre 100 kW). A questo costo (corpo caldaia) è da aggiungere quello degli altri dispositivi che compongono l’impianto: sistema di caricamento, accumulatore, sistema di regolazione e di sicurezza, montaggio; in pratica, il costo complessivo (escluse le opere edili) è circa il doppio di quello sopra riportato.

Una caldaia a legna da 25 kW (impiegabile per una serra di 250 – 500 m2) consuma circa 8 – 10 kg/h di legna, ovvero circa 80 ÷ 100 kg/giorno per 10 di funzionamento. Volendo prevedere una autonomia di 1 mese, sono necessari circa 30 quintali di legna che occupano un volume di circa 7,5 m3, considerando un volume specifico medio di 400 kg/m3. Invece, una caldaia da 250 kW, alimentata con un cippato caratterizzato da un potere calorifico di 12 ÷ 14 MJ/kg, consuma circa 80÷100 kg/h di cippato e quindi per una autonomia di circa 1 mese, con un funzionamento giornaliero di circa 10 ore, richiede un serbatoio di accumulo della capacità di circa 25.000 ÷ 30.000 kg, corrispondenti ad un volume di circa 100-120 m3, considerando un volume specifico medio di 250 kg/m3. Sotto l’aspetto dei poteri calorifici, da 1 kg di legna essiccata naturalmente si estrae una quantità di energia pari a 3.800÷4.300 kcal/kgss (95% del PCI), mentre da 1 kg di legna essiccata artificialmente, l’energia estraibile risulta di 3.200 ÷3.700 kcal/kgss (80% del PCI).

STRUTTURA SERRA

Coefficiente globale di dispersione termica W/(m2 · °K)

Telo singolo

8

Policarbonato

4,8

Vetro

8,8

— 118 —

2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1 Calcolo del risparmio di energia primaria conseguibile per singola unità fisica di riferimento

(metro quadrato di serra)

Il risparmio di energia primaria è valutato in relazione al consumo evitato di combustibile fossile, ed è considerato addizionale al 100%. Nel settore serricolo il combustibile di riferimento è il gasolio, pertanto i titoli riconosciuti sono di tipo III.

Per la suddivisione del territorio nazionale in zone climatiche si è fatto riferimento al DPR 412/93, avendo apportato le opportune correzioni al numero di ore di funzionamento dell’impianto in relazione alle esigenze del sistema serra.

N.oreanno di riscaldamento in serra

Fascia

Da [GG]

A [GG]

Ore giornaliere

Data inizio

Data fine

A

600

6

1o dicembre

15-mar

320

B

601

900

8

1o dicembre

31-mar

480

C

901

1400

10

15-nov

31-mar

1200

D

1401

2100

12

1o novembre

15-apr

1800

E

2101

3000

14

15-ott

15-apr

2300

F

3000

+

nessuna limitazione
(tra le ore 5 e le ore 23 di ciascun giorno)

L’unità di riferimento è il metro quadrato di serra riscaldata ed il fabbisogno energetico è individuato in funzione del parametro Ac/As tra la superficie di copertura e la superficie al suolo della serra.
Assumendo un rendimento di impianto pari a 0,9 il fabbisogno di energia può essere calcolato con l’espressione:

dove:

Q = (Ac/As) · U · (Ti-Te) · h/ c ·10-3 (kWh/anno/m2)

Q = energia primaria necessaria per il riscaldamento (kWh/anno/m2) Ac = superficie della copertura trasparente (m2) As=superficiecopertadellaserra (m2)
Ti = temperatura aria interna (°C)

Te = temperatura aria esterna (°C)
U = coefficiente globale di dispersione termica (W/m2 °K)

h = ore di funzionamento dell’impianto c = rendimento medio della caldaia = 0,9

Per le serre tradizionali scelte come baseline di riferimento, si hanno i risparmi riportati nelle tabelle che seguono.

Serra con copertura in film plastico (tep/anno/m2)

Zone climatiche (GG)

600-900

900-1.400

1.400-2.100

2.100-3.000

3.000 – +

Ac/As

< 1,5

0,0052

0,0083

0,0252

0,0447

0,0463

1,5 – 1,8

0,0069

0,0109

0,0333

0,0590

0,0611

> 1,8

0,0079

0,0125

0,0383

0,0680

0,0704

— 119 —

2-1-2013

Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

Serra con copertura in lastre di policarbonato plastico ( tep/anno/m2)

Zone climatiche (GG)

600-900

900-1.400

1.400-2.100

2.100-3.000

3.000 – +

Ac/As

< 1,5

0,0031

0,0050

0,0151

0,0268

0,0278

1,5 – 1,8

0,0041

0,0065

0,0200

0,0354

0,0367

> 1,8

0,0047

0,0075

0,0230

0,0408

0,0422

Serra con copertura in lastre di vetro (tep/anno/m2)

Zone climatiche (GG)

600-900

900-1.400

1.400-2.100

2.100-3.000

3.000 – +

Ac/As

< 1,5

0,0057

0,0091

0,0277

0,0492

0,0509

1,5 – 1,8

0,0075

0,0120

0,0366

0,0649

0,0672

> 1,8

0,0087

0,0138

0,0422

0,0748

0,0774

— 120 —

2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

Scheda tecnica n. 41E – Utilizzo di biometano (BM) nei trasporti pubblici in sostituzione del metano (GN)

1. ELEMENTI PRINCIPALI 1.1 Descrizione dell’intervento

Categoria di intervento1:

Vita Utile2
Vita Tecnica2 Settore di intervento: Tipo di utilizzo:

TRASP) Sistemi di trasporto: efficientamento energetico dei veicoli
U = 5 anni
T = 10 anni

Trasporti pubblici (gestiti da aziende pubbliche o private) Trasporto passeggeri

Condizioni di applicabilità della procedura

La scheda è applicabile a tutto il biometano per autotrazione acquistato dall’azienda dei trasporti, purché venga prodotto da biomasse consentite dalla legge ed usato esclusivamente per autotrazione.

1.2 Calcolo del risparmio di energia primaria

Metodo di valutazione3: Valutazione analitica

Coefficiente di addizionalità2 a = 100 %

Risparmio Lordo (RL) di energia primaria conseguibile:

RL = Ca_At · ( 1 + fdistrib + fcompr ) · ftep/GN (tep)
Ca_At consumo di biometano dell’Azienda dei trasporti da ricavare dalle fatture di acquisto del

con:
biometano nel periodo di riferimento (t)

Risparmio Netto (RN):

con:

RN = RL – Eprod_BM (tep)

Eprod_ BM = Ca_At · fprod-xxx-BM · ( 1 + fdistrib + fcompr ) · ftep/GN

energia spesa per la produzione del quantitativo Ca_AT di BM nel periodo di riferimento (tep) Rimandando al paragrafo 4. per la simbologia, si ha:

ftep/GN

1,155

tep/tGN

1 + fdistrib + fcompr

1,07

%

fprod-xxx-BM

fprod-letame-BM

0,877

%

fprod-rifiuti-BM

0,810

%

Coefficiente di durabilità2 = 1,87

Quote dei risparmi di energia primaria [tep]2: Risparmio netto contestuale (RNc) Risparmio netto anticipato (RNa) Risparmio netto integrale (RNI)

RNc = RN
RNa = ( – 1) · RN

RNI = RNc + RNa = · RN

Tipo di Titoli di Efficienza Energetica riconosciuti all’intervento4 Tipo II

— 121 —

2-1-2013

Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

2.

– –

– –

3.

– –

DOCUMENTAZIONE DA TRASMETTERE

Nome,indirizzoerecapitotelefonicodelladittafornitricedelbiometano(BM).
Bilancio annuale della società che richiede l’incentivo, contenente nelle spese la voce del BM. La voce metano per autotrazione deve essere quindi separata in: gas naturale e BM.
Fatture di acquisto di BM contenente il suo quantitativo e il tipo di biomasse da cui deriva (es. Biometano da rifiuti urbani)
Valido documento da cui risulti il numero di autobus a metano in circolazione nell’anno in cui l’incentivo viene richiesto (es. estratto da carta dei servizi, oppure Bollo di circolazione degli autobus a metano)

DOCUMENTAZIONE SUPPLEMENTARE DA CONSERVARE5

Qualora l’azienda dei trasporti riceve il BM da una società di distribuzione che a sua volta lo acquista da una società di produzione, si richiede alla società di distribuzione, una dichiarazione che attesti la società di provenienza del quantitativo di BM consegnato LadittaproduttricediBMdeverilasciarecertificazioneindicanteiltipodibiomasseusateperla sua produzione. Deve inoltre dichiarare che questa produzione avviene nel rispetto del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 8 marzo 2002, così come modificato e integrato dal Decreto Legislativo n. 152/06 e s.m.i.

4. SIMBOLOGIA

RL

Eprod_ BM Ca_At fdistrib

fcompr ftep/GN

fprod_xxx-BM fprod_letame-BM

fprod_rif.urb-BM

Risparmio lordo: Rappresenta l’energia primaria corrispondente al quantitativo Ca_AT di metano di natura fossile (si è preso a riferimento il GN russo). (tep)

Energia primaria spesa per produrre il quantitativo Ca_AT di BM: (tep) Consumo di BM dell’Azienda dei trasporti: [t]

pari a: 0,01. Fattore di distribuzione. Costi energetici, per unita di energia primaria, della distribuzione finale (pag. 8 di [2])

pari a: 0,06. Fattore di compressione. Costi energetici, per unita di energia primaria, della compressione finale (pag. 8 di [2])

pari a: 1,155 [tep/tGN]. Fattore di conversione da tonnellate di metano (GN russo) a energia primaria in tep. (pag. 8 e 11 di [1]).

= fprod_letame-BM se estratto da letame; = fprod_rif.urb-BM se estratto da rifiuti solidi

pari a: 0,8772. Fattore di produzione da letame (solido o liquido) a BM. Rapporto tra energia spesa per la produzione ed energia prodotta. (pag. 47 di [1])

pari a: 0,8102. Fattore di produzione da rifiuti urbani a BM. Rapporto tra energia spesa per la produzione ed energia prodotta. (pag. 47 di [1])

— 122 —

2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1 5. RIFERIMENTI

[1] WWT App 1 030506.doc (81 pag.) – ottenibile su: http://iet.jrc.ec.europa.eu/about-jec/downloads [2] WTT App 2 v30 181108.doc (51 pag) – ottenibile su: http://iet.jrc.ec.europa.eu/about- ec/downloads

Note:

  1. TraquelleelencatenellaTabella2dell’AllegatoAalladeliberazione27ottobre2011,EEN9/11.
  2. Dicuiall’articolo1,comma1,dell’AllegatoAalladeliberazione27ottobre2011,EEN9/11.
  3. Dicuiall’articolo3delladeliberazione27ottobre2011,EEN9/11.
  4. Dicuiall’articolo17delladeliberazione27ottobre2011,EEN9/11.
  5. Eventualmente in aggiunta a quella specificata all’articolo 14, comma 3, dell’Allegato A alla

    ottobre 2011, EEN 9/11.

— 123 —

deliberazione 27

2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

Allegato alla scheda tecnica n. 41E: procedura per il calcolo del risparmio di energia primaria

Premessa

L’interesse del documento è quello di incentivare il consumo di Biometano (BM) per Autotrazione, estratto dal biogas. Il biogas prodotto, contiene percentuali in volume da 50-75% di metano che vanno estratte con onerosi processi di upgrading e purificazione per essere così utilizzato come BM o per usi domestici.

L’incentivo qui previsto è finalizzato al consumo di BM in particolare nel settore del trasporto pubblico locale (TPL).
Nel passato più recente questo settore, era prevalentemente rappresentato da veicoli a gasolio. A causa dell’inquinamento, molte grandi città hanno affrontato il problema ricorrendo a veicoli meno inquinanti come quelli a metano ed elettrici. A seguito del processo di diversificazione dei veicoli, quello diesel rimane ad oggi ancora abbastanza diffuso. La sua diffusione è stata determinata dal fatto che per realizzare una linea urbana di trasporto con mezzi diesel non c’è un grande impatto urbanistico e richiede anche un modesto investimento iniziale. Inoltre è stata favorita anche dai costi di esercizio relativamente bassi.

Dalla tab. 1 si può avere un’idea dell’attuale composizione del parco veicolare su gomma per alcune grandi città italiane. Nella tabella, oltre al numero di veicolo per le diverse motorizzazioni, sono riportati i km mediamente percorsi da ogni veicolo, in più nelle ultime 2 colonne sono riportati i consumi in peso del metano. Nella penultima colonna sono riportati i consumi annui di metano sostenuti dall’azienda municipale, mentre nell’ultima colonna è riportato il consumo annuo medio a veicolo.

Tab. 1 – Distribuzione, per motorizzazione, del parco veicolare su gomma, con km medi percorsi per veicolo e consumi di metano. I dati si riferiscono all’anno 2009 [1].

Città

Abitanti(1)

VEICOLI

Percorenza

Consumo metano [t]

media a veicolo

Gasolio

Metano

Elettr

Totali

[km/veic]

totale

a

veicolo

Roma(2)

2.756.502

2.192

400

80

2.672

50.636

10.370(4)

25,9(4)

Milano

1.314.158

1.448

148

1.596

50.068

Napoli

960.964

769

70

97

936

1.400(5)

Torino

906.672

845

285

23

1.153

7.955

27,9

Bologna

380.016

985

206

60

1.251

37.970

4.005(4)

19,4(4)

Firenze(3)

370.657

273

144

26

443

44.530

3.493

24,2

Verona

264.164

120

63

0

183

1.260(5)

Trieste

205.593

272

0

0

272

0

Modena(2)

184.241

408

27

28

463

36.740

508(4)

18,8(4)

SITA(6)

994

314

1.308

51.050

8.207(4)

26,1(4)

TOTALE

8.306

1.509

462

10.277

37.198

(1) Dati ISTAT al 31.8.2010. Bilancio demografico mensile.
(2) Consumi e km percorsi sono relativi all’anno 2008
(3) Consumi e km percorsi sono relativi all’anno 2006
(4) Stime calcolate dai km mediamente percorsi dall’intero parco veicolare.
(5) Stime calcolate assegnando un consumo di metano di 20 t a ciascun veicolo con questa motorizzazione (6) Società che gestisce il TPL di alcuni comuni di media grandezza.

— 124 —

2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

Come risulta dalla tabella, il TPL mediante a rimane ancora consistente.
Dalla tabella risulta che gli autobus a metano in circolazione nei comuni considerati sono circa 1500 mentre, da altra fonte [2] risulta che in totale in Italia circolano 2900 autobus a metano.
L’incentivo di questo certificato è finalizzato a condizionare il mercato del trasporto in 2 punti:

  1. Fare in modo che il gas naturale (metano) usato nel TPL sia totalmente prodotto da fonti

    rinnovabili.

  2. Sollecitare ulteriormente la migrazione da alimentazione a gasolio verso quella a metano. Questa

    migrazione, già in atto, per ridurre l’inquinamento cittadino, può essere ulteriormente incrementata dall’introduzione di questo incentivo.

Campo di applicazione

Il campo di applicazione preso in considerazione è la quota di trasporto pubblico, che nelle grandi città utilizza autobus a metano.
È interessato il parco autobus a metano già in circolazione. L’incentivo sarà calcolato in base al quantitativo di BM consumato che proviene da accertata fonte totalmente rinnovabile. Quindi questo consumo va a sostituirsi al metano proveniente da fonte fossile.

Produzione biogas, BM e incentivi.

Attualmente in Italia non esiste una produzione di BM, pur essendo i terzi produttori europei di biogas. La produzione Italiana di biogas nel 2006 è stata comunque di soli 353,8 tep [3] (di cui 310,8 proveniente dalle discariche), mentre in Germania, 1° produttore europeo, la produzione è stata di 2000 tep.

Questi valori sono decisamente modesti se si considera che la produzione potenziale di biogas, in Italia, può arrivare a 1,134·106 tep [4], di gran lunga superiore alle 37.198 t di GN (~ 45.500 tep) necessari per far circolare gli autobus a metano considerati in tab. 1.
Nel caso che in un prossimo futuro la produzione di biogas salga avvicinandosi al quantitativo potenziale previsto, il discorso incentivo è determinante per far si che il biogas prodotto possa essere indirizzato alla produzione di BM oltre (o al posto) della produzione di energia elettrica.

Il BM non viene prodotto perché non ha incentivi alla produzione. Diversamente il biogas utilizzato per la produzione di energia elettrica riceve incentivi di tutto rispetto.
In parlamento è in discussione una norma di incentivazione del BM , contenuta nello schema di D.Lgs. recante attuazione della direttiva 2009/28/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 aprile 2009 sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili (pag.17 di [5]).

In Italia gli incentivi, per unità di energia prodotta, previsti sul biogas arrivano a 28 €cent per kWh prodotto, e sono tra i più alti d’Europa; tendenzialmente doppi rispetto alle altre nazioni della comunità (Tab. 5 di [5]).
Il BM in Europa viene attualmente prodotto e usato in Svizzera, Svezia, Austria e Germania.

Poiché in questi paesi l’incentivo sul biogas è minore rispetto a quello italiano, lascia intravedere un riadeguamento dei nostri incentivi sul biogas. Inoltre l’introduzione di un incentivo sulla produzione di BM potrebbe certamente favorire una sua diffusione.
L’incentivo di 100 € a tep risparmiato, offerto dai certificati bianchi, tenendo conto del coefficiente , si tradurrebbe in pratica ad uno sconto alla pompa sul prezzo del BM di 2,8 o 4,1 €cent/kg se proviene rispettivamente da letame o da rifiuti urbani. L’entità di quest’incentivo può essere ritenuta adeguata se il prezzo alla pompa del BM, risulta non superiore a quello del metano, che a settembre 2012 è di 1,050 €/kg.

Si può stimare quindi che un veicolo usato nei TPL che utilizzi esclusivamente BM può maturare un incentivo tra i 750 e i 1100 € all’anno, in funzione delle biomasse usate e dei consumi realizzati.

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2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

La durata dell’incentivo è di 5 anni. Si fa presente che l’incentivo si applica, non sul singolo veicolo, ma sul consumo annuo di BM dell’azienda dei trasporti pubblici. Pertanto rientrano nell’incentivo anche i consumi dei veicoli a metano che saranno acquistati durante il periodo di incentivazione.

L’entità di questo incentivo è adeguato come incentivo alla domanda (consumi finali) se ci sarà però anche un incentivo alla produzione sul BM affinché possa essere immesso sul mercato allo stesso prezzo del metano.
Attualmente il biogas usufruisce di incentivi solo se trasformato in energia elettrica. In tal caso l’incentivo (alla produzione) arriva anche a 0,28 € per 1 kWh prodotto (Tab.5 di [5]) e risulta di gran lunga più rilevante rispetto all’incentivo al consumo di 2,8 – 4,1 €cent/kg.

Per poter confrontare i 2 incentivi, in via approssimativa, basta considerare che per produrre 1 kg di BM, occorre disporre di quasi 2 kg di biogas.
Se con questa massa di biogas, si produce elettricità, si ricavano circa 5-6 kWh, che danno diritto ad un incentivo alla produzione di 1,4 1,64 €, mentre se si produce 1 kg di BM non si hanno incentivi alla produzione e, come visto, l’incentivo al consumo darà diritto solo a 2,8 4,1 centesimi di €.

In sintesi riportando i dati precedenti ad 1 kg di biogas si ha che se viene usato per produrre elettricità si usufruisce di 0,7 0,82 €, mentre se viene consumato come BM, con il presente certificato, si usufruisce di 0,028 0,041 €.
Il calcolo anche se approssimato serve solo per avere una valutazione sommaria sull’entità dei 2 incentivi.

Stima risparmi attesi

Attualmente in assenza di produzione e consumo di BM è difficile stimare quanto potrà essere il risparmio in tep di metano.
Dalle realtà dei TPL comunali, rappresentate in tabella 2, si vede che il consumo totale di metano risulta pari a 37.200 t, corrispondenti a 45.500 tep.

Se a seguito dei futuri incentivi alla produzione del BM, l’attuale produzione di 350 tep/anno di biogas, fosse interamente dirottata alla trasformazione in BM, piuttosto che in energia elettrica, fornirebbe ~175 t di BM. Una quantità trascurabile rispetto agli attuali consumi di metano perché alimenterebbe appena 7 autobus.

In particolare questo quantitativo non coprirebbe neanche l’1% necessario per alimentare i mezzi di trasporto a metano delle municipalizzate.
Se in Italia ci fosse una produzione di BM tale da sostituire completamente i consumi delle 37.200 t di metano, calcolati in Tab. 1, la nostra produzione di energia rinnovabile, pur essendo rivolta a soli 1.500 veicoli, aumenterebbe di circa 0,4 % sul totale della produzione italiana.

Si fa presente che una eventuale elevata produzione di BM sarebbe facilmente smaltita perché diversamente dagli altri paesi europei, in Italia c’è già un buon consumo di metano per autotrazione, dovuto ad un elevata diffusione di veicoli privati a metano [2].

Determinazione del risparmio annuo di energia primaria

La scheda del certificato bianco da emettere, finalizzato alla sostituzione di metano di origine fossile con BM, può essere proposta secondo 2 diversi metodi. Il primo metodo è basato sul consumo annuo del veicolo Ca_v, il secondo è basato sul consumo annuo, in metano, dell’Azienda Trasporti: Ca_AT.

Il secondo metodo sembra più idoneo perché il certificato è rivolto alla sostituzione di un combustibile fossile con un bio-combustibile e non riguarda direttamente la sostituzione di un veicolo con un altro. Inoltre, nell’arco dell’anno, i veicoli potrebbero essere alimentati parzialmente

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2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1 a gas naturale (fossile) e parzialmente a biometano, in quanto quest’ultimo può avere una

disponibilità limitata.

Relazione per il calcolo del risparmio di energia primaria in tep

Le relazioni per calcolo dell’energia primaria risparmiata si basano sul quantitativo annuo di BM che l’azienda dei trasporti consumerà: Ca_AT. Questo valore può essere facilmente determinato conoscendo il quantitativo di BM che l’azienda ha acquistato.
L’acquisto di BM può essere fatto direttamente al produttore o indirettamente sulla rete di distribuzione.

Pertanto noto Ca_AT , il Risparmio Netto RN di energia primaria, dato dalla sostituzione di metano con BM, è dato dalla differenza di 2 termini.
Il primo termine, che sarà chiamato Risparmio Lordo RL, rappresenta l’energia primaria (in tep) per ottenere il quantitativo Ca_AT di metano di natura fossile.

Il secondo termine che sarà chiamato Energia di Produzione del BM: Eprod_BM ; rappresenta l’energia spesa (in tep) per produrre il quantitativo Ca_AT di BM.
Il risparmio netto sarà dato dalla seguente differenza:

Con:
Risparmio Lordo (RL):

RN = RL – Eprod_ BM [tep]

RL = Ca_At · ( 1 + fdistrib + fcompr ) · ftep/GN [tep] Energia spesa, in tep, per la produzione del quantitativo Ca_AT di BM (Eprod_BM):

da: letame liquido/solido
Eprod_BM = Ca_At · fpro_letame/BM · ( 1 + fdistrib + fcompr ) · ftep/GN

da: rifiuti urbani
Eprod_BM = Ca_At · fprod_rif.urb/BM · ( 1 + fdistrib + fcompr ) · ftep/GN

[tep] [tep]

RL Risparmio lordo: [t]. Rappresenta l’energia primaria necessaria per ottenere il quantitativo Ca_AT di metano di natura fossile (si è preso a riferimento il GN russo).

Eprod_ BM Energia primaria spesa per produrre il quantitativo Ca_AT di BM: [t]. Ca_At Consumo annuo di BM dell’Azienda dei trasporti: [t]

Fdistrib pari a: 0,01. Fattore di distribuzione. Costi energetici, per unita di energia primaria, della distribuzione finale (pag. 8 di [7])

Fcompr pari a: 0,06. Fattore di compressione. Costi energetici, per unita di energia primaria, della compressione finale (pag. 8 di [7])

ftep/GN pari a: 1,155 [tep/tGN]. Fattore di conversione da tonnellate di metano (GN russo) a energia primaria in tep. (pag. 8 e 11 di [6]).

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2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1 fprod_letame/BM pari a: 0,8772. Fattore di produzione da letame (solido o liquido) a BM. Rapporto tra

energia spesa per la produzione ed energia prodotta. (pag. 47 di [6] o pag. 156 di [8])

fprod_rif.urb/BM pari a: 0,8102. Fattore di produzione da rifiuti urbani a BM. Rapporto tra energia spesa per la produzione ed energia prodotta. (pag. 47 di [6] o pag. 156 di [8])

Esempio di calcolo dei tep risparmiati

Si suppone che l’azienda comunale dei trasporti di Roma durante l’anno acquista 10.000 t di metano per autotrazione , da cui risulta, da certificazione prodotta, che 1.000 t sono di BM. Pertanto il risparmio netto, in energia primaria, derivante dal BM usato, si calcola nel seguente modo:

Consumo annuo di BM dell’Azienda dei trasporti:
Ca_At = 1000 [t]

Risparmio Lordo in tep (RL) di energia fossile:

RL= Ca_At ·(1+fdistrib +fcompr )· ftep/GN = 1000·(1+0,01+0,06)·1,155=1236tep

Energia spesa, in tep, per la produzione di BM da rifiuti (Eprod_BM):

se prodotto da rifiuti urbani

Eprod_BM = Ca_At · fprod_rif.urb/BM · ( 1 + fdistrib + fcompr ) · ftep/GN = 1000 · 0,8102· (1,07) ·1,155 = 1001 tep

se prodotto da letame

Eprod_BM = Ca_At · fprod_letame/BM · ( 1 + fdistrib + fcompr ) · ftep/GN = 1000 · 0,8772· (1,07) ·1,155 = 1084 tep

Risparmio netto:
Se prodotto da rifiuti urbani: RN = RL – Eprod_BM = 1236 – 1001 = 235 [tep] Se prodotto da letame: RN = RL – Eprod_BM = 1236 – 1084 = 152 [tep]

Nota

E’ fondamentale verificare, nel pagamento annuale dell’incentivo, che la produzione di BM, sia derivante da scarti agricoli/urbani e non prodotti agricoli primari (cereali, insilato di mais, ecc.).
Le spese energetiche per la compressione del BM da immettere in rete, in assenza di dati, sono state prese uguali a quelle del metano. Essendo gli impianti di produzione di BM di modeste dimensioni forse potrebbero dar luogo a spese energetiche di compressione leggermente più elevate.

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2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1 RIFERIMENTI

  1. [1]  Internet:Cartadeiservizidell’aziendaTPLdelcomuneconsiderato.
  2. [2]  Libro bianco sul metano per autotrazione. Veronica Carletti, Vincenzo Conte, Ermanno

    Molinari. Camera dei deputati, Sala della Mercede. Roma 30 settembre 2009

  3. [3]  http://www.rinnovabili.it/biogas-italia-terza-in-europa
  4. [4]  ThestateofbiogasinItalypotential,targetsandstrategiesinthenREAPframework.

    Trasnational forum on biogas. – N. Colonna, V. Pignatelli, V. Alfano. – Varsaw 2001.

  5. [5]  Purificazione e upgrading da biogas a biometano. – ASSOPIAVE – Feb. 2010.

    Ed. Papergraf Spa

  6. [6]  WTT App 1 030506.doc (81 pag) – ottenibile su: http://iet.jrc.ec.europa.eu/about-

    jec/downloads

  7. [7]  WTT App 2 v30 181108.doc (51 pag) – ottenibile su: http://iet.jrc.ec.europa.eu/about-

    jec/downloads

  8. [8]  Biofuels Versus Diesel and Gasoline in the JEC-WTW report version 2c, ISBN 978-92-79- 10330-8, ISSN 1018-559, European Communities, 2008 – ottenibile su: http://re.jrc.ec.europa.eu/biof/pdf/documents/biofuels_wtw_extract.pdf

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2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1 ALLEGATO

CONTENUTO DEI RIFERIMENTI

RIFERIMENTO [2]

[2] Libro bianco sul metano per autotrazione. Veronica Carletti, Vincenzo Conte, Ermanno Molinari. Camera dei deputati, Sala della Mercede. Roma 30 settembre 2009 www.econometrica.it/pdf/Libro_Bianco_metano_per_autotrazione.pdf

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2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

RIFERIMENTO [3]

[3] http://www.rinnovabili.it/biogas-italia-terza-in-europa Bruxelles, 23 agosto 07

Le stime dell’EurObserv’ER Biogas: Italia terza in Europa

Si tratta del risultato dell’Osservatorio delle energie rinnovabili della Comunità Europea

Sono risultati che vengono da EurObserv’ER, (l’Osservatorio delle energie rinnovabili), sul Barometro biogas 2007, che misurano la produzione italiana del 2006 in 353,8 TEP (migliaia di tonnellate equivalenti al petrolio) costituite quasi essenzialmente dal biogas prodotto dalle discariche (310,8). Scarso invece l’apporto delle stazioni di depurazione urbane e industriali con 0,9 TEP, mentre la sezione “altri biogas”, che include unità decentralizzate di biogas agricolo, impianti di metanizzazione di rifiuti municipali solidi e unita’ centralizzate di codigestione, ha prodotto 42,1 TEP.Un piccolo progresso rispetto al precedente anno precedente : +0,3% (da 343,5 a 353,8 TEP), mentre nella Ue mediamente, la produzione di energia primaria da biogas e’ salita del 13,6% (la sola Germania ha raggiunto quasi i 2000 TEP). (fonte Ansa)

RIFERIMENTO [4]

[4] The state of biogas in Italy potential, targets and strategies in the nREAP framework. Trasnational forum on biogas. – N. Colonna, V. Pignatelli, V. Alfano. – Varsaw 2001.

OFMSW: organic fraction of municipal waste

  • –  The energy potential from OFMSW was about 1339 millions Nm3 biogas in 2006,

    considering not only the humid fraction of municipal waste from separate waste collection, but also the residual fraction from the undifferentiated waste, to be potentially recovered or otherwise sent to the landfill

  • –  Thepotentialfromcattleandpigmanure,takingintoaccountalsosmallbreedings,is of about 1827 millions Nm3 biogas

    RIFERIMENTO [5]

    [5] Purificazione e upgrading da biogas a biometano. – ASSOPIAVE – Feb. 2010. Ed. Papergraf Spa

    Da pag. 10

    Il BM è attualmente ampiamente usato come carburante per autotrazione in Svizzera, Svezia, Austria e – in misura minore – in Germania. Quest’ultimo Paese, in cui la prima stazione di servizio a BM è stata inaugurata nel 2006, è invece caratterizzato da una forte spinta verso grandi impianti di produzione di biogas in cui la successiva produzione di BM è destinata all’immissione nella rete di trasporto del gas.

    Da pag. 17

    6. Le normative italiane nel settore biometano

    L’Italia si caratterizza per l’assenza, a livello nazionale, di una specifica politica (e relative norme di incentivazione) inerente il settore del BM. Tuttavia è necessario ricordare che attualmente è in

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2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

— 132 —

2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1 RIFERIMENTO [6]

WTT App 1 030506.doc (81 pag) – ottenibile su: http://iet.jrc.ec.europa.eu/about-jec/downloads Da pag 47

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2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

RIFERIMENTO [7]

WTT App 2 v30 181108.doc (51 pag) – ottenibile su: http://iet.jrc.ec.europa.eu/about- jec/downloads

Da pag. 8

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2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

RIFERIMENTO [8]

Biofuels Versus Diesel and Gasoline in the JEC-WTW report version 2c, ISBN 978-92-79-10330-8, ISSN 1018-559, European Communities, 2008 – ottenibile su: http://re.jrc.ec.europa.eu/biof/pdf/documents/biofuels_wtw_extract.pdf

Da pag. 156

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2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

Scheda tecnica n. 42E – Diffusione di autovetture a trazione elettrica per il

trasporto privato di passeggeri.

1. 1.1

1.2

Calcolo del risparmio di energia primaria

ELEMENTI PRINCIPALI Descrizione dell’intervento

Categoria di intervento1:

Vita Utile2
Vita Tecnica2 Settore di intervento: Tipo di utilizzo:

TRASP) Sistemi di trasporto: efficientamento energetico dei veicoli
U = 5 anni
T = 10 anni

Trasporti
Trasporto passeggeri

Condizioni di applicabilità della procedura

La presente procedura promuove la diffusione delle autovetture esclusivamente a trazione elettrica, alimentate da un sistema di accumulo elettrico (batterie) a bordo ricaricabile dalla rete.
La procedura è applicabile alle autovetture appartenenti ai segmenti di mercato A,B,C,D.

Metodo di valutazione3 Valutazione standardizzata

Unità fisica di riferimento (UFR)2: Autovettura elettrica

Risparmio Specifico Lordo (RSL) di energia primaria conseguibile per ogni unità fisica di riferimento appartenente al segmento di mercato X:

RSL = [CS(VR) – CS(VE)] P / 106 (tep/anno/autovettura)

dove:
P è la percorrenza annua riportata in Tabella 1 (km/anno)
CS (VR) è il consumo di energia primaria per unità di percorrenza della autovettura di

riferimento, riportato in Tabella 1 (10-6 tep/km)
CS (VE) è il consumo di energia primaria per unità di percorrenza della autovettura elettrica

(10-6 tep/km)

I consumi di energia primaria delle autovetture elettriche si calcolano a partire dai consumi di elettricità in fase d’uso, aggiungendo i consumi di energia per la produzione e distribuzione di

elettricità:

CS (VE) = (CE / 100) fE · 1000 (10-6tep/km)

dove:
CE è il consumo specifico in fase d’uso, espresso in kWh/100km, dichiarato dal costruttore e pubblicato ogni anno, per tutte le autovetture presenti sul mercato italiano, dal MiSE nella “Guida sul risparmio di carburanti e di emissioni di CO2 delle autovetture”
fE è il coefficiente di conversione da energia elettrica a primaria, pari a 0,142 tep/MWh(*)

(*) Il coefficiente fE, qui utilizzato, è il coefficiente di conversione per la produzione di energia elettrica del sistema elettrico italiano che quindi comprende anche le fonti rinnovabili; tale assunzione deriva dal fatto il risparmio di energia primaria in questo caso è dato dalla maggiore efficienza del motore elettrico rispetto al motore termico ad alimentazione convenzionale, e non è un risparmio di energia elettrica. Quindi, per fE non viene usato il fattore della circolare AEEG, ma il valore viene calcolato a partire dai dati del Rapporto ISPRA 135/2011 “Produzione termoelettrica ed emissione di CO2” (http://www.sinanet.isprambiente.it/it/sinanet/serie_storiche_emissioni/Fattori%20di%20emissione%20elett ricita/view)

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2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE

Serie generale – n. 1

Segmento di mercato

CS(VR) 10-6 tep/km

P km/anno

A – CITY CAR

40,34

9.000

B – UTILITARIE

43,84

11.000

C – MEDIE

48,31

15.000

D – MEDIO GRANDI

58,07

18.000

Tabella 1: CS(VR) e P delle autovetture di riferimento per segmento

2. DOCUMENTAZIONE DA CONSERVARE5
Il proponente deve conservare la documentazione relativa alle autovetture dichiarate:

– documentidivenditae/oacquisto – documentazionetecnica.

Coefficiente di addizionalità2: a = 100%

Coefficiente di durabilità2: = 1,87

Quote dei risparmi di energia primaria [tep/a]2: Risparmio netto contestuale (RNc) Risparmio netto anticipato (RNa)

Risparmio netto integrale (RNI)

RNc = a · RSL · NUFR RNa = ( – 1) · RNc

RNI = RNc + RNa = · RNc

Titoli di Efficienza Energetica riconosciuti all’intervento4: Tipo II

Note:

  1. TraquelleelencatenellaTabella2dell’AllegatoAalladeliberazione27ottobre2011,EEN9/11.
  2. Dicuiall’articolo1,comma1,dell’AllegatoAalladeliberazione27ottobre2011,EEN9/11.
  3. Dicuiall’articolo3,dell’AllegatoAalladeliberazione27ottobre2011,EEN9/11.
  4. Dicuiall’articolo17,dell’AllegatoAalladeliberazione27ottobre2011,EEN9/11.
  5. Eventualmenteinaggiuntaaquellaspecificataall’articolo14dell’AllegatoAalladeliberazione27ottobre2011,

    EEN 9/11.

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2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

Allegato alla scheda tecnica n. 42E: procedura per il calcolo del risparmio di energia primaria

Premessa

L’obiettivo di questa scheda tecnica è quello di incentivare la vendita di autovetture elettriche; infatti tali autovetture presentano consumi di energia primaria inferiori a quelli delle autovetture a combustione interna, nel seguito indicate come “convenzionali”. Il risparmio energetico della autovettura elettrica viene calcolato rispetto a un’autovettura “convenzionale“ di riferimento appartenente allo stesso segmento di mercato e che risponde allo standard di omologazione delle emissioni di inquinanti in vigore, attualmente EURO5.

La tecnologica dei veicoli stradali negli ultimi anni ha registrato una forte innovazione con notevoli miglioramenti delle prestazioni energetiche. Nel prossimo futuro, per ottemperare agli obblighi imposti dal Regolamento europeo 443/2009 che fissa a 130 gCO2/km l’emissione media del venduto nel 2015, le case automobilistiche si trovano di fronte alla necessità di migliorare le prestazioni ambientali e di consumo energetico del proprio parco auto. Due sono le strategie attualmente seguite: 1) miglioramento dell’efficienza energetica dei motori “convenzionali” a benzina e a gasolio, 2) “elettrificazione” dei sistemi di trazione.

Pertanto vi saranno sicuramente ulteriori sviluppi tecnologici che implicheranno una revisione periodica della scheda non nel suo approccio metodologico, ma nei parametri di riferimento.

Procedura per il calcolo del risparmio annuo di energia primaria

Il Risparmio di energia primaria (RSL) ottenibile dalla vendita di un’autovettura elettrica invece di una con alimentazione tradizionale è determinato dalla differenza tra il consumo specifico (consumo per km) dell’autovettura di riferimento ed il consumo specifico (consumo per km) dell’autovettura elettrica per la quale si sta valutando il risparmio energetico, moltiplicato per la percorrenza annua.

Non essendo sempre presenti sul mercato, per uno stesso modello di autovettura le diverse alimentazioni (benzina, gasolio, elettrica) il risparmio energetico andrà valutato sulla base del segmento di mercato al quale appartiene l’autovettura elettrica dichiarato dal costruttore.
La procedura di calcolo è applicabile alle autovetture appartenenti ai segmenti di mercato A,B,C,D. Il Risparmio di energia primaria per l’autovettura elettrica è dato dalla seguente formula:

RSL = [CS(VR) – CS(VE)] · P / 106 (tep/anno)

Dove:
CS(VR) è il consumo specifico di energia primaria dell’autovettura di riferimento [10-6 tep/km] CS(VE) è il consumo specifico di energia primaria, dell’autovettura elettrica [10-6 tep/km]

P è la percorrenza media annua (km/anno) dell’autovettura. Le percorrenze annue per i diversi segmenti di mercato, riportate nella Tabella seguente, sono state stimate come media pesata sul venduto delle percorrenze dei veicoli con diversa alimentazione, appartenenti al segmento in esame. I calcoli sono stati effettuati a partire dai dati dell’inventario delle emissioni stradali di ISPRA [1] e del parco circolante ACI [2]. Le percorrenze sono ipotizzate uguali per l’autovettura di riferimento e per l’autovettura elettrica, in quanto il numero di km percorsi dipende dalle abitudini del conducente che si suppone rimangano invariate.

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2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

I consumi di energia primaria: CS(VR) e CS(VE) si ricavano a partire dai consumi in fase d’uso (carburanti e elettricità) aggiungendo anche i consumi di energia per la produzione e trasporto dei carburanti e la produzione e distribuzione di elettricità rispettivamente.
Nei paragrafi successivi vengono descritti in dettaglio gli algoritmi di calcolo dei consumi di energia primaria CS per le diverse tipologie di autovetture.

Autovetture elettriche

Il consumo di energia primaria delle vetture elettriche si calcola secondo la seguente formula: CS(VE) = (CE /100 )· fE · 1000 [10-6tep/km]

Dove:
CE è il consumo specifico in fase d’uso, espresso in kWh/100km, dichiarato dal costruttore e

pubblicato ogni anno, per tutte le autovetture presenti sul mercato italiano, dal MiSE nella

“Guida sul risparmio di carburanti e di emissioni di CO2 delle autovetture” [3].
fE è il coefficiente di conversione dell’energia elettrica in energia primaria, attualmente pari a

0,142 tep/MWh (stimato dai dati di produzione di energia elettrica al 2010 [4]).

Autovetture di riferimento

I consumi specifici di energia primaria delle autovetture “convenzionali” di riferimento che devono essere utilizzati per il calcolo del risparmio energetico sono riportati nella Tabella 1 della presente scheda per i diversi segmenti di mercato.
Di seguito si descrive la procedura utilizzata per il calcolo di tali valori.

Il consumo di energia primaria CS(VR) delle autovetture “convenzionali” è dato dalla somma del consumo di energia in fase d’uso C(VR) e dei consumi di energia per la produzione e trasporto dei carburanti.
Il consumo di carburante C(VR) è calcolato come media dei consumi delle autovetture vendute nel 2011 e appartenenti allo stesso segmento di mercato della autovettura in esame. Non essendo disponibili dati di consumo disaggregati per segmenti, il calcolo è stato effettuato a partire dai dati di emissione media di CO2 e del numero di immatricolazioni per alimentazione, pubblicati da UNRAE [5] mediante la seguente formula:

Segmento

km/anno

A – CITY CAR

9.000

B – UTILITARIE

11.000

C – MEDIE

15.000

D – MEDIO GRANDI

18.000

Dove:

Em

j Immj

C(VR) = Em · j (Immj · Pci j / FEj) /Timm [10-6tep/km]

è l’emissione media di CO2 delle autovetture appartenenti al segmento di mercato in esame [gCO2/km]
è il tipo di carburante: benzina, gasolio
è il numero di immatricolazioni di autovetture con alimentazione j del segmento di mercato in esame

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2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

Timm è il totale delle immatricolazioni di vetture a benzina e gasolio del segmento di mercato in esame

Pci sono i poteri calorifici inferiori espressi in [tep/t carburante] di benzina e gasolio [6].
FE sono i fattori di emissione per unità di carburante pubblicati nella Guida degli Inventari delle Emissioni Nazionali della Comunità Europea [7] espressi in kg di CO2 per kg di carburante e

riportati nella Tabella seguente:

L’energia primaria CS(VR) si ricava dal consumo in fase d’uso C(VR) secondo la formula:

CS(VR) = C(VR) · (1 + fprod-trasp) [10-6tep/km]

Dove:
fprod-trasp è il rapporto tra energia primaria utilizzata per produrre e trasportare il carburante e

l’energia contenuta nel carburante prodotto. In questo caso, trattandosi di consumi medi delle vetture nuove a benzina e gasolio per segmento di mercato, fprod-trasp si ottiene per ogni segmento facendo la media sulle immatricolazioni di benzina e gasolio dei fprod-trasp specifici, pari a 0,10 per la benzina e 0,12 per il gasolio [8].

I consumi specifici di energia primaria CS(VR) delle autovetture “convenzionali” di riferimento, così calcolati, sono riportati nella Tabella seguente:

Esempi di calcolo del risparmio annuo di energia primaria

Il Risparmio di energia primaria conseguibile dalla vendita di una autovettura elettrica piuttosto che una autovettura “convenzionale” è dato da:

RSL = (CS(VR) – CS(VE)) · P / 106 [tep/anno]
Il consumo specifico di energia primaria di una autovettura elettrica appartenente al segmento A si

ottiene applicando la seguente formula:
CS(VE) = (CE /100)· fE · 1000 [10-6tep/km]

Dove il fattore di conversione fE è assunto pari a 0,142. Autovettura elettrica di segmento A

Avendo assunto un consumo specifico in fase d’uso (CE) di 13,5 kWh/100 km si ha: — 140 —

carburante

FE
kg CO2 per kg carb.

Pci tep/t carb.

benzina

3,180

1,05

gasolio

3,140

1,02

Segmento mercato

CS(VR) (10-6 tep/km)

A – CITY CAR

40,34

B – UTILITARIE

43,84

C – MEDIE

48,31

D – MEDIO GRANDI

58,07

2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

CS(VE) = (13,5 / 100) 0,142 · 1000 = 19,17 [10-6 tep/km]

Il consumo specifico di energia primaria CS(VR) dell’autovettura “convenzionale” appartenente al segmento A è, invece, riportato nella Tabella 1 della scheda ed è pari a 40,34 10-6 tep/km.
Il Risparmio di energia primaria, quindi, essendo le percorrenze annue del segmento A uguali a 9.000 km (da Tabella 1 della scheda) è:

RSL = (40,34 – 19,17) 9.000 / 106 = 190.530 / 106 = 0,191 tep/anno

Si evidenzia che la procedura per il calcolo del risparmio dell’energia primaria specificata nella scheda e riportata nell’esempio sottostima per difetto il risparmio per le vetture elettriche del segmento A e B, il cui utilizzo si prevede principalmente in ambito urbano. Infatti per mancanza di dati di consumo delle auto di riferimento sul ciclo urbano, il calcolo è stato effettuato a partire dai consumi sul ciclo misto. Tale assunzione penalizza il veicolo elettrico di piccole dimensioni per il quale l’utilizzo di elezione è l’ambito urbano, dove il funzionamento del motore elettrico è ottimale e dove i consumi diminuiscono grazie al recupero di energia in frenata, al contrario i consumi del motore termico aumentano a causa dalle continue frenate ed accelerazioni.

Autovettura elettrica di segmento C

Avendo assunto un consumo specifico in fase d’uso (CE) di 17,3 kWh/100km si ha: CS(VE) = (17,3 / 100) 0,142 · 1000 = 24,57 [10-6tep/km]

Il consumo specifico di energia primaria CS(VR) dell’autovettura “convenzionale” appartenente al segmento C è, invece, riportato nella Tabella 1 della scheda ed è pari a 48,31 10-6tep/km.
Il Risparmio di energia primaria, quindi, essendo le percorrenze annue del segmento A uguali a 9.000 km (da Tabella 1 della scheda) è:

Il mercato

RSL = (48,31 – 24,57 ) 15.000 / 106 = 356.100 / 106 = 0,356 tep/anno

Le autovetture elettriche sono ancora una novità nel mercato italiano dell’auto, infatti sono pochissimi i modelli in vendita e per lo più appartenenti al segmento A (city-car), anche se è stato annunciato da alcune case automobilistiche la messa a listino a breve di veicoli di cilindrata superiore e con una maggiore autonomia.

Nel 2011 sono state vendute circa 300 autovetture elettriche [9] molte delle quali rientrano in progetti sperimentali e/o sono state acquistate da aziende ed enti locali.
In un panorama europeo e mondiale in cui il processo di standardizzazione è stato appena avviato e la fase di sperimentazione, incoraggiata dalla Commissione Europea e dagli Stati Membri, con diverse politiche incentivanti, non ha ancora portato all’emergere di prospettive di mercato ben definite, si può, comunque, ipotizzare che nel breve periodo, in Italia, non vi sarà una penetrazione consistente di questa tipologia di vetture nel mercato delle vendite, sia per il prezzo di acquisto elevato, di due o tre volte superiore rispetto ai modelli ad alimentazione tradizionale, sia per l’esiguo numero di modelli in vendita, sia per la mancanza di una rete di ricarica diffusa sul territorio.

— 141 —

2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1 Stima dei risparmi

I veicoli elettrici hanno consumi in fase d’uso inferiori a quelli dei veicoli con motore a combustione interna: il motore elettrico infatti ha un’efficienza 3-4 volte superiore a quella del motore termico.
Il risparmio energetico in fase d’uso è tale da compensare largamente le perdite che avvengono in fase di produzione e distribuzione dell’energia elettrica; perdite che, pur essendo ancora maggiori di quelle per la raffinazione e distribuzione dei combustibili liquidi e gassosi, si sono molto ridotte nell’ultimo decennio per il miglioramento dell’efficienza del sistema elettrico nazionale.

Il risparmio di energia primaria di un’auto elettrica rispetto al veicolo di riferimento varia tra il 30 ed il 50% in termini percentuali mentre in termini assoluti il risparmio stimato sui veicoli attualmente sul mercato varia tra 0,36 e 0,19 tep/vei-anno pari a 3,6 e 1,9 tep nel corso della vita tecnica pari a 10 anni.

Riferimenti bibliografici

  1. [1]  ISPRA: “Trasporto su strada. Rapporto 124/2010” (Dati Trasporto 1990 – 2009: http://www.sinanet.isprambiente.it/it/inventaria/Gruppo%20inventari%20locali/datitrasporto 1990-2010.zip/view
  2. [2]  ACI: “Autoritratto 2010” (http://www.aci.it/laci/studi-e-ricerche/dati-e-statistiche/autoritratto/autoritratto-2010.html)
  3. [3]  Ministero dello Sviluppo Economico – Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare – Ministero Infrastrutture e Trasporti: “Guida 2012 al risparmio di carburanti e alle emissioni di CO2 delle auto” (http://www.sviluppoeconomico.gov.it/images/stories/documenti/GUIDA2012_CO2.pdf)
  4. [4]  ISPRA: “Rapporto ISPRA 135/2011 (“Produzione termoelettrica ed emissione di CO2”) (http://www.sinanet.isprambiente.it/it/sinanet/serie_storiche_emissioni/Fattori%20di%20emi ssione%20elettricita/view
  5. [5]  UNRAE: “L’auto 2011” sintesi statistica degli anni 2002 – 2011 (http://www.unrae.it/studi-e-statistiche/categorie/sintesi-statistica/item/2362-sintesi-2011))
  6. [6]  MiSE: “Bilancio energetico nazionale 2010” (http://dgerm.sviluppoeconomico.gov.it/dgerm/ben/ben_2010.pdf)
  7. [7]  EEA: “EMEP/EEA air pollutant emission inventory guidebook – 2009” (http://www.eea.europa.eu/publications/emep-eea-emission-inventory-guidebook-2009)
  8. [8]  JRC: “WELL-TO-TANK Report Version 3.0 November 2008 context – APPENDIX 2 – Description and detailed energy and GHG balance of individual pathways” (http://ies.jrc.ec.europa.eu/jec-research-collaboration/downloads-jec.html)

[9]UNRAE:”Immatricolazioni autovetture e fuoristrada – dicembre 2011” (http://www.unrae.it/studi-e-statistiche/categorie/dati-statistici/item/2243-struttura-del- mercato-%E2%80%93-dicembre-2011)

— 142 —

2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

Scheda tecnica n. 43E – Diffusione di autovetture a trazione ibrida termo-

elettrica per il trasporto privato di passeggeri.

1. ELEMENTI PRINCIPALI 1.1 Descrizione dell’intervento

Categoria di intervento1:

Vita Utile2
Vita Tecnica2 Settore di intervento: Tipo di utilizzo:

TRASP) Sistemi di trasporto: efficientamento energetico dei veicoli
U = 5 anni
T = 10 anni

Trasporto privato Trasporto passeggeri

Condizioni di applicabilità della procedura

La presente procedura riguarda il ricorso ad autovetture a trazione ibrida termico-elettrica che integrino un motore a combustione interna con uno o più motori/generatori elettrici alimentati da uno o più sistemi di accumulo elettrico (batterie e/o supercondensatori).
Il settore d’intervento è esclusivamente quello privato. La procedura è applicabile solo alle autovetture appartenenti ai segmenti di mercato A,B,C,D (v. Tab. 1).

1.2 Calcolo del risparmio di energia primaria

Metodo di valutazione3 Valutazione standardizzata

Unità fisica di riferimento (UFR)2: autovettura

Risparmio Specifico Lordo (RSL) di energia primaria conseguibile per singola unità fisica di riferimento appartenente al segmento di mercato X:

RSL = [CS(VR) – CS(Vibrido)] P / 106 (tep/anno/autovettura)

dove:
P è la percorrenza annua riportata in Tabella 1 (km/anno)
CS(VR) è il consumo di energia primaria per unità di percorrenza della autovettura di

riferimento, riportato in Tabella 1 (10-6tep/km)
CS (Vibrido) è il consumo di energia primaria per unità di percorrenza della autovettura ibrida

(10-6tep/km)
I consumi di energia primaria delle autovetture ibride si calcolano a partire dai consumi in fase d’uso (carburanti ed elettricità) aggiungendo i consumi di energia per la produzione e trasporto dei carburanti.
Più precisamente il consumo di energia primaria è dato da:

CS (Vibrido) = (CSib / 100 · Pci · 1000) · (1 + fprod-trasp) (10-6tep/km)

dove:
CSib è il consumo di carburante dell’autovettura ibrida dichiarato dal costruttore e pubblicato ogni anno, per tutte le autovetture presenti sul mercato italiano, dal MiSE nella “Guida sul risparmio di carburanti e di emissioni di CO2 delle autovetture” (l/100 km).

I valori dei coefficienti: , Pci, fprod-trasp sono riportati in Tabella 2.

— 143 —

2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE

Serie generale – n. 1

Segmento mercato

CS(VR) 10-6 tep/km

P km/anno

A – CITY CAR

40,34

9.000

B – UTILITARIE

43,84

11.000

C – MEDIE

48,31

15.000

D – MEDIO GRANDI

58,07

18.000

Tabella 1: CS(VR) e P delle autovetture di riferimento per segmento

Tabella 2: Coefficienti per il calcolo dei CS dei veicoli ibridi

Carburante

kg/l

Pci tep/t carburante

fprod-trasp

benzina

0,745

1,05

0,10

gasolio

0,832

1,02

0,12

Coefficiente di addizionalità2: a = 100%

Coefficiente di durabilità2 = 1,87

Quote dei risparmi di energia primaria [tep/a]2: Risparmio netto contestuale (RNc) Risparmio netto anticipato (RNa) Risparmio netto integrale (RNI)

RNc = a · RSL · NUFR RNa = ( – 1) · RNc

RNI = RNc + RNa = · RNc

Tipo di Titoli di Efficienza Energetica riconosciuti all’intervento4 Tipo II

2. DOCUMENTAZIONE DA CONSERVARE5

Il proponente deve conservare la documentazione relativa alle autovetture dichiarate:

– documentidivenditae/oacquisto – documentazionetecnica.

Note:
1. Tra quelle elencate nella Tabella 2 dell’Allegato A alla deliberazione 27 ottobre 2011, EEN 9/11. 2. Di cui all’articolo 1, comma 1, dell’Allegato A alla deliberazione 27 ottobre 2011, EEN 9/11.
3. Di cui all’articolo 3 della deliberazione 27 ottobre 2011, EEN 9/11.
4. Di cui all’articolo 17 della deliberazione 27 ottobre 2011, EEN 9/11.
5. Eventualmente in aggiunta a quella specificata all’articolo 14, comma 3, dell’Allegato A alla

ottobre 2011, EEN 9/11.

— 144 —

deliberazione 27

2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

Allegato alla scheda tecnica n. 43E: procedura per il calcolo del risparmio di energia primaria

Premessa

L’obiettivo di questa scheda tecnica è quello di incentivare la vendita di autovetture ibride che integrano un motore a combustione interna con uno o più motori/generatori elettrici alimentati da uno o più sistemi di accumulo elettrico (batterie e/o supercondensatori). Infatti tali autovetture presentano consumi di energia primaria inferiori a quelli delle autovetture a combustione interna, nel seguito indicate come “convenzionali”. Il risparmio energetico dell’ autovettura ibrida viene calcolato rispetto a un autovettura “convenzionale“ di riferimento appartenente allo stesso segmento di mercato e che risponde allo standard di omologazione delle emissioni di inquinanti in vigore, attualmente EURO5.

La tecnologica dei veicoli stradali negli ultimi anni ha registrato una forte innovazione con notevoli miglioramenti delle prestazioni energetiche. Nel prossimo futuro, per ottemperare agli obblighi imposti dal Regolamento europeo 443/2009 che fissa a 130 gCO2/km l’emissione media del venduto nel 2015, le case automobilistiche si trovano di fronte alla necessità di migliorare le prestazioni ambientali e di consumo energetico del proprio parco auto. Una delle strategie attualmente seguite è il miglioramento dell’efficienza energetica dei motori “convenzionali” a benzina, a gasolio ed ibridi. Pertanto vi saranno sicuramente ulteriori sviluppi tecnologici che implicheranno una revisione della scheda non nel suo approccio metodologico, ma nei parametri di riferimento.

Procedura per il calcolo del risparmio annuo di energia primaria

Il Risparmio Specifico Lordo (RSL) ottenibile dalla vendita di un’ autovettura ibrida invece di una con alimentazione tradizionale è determinato dalla differenza tra il consumo specifico (consumo a km) dell’autovettura di riferimento ed il consumo specifico (consumo a km) dell’autovettura ibrida per la quale si sta valutando il risparmio energetico, moltiplicato per la percorrenza annua.

Il veicolo di riferimento viene definito per segmenti di mercato, considerando che le esigenze e preferenze dell’acquirente verso un veicolo non possono essere individuate da una sola caratteristica, quale per esempio la potenza del veicolo, ma da una serie di specifiche che possono essere raccolte e descritte per segmento di mercato.

La procedura di calcolo è applicabile solo alle autovetture appartenenti ai segmenti di mercato A,B,C,D.
Il Risparmio Specifico Lordo (RSL) di energia primaria per l’autovettura ibrida è dato dalla seguente formula:

RSL = [CS(VR) – CS(Vibrido)] · P / 106 (tep/anno)

Dove:
CS(VR) è il consumo specifico (per km) di energia primaria dell’autovettura di riferimento

[10-6 tep/km]
CS(Vibrido) è il consumo specifico (per km) di energia primaria, dell’autovettura ibrida

[10-6 tep/km]
P è la percorrenza media annua (km/anno) dell’autovettura. Le percorrenze annue per i

diversi segmenti di mercato, riportate nella Tabella seguente, sono state stimate come media pesata sul venduto delle percorrenze dei veicoli con diversa alimentazione, appartenenti al segmento in esame. I calcoli sono stati effettuati a partire dai dati dell’inventario delle emissioni stradali di ISPRA [1] e del parco circolante ACI [2].

— 145 —

2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

Le percorrenze sono ipotizzate uguali per la autovettura di riferimento e per l’autovettura ibrida, in quanto il numero di km percorsi dipende dalle abitudini del conducente che si suppone rimangano invariate.

I consumi di energia primaria: CS(VR) e CS(Vibrido) si ricavano a partire dai consumi di carburante in fase d’uso aggiungendo anche i consumi di energia per la produzione e trasporto del carburante. Nei paragrafi successivi vengono descritti in dettaglio gli algoritmi di calcolo dei consumi di energia primaria CS per le autovetture ibride e per quelle “convenzionali”.

Autovetture ibride

Il consumo di energia primaria delle vetture ibride si calcola secondo la seguente formula: CS(Vibrido) = CI · (1 + fprod-trasp) [10-6tep/km]

Dove CI è dato da:

CI = CSib/ 100 · · Pci · 1000 [10-6tep/km]

Dove:
CSib è il consumo di carburante dell’autovettura ibrida, espresso in l/100km, dichiarato dal

costruttore e pubblicato ogni anno, per tutte le autovetture presenti sul mercato italiano, dal

MiSE nella “Guida sul risparmio di carburanti e di emissioni di CO2 delle autovetture” [3]. è la densità del carburante espresso in [kg/l] pubblicata nel rapporto dello studio europeo

condotto dal JRC [4]
Pci è il potere calorifero inferiore del carburante espresso in [tep/t carburante] e pubblicato nel

Bilancio Energetico Nazionale [5]
Nella seguente Tabella si riportano per i diversi carburanti, i valori delle densità e dei poteri calorifici da utilizzare nel calcolo:

fprod-trasp è il rapporto tra energia primaria utilizzata per produrre e trasportare il carburante e l’energia contenuta nel carburante prodotto, pari a 0,10 per la benzina e 0,12 per il gasolio, come risulta sommando i valori riportati nel rapporto europeo del JRC [6] per le fasi di raffinazione e di trasporto dei carburanti.

Segmento

km/anno

A – CITY CAR

9.000

B – UTILITARIE

11.000

C – MEDIE

15.000

D – MEDIO GRANDI

18.000

carburante

(kg/l)

Pci (tep/t carburante)

benzina

0,745

1,05

gasolio

0,832

1,02

— 146 —

2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1 Autovetture di riferimento

I consumi specifici di energia primaria delle autovetture “convenzionali” di riferimento che devono essere utilizzati per il calcolo del risparmio energetico sono riportati nella Tabella 1 della presente scheda per i diversi segmenti di mercato.
Di seguito si descrive la procedura utilizzata per il calcolo di tali valori.

Il consumo di energia primaria CS(VR) delle autovetture “convenzionali” è dato dalla somma del consumo di energia in fase d’uso C(VR) e dei consumi di energia per la produzione e trasporto dei carburanti.
Il consumo di carburante C(VR) è calcolato come media dei consumi delle autovetture vendute nel 2011 e appartenenti allo stesso segmento di mercato della autovettura in esame. Non essendo disponibili dati di consumo disaggregati per segmenti, il calcolo è stato effettuato a partire dai dati di emissione media di CO2 e del numero di immatricolazioni per alimentazione, pubblicati da UNRAE [7], mediante la seguente formula:

Dove:

Em

j Immj

Timm Pci FE

C(VR) = Em · j (Immj · Pci j / FEj) /Timm [10-6tep/km]

è l’emissione media di CO2 delle autovetture appartenenti al segmento di mercato in esame [gCO2/km]
è il tipo di carburante: benzina, gasolio
è il numero di immatricolazioni di autovetture con alimentazione j del segmento di mercato in esame

è il totale delle immatricolazioni di vetture a benzina e gasolio del segmento di mercato in esame
sono i poteri calorifici inferiori espressi in [tep/t carburante] di benzina e gasolio, ricavati dal Bilancio Energetico Nazionale [5].

sono i fattori di emissione per unità di carburante pubblicati nella Guida degli Inventari delle Emissioni Nazionali della Comunità Europea [8] espressi in kg di CO2 per kg di carburante e riportati nella seguente Tabella:

carburante

FE
kg CO2/ kg carb.

Pci tep/t carb.

benzina

3,180

1,05

gasolio

3,140

1,02

L’energia primaria CS(VR) si ricava dal consumo in fase d’uso C(VR) secondo la formula:

CS(VR) = C(VR) · (1 + fprod-trasp) [10-6tep/km]

Dove:
fprod-trasp è il rapporto tra energia primaria utilizzata per produrre e trasportare il carburante e

l’energia contenuta nel carburante prodotto. In questo caso, trattandosi di consumi medi delle vetture nuove a benzina e gasolio per segmento di mercato, fprod-trasp si ottiene per ogni segmento facendo la media sulle immatricolazioni di benzina e gasolio dei fprod-trasp specifici, pari a 0,10 per la benzina e 0,12 per il gasolio [4].

I consumi specifici di energia primaria CS(VR) delle autovetture “convenzionali” di riferimento, così calcolati, sono riportati nella Tabella seguente:

— 147 —

2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

Segmento mercato

CS(VR) (10-6 tep/km)

A – CITY CAR

40,34

B – UTILITARIE

43,84

C – MEDIE

48,31

D – MEDIO GRANDI

58,07

Esempi di calcolo del risparmio annuo di energia primaria

Il Risparmio Specifico Lordo (RSL) di energia primaria conseguibile dall’uso di una autovettura ibrida, benzina-elettrica, piuttosto che una autovettura “convenzionale” è dato da:

RSL = (CS(VR) – CS(Vibrido)) · P / 106 [tep/anno]
Il consumo specifico di energia primaria di un’ autovettura ibrida appartenente al segmento C si

ottiene applicando la seguente formula:
CS(Vibrido) = (CSib/ 100 · · Pci · 1000) · (1 + fprod-trasp) [10-6tep/km]

Avendo assunto il consumo specifico in fase d’uso (CSib) pari a 3,8 l/100km e utilizzando i valori di densità, potere calorifero inferiore ed fprod-trasp riportati per la benzina nella Tabella 2 della scheda si ha:

CS(V ibrido) = (3,8 / 100) · 0,750 1,05 · 1000) · (1 + 0,10) = 32,92 [10-6tep/km]

Il consumo specifico di energia primaria dell’autovettura “convenzionale” CS(VR) è invece quello del segmento C riportato in Tabella 1 della scheda, pari a 48,31 10-6 tep/km.
Il Risparmio Specifico Lordo (RSL) di energia primaria, quindi, considerando che le percorrenze annue del segmento C sono di 15.000 km (da Tabella 1 della scheda) è:

RSL = (48,31 – 32,92) 15.000 / 106 = 230.850 / 106 = 0,231 tep/anno

Il mercato

Il mercato delle vetture ibride non è ancora su larga scala, infatti al 2011 ha rappresentato solo lo 0,3% del venduto. Tuttavia le vendite di autovetture ibride dal 2005 sono in forte crescita, anche se non costante; infatti non sembra che gli incentivi statali del 2007 e 2008 abbiano particolarmente influenzato il mercato, mentre gli incentivi 2009, molto più cospicui, invece, sono probabilmente stati determinanti per portare le vendite sopra le 7000 unità. Nel 2011, comunque, il numero di vetture ibride vendute non è crollato come nel caso di altre tipologie di vetture fortemente incentivate nel 2009, attestandosi sopra i 5000 veicoli.

Va comunque sottolineato che l’offerta di questa tecnologia è ancora limitata, in particolare per quanto riguarda i segmenti di vetture piccole, ma in forte espansione.

Stima dei risparmi

Il risparmio energetico unitario delle vetture ibride attualmente sul mercato, rispetto al veicolo di riferimento, va dal 13% al 34% che corrisponde ad un risparmio annuo a veicolo compreso tra 0,07 e 0,25 tep/vei-anno, pari a un risparmio sulla vita tecnica tra 0,7 e 2,5 tep/vei.

— 148 —

2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

Il risparmio medio a veicolo dell’80% delle vetture ibride vendute nel 2011 è pari a 2,2 tep/vei che evidenzia la preferenza accordata dagli acquirenti alle auto con migliori prestazioni energetiche. Negli ultimi anni il costo dei veicoli ibridi si è andato rapidamente avvicinando a quello dei corrispondenti veicoli “convenzionali”. Attualmente il prezzo delle vetture ibride è di poco superiore alle corrispettive a benzina, tra il 10% e il 15%, differenza che scende a pochi punti percentuali nel confronto con il gasolio.

Il maggior costo di acquisto comunque viene compensato dai minori consumi in fase d’uso; si stima il pay–back–time in un periodo variabile tra i 6 e i 10 anni, essendo funzione della tipologia di veicolo (medio o grande) e quindi della sua percorrenza annua.

Riferimenti bibliografici

  1. [1]  http://www.sinanet.isprambiente.it/it/inventaria/Gruppo%20inventari%20locali/datitrasporto1 990-2010.zip/view
  2. [2]  ACI: “Autoritratto 2010” (http://www.aci.it/laci/studi-e-ricerche/dati-e-statistiche/autoritratto/autoritratto-2010.html)
  3. [3]  Ministero dello Sviluppo Economico – Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare – Ministero Infrastrutture e Trasporti: “Guida 2012 al risparmio di carburanti e alle emissioni di CO2 delle auto” (http://www.sviluppoeconomico.gov.it/images/stories/documenti/GUIDA2012_CO2.pdf)
  4. [4]  JRC: “TANK-TO-WHEELS Report Version 2.c – March 2007” (http://ies.jrc.ec.europa.eu/uploads/media/WTW_Report_010307.pdf )
  5. [5]  MiSE: “Bilancio energetico nazionale 2010” (http://dgerm.sviluppoeconomico.gov.it/dgerm/ben/ben_2010.pdf)
  6. [6]  JRC: “WELL-TO-TANK Report Version 3.0 November 2008 context – APPENDIX 2 – Description and detailed energy and GHG balance of individual pathways” (http://ies.jrc.ec.europa.eu/jec-research-collaboration/downloads-jec.html)
  7. [7]  UNRAE: “L’auto 2011” sintesi statistica degli anni 2002 – 2011 (http://www.unrae.it/studi-e-statistiche/categorie/sintesi-statistica/item/2362-sintesi-2011)
  8. [8]  EEA: “EMEP/EEA air pollutant emission inventory guidebook – 2009” (http://www.eea.europa.eu/publications/emep-eea-emission-inventory-guidebook-2009)

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2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

Scheda tecnica n. 44E – Diffusione di autovetture alimentate a metano, per il trasporto di passeggeri.

1. ELEMENTI PRINCIPALI 1.1 Descrizione dell’intervento

Categoria di intervento1:

Vita Utile2
Vita Tecnica2 Settore di intervento: Tipo di utilizzo:

TRASP) Sistemi di trasporto: efficientamento energetico dei veicoli
U = 5 anni
T = 10 anni

Trasporto privato Trasporto passeggeri

Condizioni di applicabilità della procedura

La presente procedura promuove la diffusione delle autovetture alimentate a metano, sia solo a gas che a doppia alimentazione metano-carburante tradizionale (benzina o gasolio).
La procedura è applicabile solo alle autovetture appartenenti ai segmenti di mercato A,B,C,D

1.2 Calcolo del risparmio di energia primaria

Metodo di valutazione3 Valutazione standardizzata

Unità fisica di riferimento (UFR)2: autovettura

Risparmio Specifico Lordo (RSL) di energia primaria conseguibile per ogni unità fisica di riferimento appartenente al segmento di mercato X:

RSL = [CS(VR) – CS(Vmetano)] P / 106 (tep/anno/autovettura)

dove:
P è la percorrenza annua riportata in Tabella 1 (km/anno)
CS (VR) è il consumo di energia primaria per unità di percorrenza della autovettura di

riferimento, riportato in Tabella 1 (10-6tep/km)
CS (Vmetano) è il consumo di energia primaria per unità di percorrenza della autovettura a gas

(10-6tep/km)
I consumi di energia primaria delle autovetture a gas si calcolano a partire dai consumi in fase d’uso aggiungendo i consumi di energia per la distribuzione e compressione del metano.
Più precisamente il consumo di energia primaria è dato da:

CS (Vmetano) = (Cmetano / 100 · Pci) · (1 + fprod-trasp) (10-6tep/km)

dove:
Cmetano è il consumo di metano dell’autovettura in fase d’uso, espresso in m3/100km, dichiarato dal costruttore e pubblicato ogni anno, per tutte le autovetture presenti sul mercato italiano, dal MiSE nella “Guida sul risparmio di carburanti e di emissioni di CO2 delle autovetture”.
I valori dei coefficienti Pci, fprod-trasp, sono rispettivamente 819 tep/Mm3 e 0,07.

— 150 —

2-1-2013

Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE

Serie generale – n. 1

Segmento di mercato

CS(VR) 10-6 tep/km

P km/anno

A – CITY CAR

40,34

9.000

B – UTILITARIE

43,84

11.000

C – MEDIE

48,31

15.000

D – MEDIO GRANDI

58,07

18.000

Tabella 1: CS(VR) e P delle autovetture di riferimento per segmento

2.

DOCUMENTAZIONE DA CONSERVARE5

Coefficiente di addizionalità2: a = 100%

Coefficiente di durabilità2: = 1,87

Quote dei risparmi di energia primaria [tep/a]2: Risparmio netto contestuale (RNc) Risparmio netto anticipato (RNa) Risparmio netto integrale (RNI)

RNc = a · RSL · NUFR RNa = ( – 1) · RNc

RNI = RNc + RNa = · RNc

Titoli di Efficienza Energetica riconosciuti all’intervento4: Tipo II

Il proponente deve conservare la documentazione relativa alle autovetture dichiarate:

– documentidivenditae/oacquisto – documentazionetecnica.

Note

  1. TraquelleelencatenellaTabella2dell’AllegatoAalladeliberazione27ottobre2011,ENN9/11.
  2. Dicuiall’articolo1,comma1,dell’AllegatoAalladeliberazione27ottobre2011,ENN9/11.
  3. Dicuiall’articolo3,dell’AllegatoAalladeliberazione27ottobre2011,ENN9/11.
  4. Secondol’articolo29,comma2,delDECRETOLEGISLATIVO3marzo2011,n.28.
  5. Eventualmente in aggiunta a quella specificata all’articolo 14 dell’Allegato A alla deliberazione 27 ottobre 2011,

    ENN 9/11.

— 151 —

2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1 Allegato alla scheda tecnica n. 44E: procedura per il calcolo del risparmio di energia

primaria Premessa

L’obiettivo di questa scheda tecnica è quello di incentivare la vendita di autovetture a gas, qualora esse abbiano consumi di energia primaria inferiori a quelli delle autovetture con alimentazioni a benzina o gasolio, nel seguito indicate come “convenzionali”. Il risparmio energetico della autovettura a metano viene calcolato rispetto a un autovettura “convenzionale“ di riferimento appartenente allo stesso segmento di mercato e che risponde allo standard di omologazione delle emissioni di inquinanti in vigore, attualmente EURO5.

Alla luce dei continui progressi tecnologici delle case automobilistiche per aumentare l’efficienza energetica e ridurre l’impatto ambientale degli autoveicoli, sarà necessaria una revisione periodica dei parametri di riferimento della scheda.

Procedura per il calcolo del risparmio annuo di energia primaria

Il Risparmio di energia primaria (RSL) ottenibile dalla vendita di un’ autovettura alimentata a gas rispetto ad una con alimentazione tradizionale è determinato dalla differenza tra il consumo specifico (consumo a km) dell’ autovettura di riferimento ed il consumo specifico (consumo a km) dell’autovettura a gas per la quale si sta valutando il risparmio energetico, moltiplicato per la percorrenza annua.

Il risparmio energetico è valutato sulla base del segmento di mercato al quale appartiene l’autovettura a gas dichiarato dal costruttore.
La procedura di calcolo è applicabile solo alle autovetture appartenenti ai segmenti di mercato A,B,C,D.

Il Risparmio di energia primaria per l’autovettura a gas è dato dalla seguente formula: RSL = [CS(VR) – CS(Vmetano)] · P / 106 (tep/anno)

Dove:
CS(VR) è il consumo specifico (per km) di energia primaria dell’autovettura di riferimento

[10-6 tep/km]
CS(Vmetano) è il consumo specifico (per km) di energia primaria, dell’autovettura a gas [10-6 tep/km]

P è la percorrenza media annua (km/anno) dell’autovettura. Le percorrenze annue per i diversi segmenti di mercato, riportate nella Tabella seguente, sono state stimate come media pesata sul venduto delle percorrenze dei veicoli con diversa alimentazione, appartenenti al segmento in esame. I calcoli sono stati effettuati a partire dai dati dell’inventario delle emissioni stradali di ISPRA [1] e del parco circolante ACI [2]. Le percorrenze sono ipotizzate uguali per la autovettura di riferimento e per l’autovettura a gas, in quanto il numero di km percorsi dipende dalle abitudini del conducente che si suppone rimangano invariate.

I consumi di energia primaria: CS(VR) e CS(Vmetano) si ricavano a partire dai consumi in fase d’uso aggiungendo anche i consumi di energia per la produzione e trasporto per benzina e gasolio e la distribuzione e compressione per il metano.
Nei paragrafi successivi vengono descritti in dettaglio gli algoritmi di calcolo dei consumi di energia primaria CS per le diverse tipologie di autovetture.

— 152 —

2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

Segmento

km/anno

A – CITY CAR

9.000

B – UTILITARIE

11.000

C – MEDIE

15.000

D – MEDIO GRANDI

18.000

Autovetture a metano

Il consumo di energia primaria delle vetture alimentate a metano si calcola secondo la seguente formula:

Con:

Cmetano

Pci fprod-trasp

CS(Vmetano) =( Cmetano / 100 · Pci) · (1 + fprod-trasp) [10-6tep/km]

è il consumo di metano dell’autovettura, espresso in m3/100km, dichiarato dal costruttore e pubblicato ogni anno, per tutte le autovetture presenti sul mercato italiano, dal MiSE nella “Guida sul risparmio di carburanti e di emissioni di CO2 delle autovetture” [3].

è il potere calorifero inferiore del metano, pari a 819 tep/Mm3, come si ricava dal Bilancio Energetico Nazionale [4]
è il rapporto tra energia primaria utilizzata per la distribuzione e compressione del metano, pari a 0,07, come risulta sommando i valori riportati nel rapporto europeo del JRC [5].

Autovetture di riferimento

I consumi specifici di energia primaria delle autovetture “convenzionali” di riferimento che devono essere utilizzati per il calcolo del risparmio energetico sono riportati nella Tabella 1 della presente scheda per i diversi segmenti di mercato.
Di seguito si descrive la procedura utilizzata per il calcolo di tali valori.

Il consumo di energia primaria delle autovetture “convenzionali” è dato dalla somma del consumo di energia in fase d’uso e dei consumi di energia per la produzione e trasporto dei carburanti secondo la formula:

CS(VR) = C · (1 + fprod-trasp) [10-6tep/km]

Dove:
fprod-trasp è il rapporto tra energia primaria utilizzata per produrre e trasportare il carburante e

l’energia contenuta nel carburante prodotto, come risulta sommando i valori riportati nel

rapporto europeo del JRC [5] per le fasi di raffinazione e di trasporto dei carburanti.
C è l’energia consumata in fase d’uso calcolata come media dei consumi delle autovetture vendute nel 2011 e appartenenti allo stesso segmento di mercato della autovettura in esame. Non essendo disponibili dati di consumo, il calcolo è stato effettuato a partire dai dati di emissione media di CO2 e del numero di immatricolazioni per alimentazione,

pubblicati da UNRAE [6], mediante la seguente formula:
C = Em · j (Immj · Pci j / FEj) /Timm [10-6tep/km]

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2-1-2013

Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

Dove:

Em

j Immj

Timm Pci FE

è l’emissione media di CO2 delle autovetture appartenenti al segmento di mercato in esame [gCO2/km]
è il tipo di carburante: benzina, gasolio
è il numero di immatricolazioni di autovetture con alimentazione j del segmento di mercato in esame

è il totale delle immatricolazioni di vetture a benzina e gasolio del segmento di mercato in esame
sono i poteri calorifici inferiori espressi in [tep/t carburante] di benzina e gasolio, ricavati dal Bilancio Energetico Nazionale [4].

sono i fattori di emissione per unità di carburante pubblicati nella Guida degli Inventari delle Emissioni Nazionali della Comunità Europea [7] espressi in kg di CO2 per kg di carburante e riportati nella seguente Tabella:

carburante

FE
kg CO2 per kg carb.

Pci tep/t carb.

benzina

3,180

1,05

gasolio

3,140

1,02

I consumi specifici di energia primaria CS(VR) delle autovetture “convenzionali” di riferimento, così calcolati, sono riportati nella Tabella seguente.

Esempio di calcolo del risparmio annuo di energia primaria

Il Risparmio di energia primaria conseguibile dalla vendita di una autovettura alimentata a metano, piuttosto che una autovettura “convenzionale” è dato da:

RSL = [CS(VR) – CS(Vmetano)] · P / 106 [tep/anno]
Il consumo specifico di energia primaria di una autovettura alimentata a metano appartenente al

segmento D si ottiene applicando la seguente formula:
CS(Vmetano) = (Cmetano/ 100 · Pci) · (1 + fprod-trasp) [10-6tep/km]

Avendo assunto il consumo specifico in fase d’uso (Cmetano) pari a 6,6 m3/100km e utilizzando i valori di potere calorifero inferiore ed fprod-trasp pari a 819 tep/Mm3 e 0,07 si ha:

CS(Vmetano) = (6,6 / 100 · 819) · (1 + 0,07) = 57,838 [10-6 tep/km]

Il consumo specifico di energia primaria dell’autovettura “convenzionale” CS(VR) è invece quello del segmento D riportato in Tabella 1 della scheda, pari a 58,07 10-6 tep/km.
Il Risparmio di energia primaria, quindi, considerando che le percorrenze annue del segmento D sono di 18.000 km (da Tabella 1 della scheda) è:

Segmento mercato

CS(VR) (10-6 tep/km)

A – CITY CAR

40,34

B – UTILITARIE

43,84

C – MEDIE

48,31

D – MEDIO GRANDI

58,07

— 154 —

2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

RSL = (58,07 – 57,84) 18.000 / 106 = 4.140 / 106 = 0,004 tep/anno

Si deve sottolineare che i consumi di energia primaria delle autovetture a metano sono in genere maggiori dei consumi delle vetture convenzionali, nonostante il minore consumo in fase di compressione del gas rispetto alla fase di raffinazione dei carburanti. Pertanto al momento potranno beneficiare dei TEE solo pochissimi modelli. L’esempio riportato prende in considerazione consumi tra i più bassi delle vetture a gas attualmente sul mercato.

Stima dei risparmi

Le vendite di autovetture alimentate a metano hanno avuto una forte crescita negli anni 2007-2010 grazie agli ecoincentivi statali, in particolare nel periodo da febbraio 2009 a fine marzo 2010 durante il quale, grazie agli ecoincentivi molto cospicui del DL n.5/2009, le immatricolazioni di autovetture a metano hanno raggiunto il 9% del venduto. Dopo un calo delle vendite nel 2011, nei primi 9 mesi del 2012 si è registrato un aumento di circa il 40% rispetto allo stesso periodo del 2011 [8].

Il 90% delle vendite, nel 2011, ha riguardato vetture con un consumo medio superiore al veicolo di riferimento di circa 0,1 tep/anno/vei, mentre il restante 10% ha coinvolto vetture con consumi ancora superiori (+0,2 tep/anno/vei).

Nei primi nove mesi del 2012, le vetture a metano vendute hanno in media un consumo superiore del 30% alle vetture di riferimento, e solo l’1,5% delle vendite ha un consumo inferiore al veicolo di riferimento.
Alla luce di questi dati e delle considerazioni sopra riportate, nel caso in cui non si prefigurino cambiamenti sostanziali del mercato o miglioramenti decisivi nelle prestazioni energetiche delle autovetture a metano, è difficile immaginare la possibile emissione di TEE verso questo tipo di vetture.

Riferimenti bibliografici

  1. [1]  http://www.sinanet.isprambiente.it/it/inventaria/Gruppo%20inventari%20locali/datitrasporto19 90-2010.zip/view
  2. [2]  ACI: “Autoritratto 2010” (http://www.aci.it/laci/studi-e-ricerche/dati-e-statistiche/autoritratto/autoritratto-2010.html)
  3. [3]  MinisterodelloSviluppoEconomico-Ministerodell’AmbienteedellaTuteladelTerritorioe del Mare – Ministero Infrastrutture e Trasporti: “Guida 2012 al risparmio di carburanti e alle emissioni di CO2 delle auto” (http://www.sviluppoeconomico.gov.it/images/stories/documenti/GUIDA2012_CO2.pdf)
  4. [4]  MiSE:“Bilancioenergeticonazionale2010” (http://dgerm.sviluppoeconomico.gov.it/dgerm/ben/ben_2010.pdf)
  5. [5]  JRC: “WELL-TO-TANK Report Version 3.0 November 2008 context – APPENDIX 2 – Description and detailed energy and GHG balance of individual pathways” (http://ies.jrc.ec.europa.eu/jec-research-collaboration/downloads-jec.html)
  6. [6]  UNRAE: “L’auto 2011” sintesi statistica degli anni 2002 – 2011 (http://www.unrae.it/studi-e-statistiche/categorie/sintesi-statistica/item/2362-sintesi-2011)
  7. [7]  EEA:“EMEP/EEAairpollutantemissioninventoryguidebook–2009” (http://www.eea.europa.eu/publications/emep-eea-emission-inventory-guidebook-2009)
  8. [8]  UNRAE: “Top 10 per alimentazione settembre 2012” http://www.unrae.it/rae-servizi/item/2410-struttura-del-mercato-%E2%80

— 155 —

2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

Scheda tecnica n. 45E – Diffusione di autovetture alimentate a GPL per il

trasporto di passeggeri.

1. ELEMENTI PRINCIPALI 1.1 Descrizione dell’intervento

Categoria di intervento1:

Vita Utile2
Vita Tecnica2 Settore di intervento: Tipo di utilizzo:

TRASP) Sistemi di trasporto: efficientamento energetico dei veicoli
U = 5 anni
T = 10 anni

Trasporti
Trasporto passeggeri

Condizioni di applicabilità della procedura

La presente procedura promuove la diffusione delle autovetture alimentate a GPL, sia solo a gas che a doppia alimentazione GPL-carburante tradizionale (benzina o gasolio).
La procedura è applicabile solo alle autovetture appartenenti ai segmenti di mercato A,B,C,D.

1.2 Calcolo del risparmio di energia primaria

Metodo di valutazione3 Valutazione standardizzata

Unità fisica di riferimento (UFR)2: autovettura

Risparmio Specifico Lordo (RSL) di energia primaria conseguibile per ogni unità fisica di riferimento appartenente al segmento di mercato X:

RSL = [CS(VR) – CS(VGPL)] P / 106 (tep/anno/autovettura)

dove:
P è la percorrenza annua riportata in Tabella 1 (km/anno)
CS (VR) è il consumo di energia primaria per unità di percorrenza della autovettura di riferimento,

riportato in Tabella 1 (10-6tep/km)
CS (VGPL) è il consumo di energia primaria per unità di percorrenza della autovettura a GPL

(10-6tep/km)
I consumi di energia primaria delle autovetture a GPL si calcolano a partire dai consumi in fase d’uso aggiungendo i consumi di energia per la distribuzione e compressione dei carburanti.
Più precisamente il consumo di energia primaria è dato da:

CS (VGPL) = (C / 100 · Pci · 1000) · (1 + fprod-trasp) (10-6tep/km)

dove:
C è il consumo di GPL dell’autovettura in fase d’uso, espresso in l/100km, dichiarato dal costruttore e pubblicato ogni anno, per tutte le autovetture presenti sul mercato italiano, dal MiSE nella “Guida sul risparmio di carburanti e di emissioni di CO2 delle autovetture”
I valori dei coefficienti: , Pci, fprod-trasp, sono riportati in Tabella 2.

— 156 —

2-1-2013

Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE

Serie generale – n. 1

Segmento di mercato

CS(VR) 10-6 tep/km

P km/anno

A – CITY CAR

40,34

9.000

B – UTILITARIE

43,84

11.000

C – MEDIE

48,31

15.000

D – MEDIO GRANDI

58,07

18.000

Tabella 1: CS(VR) e P delle autovetture di riferimento per segmento

Tabella 2: Coefficienti per il calcolo dei CS(VGPL) dei veicoli a GPL

Carburante

Pci

(kg/l)

fprod-trasp

GPL

1,10 tep/t

0,538

0,03

2.

DOCUMENTAZIONE DA CONSERVARE5

Coefficiente di addizionalità2: a = 100%

Coefficiente di durabilità2: = 1,87

Quote dei risparmi di energia primaria [tep/a]2: Risparmio netto contestuale (RNc) Risparmio netto anticipato (RNa)

Risparmio netto integrale (RNI)

RNc = a · RSL · NUFR RNa = ( – 1) · RNc

RNI = RNc + RNa = · RNc

Titoli di Efficienza Energetica riconosciuti all’intervento4: Tipo II

Il proponente deve conservare la documentazione relativa alle autovetture dichiarate:

– documentidivenditae/oacquisto – documentazionetecnica.

Note:

  1. TraquelleelencatenellaTabella2dell’AllegatoAalladeliberazione27ottobre2011,EEN9/11.
  2. Dicuiall’articolo1,comma1,dell’AllegatoAalladeliberazione27ottobre2011,EEN9/11.
  3. Dicuiall’articolo3,dell’AllegatoAalladeliberazione27ottobre2011,EEN9/11.
  4. Secondol’articolo29,comma2,delDECRETOLEGISLATIVO3marzo2011,n.28.
  5. Eventualmenteinaggiuntaaquellaspecificataall’articolo14dell’AllegatoAalladeliberazione27ottobre2011,

    EEN 9/11.

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2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

Allegato alla scheda tecnica n. 45E: procedura per il calcolo del risparmio di energia primaria

Premessa

L’obiettivo di questa scheda tecnica è quello di incentivare la vendita di autovetture a GPL, con o senza doppia alimentazione a benzina o gasolio, qualora esse abbiano consumi di energia primaria inferiori a quelli delle autovetture con alimentazioni a benzina o gasolio, nel seguito indicate come “convenzionali”. Il risparmio energetico della autovettura a gas viene calcolato rispetto a un autovettura “convenzionale“ di riferimento appartenente allo stesso segmento di mercato e che risponde allo standard di omologazione delle emissioni di inquinanti in vigore, attualmente EURO5. Alla luce dei continui progressi tecnologici delle case automobilistiche per aumentare l’efficienza energetica e ridurre l’impatto ambientale degli autoveicoli, sarà necessaria una revisione periodica dei parametri di riferimento della scheda.

Procedura per il calcolo del risparmio annuo di energia primaria

Il Risparmio di energia primaria (RSL) ottenibile dalla vendita di un’autovettura alimentata a GPL rispetto ad una con alimentazione tradizionale è determinato dalla differenza tra il consumo specifico (consumo a km) dell’ autovettura di riferimento ed il consumo specifico (consumo a km) dell’autovettura a gas per la quale si sta valutando il risparmio energetico, moltiplicato per la percorrenza annua.

Il risparmio energetico è valutato sulla base del segmento di mercato al quale appartiene l’autovettura a gas dichiarato dal costruttore.
La procedura di calcolo è applicabile solo alle autovetture appartenenti ai segmenti di mercato A,B,C,D.

Il Risparmio di energia primaria per l’autovettura a gas è dato dalla seguente formula: RSL = [CS(VR) – CS(VGPL)] · P / 106 (tep/anno)

Dove:
CS(VR) è il consumo specifico (per km) di energia primaria dell’autovettura di riferimento

[10-6 tep/km]
CS(VGPL) è il consumo specifico (per km) di energia primaria, dell’autovettura a GPL [10-6 tep/km]

P è la percorrenza media annua (km/anno) dell’autovettura. Le percorrenze annue per i diversi segmenti di mercato, riportate nella Tabella seguente, sono state stimate come media pesata sul venduto delle percorrenze dei veicoli con diversa alimentazione, appartenenti al segmento in esame. I calcoli sono stati effettuati a partire dai dati dell’inventario delle emissioni stradali di ISPRA [1] e del parco circolante ACI [2]. Le percorrenze sono ipotizzate uguali per la autovettura di riferimento e per l’autovettura a gas, in quanto il numero di km percorsi dipende dalle abitudini del conducente che si suppone rimangano invariate.

I consumi di energia primaria: CS(VR) e CS(VGPL) si ricavano a partire dai consumi in fase d’uso aggiungendo anche i consumi di energia per la produzione e trasporto per benzina e gasolio e la distribuzione e compressione per il GPL.
Nei paragrafi successivi vengono descritti in dettaglio gli algoritmi di calcolo dei consumi di energia primaria CS per le diverse tipologie di autovetture.

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2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

Segmento

km/anno

A – CITY CAR

9.000

B – UTILITARIE

11.000

C – MEDIE

15.000

D – MEDIO GRANDI

18.000

Autovetture a GPL

Il consumo di energia primaria delle vetture alimentate a GPL si calcola secondo la seguente formula:

Dove CI è dato da:

CS(VGPL) = CI · (1 + fprod-trasp) [10-6tep/km] CI = C / 100 · · Pci · 1000 [10-6tep/km]

Con:
C è il consumo di GPL dell’autovettura, espresso in l/100km, dichiarato dal costruttore e

pubblicato ogni anno, per tutte le autovetture presenti sul mercato italiano, dal MiSE nella

“Guida sul risparmio di carburanti e di emissioni di CO2 delle autovetture” [3].
è la densità del GPL, pari a 0,538 kg/l [4]
Pci è il potere calorifero inferiore del GPL, pari a 1,1 tep/t, come si ricava dal Bilancio

Energetico Nazionale [5]
fprod-trasp è il rapporto tra energia primaria utilizzata per la distribuzione e compressione del GPL e

l’energia in fase d’uso. Tale rapporto per il GPL è pari a 0,03, come risulta sommando i valori riportati nel rapporto europeo del JRC [6].

Autovetture di riferimento

I consumi specifici di energia primaria delle autovetture “convenzionali” di riferimento che devono essere utilizzati per il calcolo del risparmio energetico sono riportati nella Tabella 1 della presente scheda per i diversi segmenti di mercato.
Di seguito si descrive la procedura utilizzata per il calcolo di tali valori.

Il consumo di energia primaria delle autovetture “convenzionali” è dato dalla somma del consumo di energia in fase d’uso e dei consumi di energia per la produzione e trasporto dei carburanti secondo la formula:

CS(VR) = C · (1 + fprod-trasp) [10-6tep/km]

Dove:
fprod-trasp è il rapporto tra energia primaria utilizzata per produrre e trasportare il carburante e

l’energia contenuta nel carburante prodotto, come risulta sommando i valori riportati nel

rapporto europeo del JRC [6] per le fasi di raffinazione e di trasporto dei carburanti.
C è l’energia consumata in fase d’uso calcolata come media dei consumi delle autovetture vendute nel 2011 e appartenenti allo stesso segmento di mercato della autovettura in esame. Non essendo disponibili dati di consumo, il calcolo è stato effettuato a partire dai dati di emissione media di CO2 e del numero di immatricolazioni per alimentazione,

pubblicati da UNRAE [7], mediante la seguente formula:

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2-1-2013

Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

Dove:

Em

j Immj

Timm Pci FE

C = Em · j (Immj · Pci j / FEj) /Timm [10-6tep/km]

è l’emissione media di CO2 delle autovetture appartenenti al segmento di mercato in esame [gCO2/km]

è il tipo di carburante: benzina, gasolio
è il numero di immatricolazioni di autovetture con alimentazione j del segmento di mercato

in esame
è il totale delle immatricolazioni di vetture a benzina e gasolio del segmento di mercato in esame

sono i poteri calorifici inferiori espressi in [tep/t carburante] di benzina e gasolio, ricavati dal Bilancio Energetico Nazionale [5]
sono i fattori di emissione per unità di carburante pubblicati nella Guida degli Inventari delle Emissioni Nazionali della Comunità Europea [8] espressi in kg di CO2 per kg di carburante e riportati nella seguente Tabella:

carburante

FE
kg CO2 per kg carb.

Pci tep/t carb.

benzina

3,180

1,05

gasolio

3,140

1,02

I consumi specifici di energia primaria CS(VR) delle autovetture “convenzionali” di riferimento, così calcolati, sono riportati nella Tabella seguente.

Segmento mercato

CS(VR) (10-6 tep/km)

A – CITY CAR

40,34

B – UTILITARIE

43,84

C – MEDIE

48,31

D – MEDIO GRANDI

58,07

Esempi di calcolo del risparmio annuo di energia primaria

Si riportano di seguito due esempi di calcolo del risparmio annuo di energia primaria: il primo relativo ad un’autovettura appartenente al segmento B ed il secondo ad una appartenente al segmento D.
Il risparmio di energia primaria conseguibile dalla vendita di un’autovettura alimentata a GPL piuttosto che una autovettura “convenzionale” è dato da:

RSL = [CS(VR) – CS(VGPL)] · P / 106 [tep/anno]
Il consumo specifico di energia primaria di un’ autovettura a GPL appartenente al segmento B si

ottiene applicando la seguente formula:
CS(VGPL) = (CGPL/ 100 · · Pci · 1000) · (1 + fprod-trasp) [tep/anno]

Dove la densità è pari 0,538 kg/l, il potere calorifico inferiore Pci a 1,1 tep/t e fprod-trasp a 0,03.

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2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

Autovettura a GPL di segmento A

Assumendo un consumo specifico in fase d’uso (CGPL) di 5,6 l/100km, si ha:
CS(VGPL) = (5,6 / 100) 0,538 · 1,1 · 1000 · (1+0,03) = 34,14 [10-6tep/km]

Il consumo specifico di energia primaria dell’autovettura “convenzionale” CS(VR) è, invece, riportato nella Tabella 1 della scheda ed è pari a 40,34 10-6 tep/km.
Il Risparmio di energia primaria, quindi, essendo le percorrenze annue del segmento A uguali a 11.000 km (da Tabella 1 della scheda) è:

RSL = [(40,34 – 34,14) 9.000] / 106 = 55,80/ 106 = 0,056 tep/anno

Autovettura a GPL di segmento B

Assumendo un consumo specifico in fase d’uso (CGPL) di 5,8 l/100km, si ha:
CS(VGPL) = (5,8 / 100) 0,538 · 1,1 · 1000 · (1+0,03) = 35,35 [10-6tep/km]

Il consumo specifico di energia primaria dell’autovettura “convenzionale” CS(VR) è, invece, riportato nella Tabella 1 della scheda ed è pari a 43,84 10-6 tep/km.
Il Risparmio di energia primaria, quindi, essendo le percorrenze annue del segmento B uguali a 18.000 km (da Tabella 1 della scheda) è:

RSL = [(43,84 – 35,35) 11.000] / 106 = 93.39 / 106 = 0,093 tep/anno

Il mercato

Le vendite di autovetture alimentate a GPL hanno avuto una fortissima crescita negli anni 2007- 2010 grazie agli ecoincentivi statali, in particolare nel periodo da febbraio 2009 a fine marzo 2010 durante il quale, grazie agli ecoincentivi molto cospicui del DL n.5/2009, le immatricolazioni di autovetture GPL hanno raggiunto il 23% del venduto. Nel 2011 le vendite di vetture GPL sono scese, rimanendo comunque al di sopra delle vendite degli anni precedenti le manovre incentivanti. Nei primi nove mesi del 2012 si è registrata un’impennata delle vendite di questa tipologia di autovetture con un incremento rispetto allo stesso periodo del 2011 pari a + 124%. Infatti hanno raggiunto quasi le 92.000 unità [9], dimostrando l’attrattività di questo tipo di veicoli, grazie al minor prezzo del GPL, rispetto a quello di benzina e gasolio.

E’ presumibile, quindi, che il numero di vendite non crolli ulteriormente nei prossimi anni, anche se il mercato dell’auto nel suo complesso sta vivendo un momento di forte crisi.

Stima dei risparmi

Guardando nel dettaglio la struttura del mercato delle vetture GPL [10], si nota che le autovetture vendute nel 2011 sono per la maggior parte appartenenti ai segmenti A e B. Il 43% delle vendite, pari a circa 24.000 vetture, ha riguardato autovetture che mediamente risultano avere un risparmio in energia primaria pari a 0,025 tep/vei-anno rispetto alle vetture di riferimento come definite nella scheda.

Nei primi 9 mesi del 2012 [9], invece, il risparmio medio che risulta dalle vendite delle vetture GPL si è più che dimezzato, essendo state vendute vetture meno efficienti dell’anno precedente.

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2-1-2013 Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

Considerando le vetture più vendute, pari a quasi 40.000 vetture (il 45% delle vendite), il consumo specifico medio è solo di 0,014 tep/vei-anno inferiore a quello dei veicoli di riferimento.
Quindi, adottare delle misure per orientare il mercato verso veicoli più efficienti può produrre un risparmio energetico che altrimenti difficilmente potrebbe essere raggiunto. Infatti, nel panorama dell’offerta molto varia di vetture a GPL, esistono modelli, anche se non rientrano tra i più venduti, che hanno un consumo di energia primaria inferiore al veicolo di riferimento anche del 15-20%, che tradotto in risparmio annuo può arrivare anche a 0,1 tep/vei-anno pari a circa 1 tep/veicolo nel corso della sua vita. Se il mercato si spostasse più verso queste autovetture, i risparmi energetici potrebbero essere ben più consistenti.

Riferimenti bibliografici

  1. [1]  ISPRA: “Trasporto su strada. Rapporto 124/2010” (Dati Trasporto 1990 – 2009: http://www.sinanet.isprambiente.it/it/inventaria/Gruppo%20inventari%20locali/datitrasporto19 90-2009.zip/view)
  2. [2]  ACI: “Autoritratto 2010” (http://www.aci.it/laci/studi-e-ricerche/dati-e-statistiche/autoritratto/autoritratto-2010.html)
  3. [3]  MinisterodelloSviluppoEconomico-Ministerodell’AmbienteedellaTuteladelTerritorioe del Mare – Ministero Infrastrutture e Trasporti: “Guida 2012 al risparmio di carburanti e alle emissioni di CO2 delle auto” http://www.sviluppoeconomico.gov.it/images/stories/documenti/GUIDA2012_CO2.pdf
  4. [4]  Commissioneeconomicaperl’EuropadelleNazioniUnite(UN/ECE):“Regolamenton. 101/2007” (GU L 158/34 del 19/06/2007)
  5. [5]  MiSE:“Bilancioenergeticonazionale2010” (http://dgerm.sviluppoeconomico.gov.it/dgerm/ben/ben_2010.pdf)
  6. [6]  JRC: “WELL-TO-TANK Report Version 3.0 November 2008 context – APPENDIX 2 – Description and detailed energy and GHG balance of individual pathways” (http://ies.jrc.ec.europa.eu/jec-research-collaboration/downloads-jec.html)
  7. [7]  UNRAE: “L’auto 2011” sintesi statistica degli anni 2002 – 2011 (http://www.unrae.it/studi-e-statistiche/categorie/sintesi-statistica/item/2362-sintesi-2011)
  8. [8]  EEA:“EMEP/EEAairpollutantemissioninventoryguidebook–2009” (http://www.eea.europa.eu/publications/emep-eea-emission-inventory-guidebook-2009)
  9. [9]  UNRAE: “Top 10 per alimentazione settembre 2012” (http://www.unrae.it/studi-e-statistiche/categorie/dati-statistici/item/2406-top-10-per- alimentazione-settembre-2012 )
  10. [10]  UNRAE: “Top 10 per alimentazione dicembre 2011” (http://www.unrae.it/rae-servizi/item/2239-top-10-per-alimentazione-dicembre-2011)

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Scheda tecnica n. 46E – Pubblica illuminazione a led in zone pedonali: sistemi

basati su tecnologia a led in luogo di sistemi preesistenti con lampade a vapori di

mercurio

1. ELEMENTI PRINCIPALI 1.1 Descrizione dell’intervento

Categoria di intervento1:

Vita Utile2: Vita Tecnica2:

Settore di intervento: Tipo di utilizzo:

IPUB-RET) applicazione di dispositivi per l’efficientamento di impianti esistenti (retrofit) IPUB-NEW) illuminazione pubblica: nuovi impianti

iefficienti o rifacimento completa degli esistenti U = 5 anni
T = 10 anni per IPUB-RET
T = 15 anni per IPUB-NEW

Terziario
Riduzione dei consumi di energia elettrica nella pubblica illuminazione

Condizioni di applicabilità della procedura

La presente scheda si applica all’installazione di sistemi illuminanti basati su tecnologia led montati su pali o supporti similari, al fine di ottenere un’illuminazione omogenea e a basso contrasto di aree aperte al pubblico non destinate al traffico veicolare.
La procedura si applica unicamente all’installazione di sistemi illuminanti a led in sostituzione di sistemi esistenti con lampade a vapori di mercurio, sia nel caso di riprogettazione dell’impianto con installazione di nuovi pali, sia mediante l’installazione dei sistemi a led su pali esistenti. Ciascun sistema a led (lampada, ottica e ausiliari) deve avere efficienza luminosa non inferiore a 68 lm/W. La procedura si applica alle aree pedonali, isole pedonali, piazze interdette alla circolazione dei veicoli. Non si applica ad impianti al di fuori della pubblica illuminazione, sebbene aperti al pubblico. Non si applica in ogni caso a installazioni sportive, parcheggi, aree portuali e aeroportuali destinate al carico/scarico merci. Non si applica sistemi del tipo fari, torri a faro e a sistemi di illuminazione dal basso.

1.2 Calcolo del risparmio di energia primaria

Metodo di valutazione3 Valutazione standardizzata

Unità fisica di riferimento (UFR)2 Sistema illuminante a led

Risparmio Specifico Lordo (RSL) di energia primaria (10-3 tep/anno/sistema) conseguibile per singola unità fisica di riferimento; si ricava dalla tabella sottostante in funzione della potenza dell’installando sistema illuminante a led P (W) e della presenza o meno del regolatore di flusso nella situazione pre-intervento

(tep/anno)

Risparmio lordo (RL) di energia primaria 6

RL = RSL · N jj

dove:
Nj= numero di sistemi illuminanti a led installati nella classe di potenza j; RSLj= risparmio specifico lordo per la classe di potenza j;

j 1

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Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE

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Caso 1: installazione in luogo di impianti non dotati di regolatore di flusso luminoso

j

Pj (W)

RSLj (10-3tep/anno/sistema)

1

<30

13,0

2

40

25,3

3

60

36,7

4

80

47,5

5

100

57,5

6

>100

66,7

Caso 2: installazione in luogo di impianti dotati di regolatore di flusso luminoso

j

Pj (W)

RSLj (10-3tep/anno/sistema)

1

<30

10,4

2

40

20,2

3

60

29,4

4

80

38,0

5

100

46,0

6

>100

53,3

Per valori di potenza intermedi tra quelli proposti, si procede in entrambi i casi per interpolazione lineare.

2. NORME TECNICHE DA RISPETTARE

  • –  Dispostoarticolo6,decretiministeriali20/07/04es.m.i.
  • –  UNI11356:2010CaratterizzazionefotometricadegliapparecchidiilluminazioneaLED
  • –  UNIEN13032-1:2012Luceeilluminazione-Misurazioneepresentazionedeidatifotometrici

    di lampade e apparecchi di illuminazione – Parte 1: Misurazione e formato di file

  • –  UNI 10819:1999 Luce e illuminazione – Impianti di illuminazione esterna. Requisiti per la

    limitazione della dispersione verso l’alto del flusso luminoso

  • –  UNI11248:2007Illuminazionestradale-Selezionedellecategorieilluminotecniche
  • –  UNIEN13201-2:2004Illuminazionestradale-Parte2:Requisitiprestazionali
  • –  UNIEN13201-3:2004Illuminazionestradale-Parte3:Calcolodelleprestazioni
  • –  UNIEN13201-4:2004Illuminazionestradale-Parte4:Metodidimisurazionedelleprestazioni

    fotometriche

Coefficiente di addizionalità2: a = 100%

Coefficiente di durabilità per applicazioni nel settore IPUB-RET2 =1,87 Coefficiente di durabilità per applicazioni nel settore IPUB-NEW2 =2,65

Quote dei risparmi di energia primaria [tep/a]2: Risparmio netto contestuale (RNc) Risparmio netto anticipato (RNa) Risparmio netto integrale (RNI)

RNc = a · RSL · NUFR RNa = ( – 1) · RNc

RNI = RNc + RNa = · RNc

Titoli di Efficienza Energetica riconosciuti all’intervento4: Tipo I

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Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

3.

– –

4.

DOCUMENTAZIONE SUPPLEMENTARE DA CONSERVARE5

Nome, indirizzo e numero telefonico di ogni soggetto/ente titolare del sito per cui la scheda si applica.
Fatturediacquistoconspecificadeicomponenti.
Documentazione relativa al preesistente sistema di illuminazione: numero, disposizione e tipologia dei corpi illuminanti, fotografie dell’impianto preesistente. Nel solo caso in cui alla data di pubblicazione della scheda il nuovo impianto sia già stato realizzato, e si ricada nelle possibilità di poter richiedere titoli di efficienza energetica ai sensi della disciplina in vigore nella stessa data, in mancanza della documentazione sul preesistente impianto potrà essere redatta dal detentore o dal gestore dell’impianto un’autocertificazione contenente almeno la tipologia dei corpi illuminanti e il numero degli stessi.

DOCUMENTAZIONE SUPPLEMENTARE DA TRASMETTERE6

Planimetria e caratteristiche degli apparecchi illuminanti impiegati (scheda tecnica con indicazione di marca, modello, potenza).
Note

  1. TraquelleelencatenellaTabella2dell’AllegatoAalladeliberazione27ottobre2011,EEN9/11.
  2. Dicuiall’articolo1,comma1,dell’AllegatoAalladeliberazione27ottobre2011,EEN9/11.
  3. Dicuiall’articolo3dell’AllegatoAalladeliberazione27ottobre2011,EEN9/11.
  4. Dicuiall’articolo17dell’AllegatoAalladeliberazione27ottobre2011,EEN9/11.
  5. Eventualmente in aggiunta a quella specificata all’articolo 14 dell’Allegato A alla deliberazione 27 ottobre 2011,

    EEN 9/11.

  6. Eventualmente in aggiunta a quella specificata all’articolo 13 dell’Allegato A alla deliberazione 27 ottobre 2011,

    EEN 9/11.

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Allegato alla scheda tecnica n. 46E: procedura per il calcolo del risparmio di energia primaria

Premessa

Il consumo di energia elettrica per pubblica illuminazione (p.i.) nell’anno 2010 è stato pari a 6,4 TWh, poco più del 2% sui consumi finali di energia elettrica. Il costo della p.i. si può stimare fra il 15% ed il 25% del totale delle spese energetiche di un ente locale e si può avvicinare al 50% di quelle elettriche.

Le riduzioni dei consumi di energia elettrica ottenibili mediante interventi di razionalizzazione energetica nel settore della pubblica illuminazione possono derivare da una serie di elementi, spesso in combinazione tra loro, quali maggiore efficienza delle sorgenti (LED nel caso specifico), maggiore efficienza del corpo illuminante (ottiche, riflettori e altro), migliore progettazione illuminotecnica dell’impianto nel suo complesso. Tali riduzioni possono talvolta essere consistenti e vanno pertanto perseguite e, nel caso ciò non avvenga naturalmente, adeguatamente incentivate.

Il meccanismo dei certificati bianchi presenta già alcune schede semplificate dedicate alla p.i. La presente proposta di scheda va parzialmente a coprire le zone non destinate al traffico motorizzato, nell’ottica di spingersi verso un completamento del quadro di supporto alla p.i.
In particolare la scheda si rivolge, adottando una metodologia semplificata, alla sostituzione di corpi illuminanti con lampade a vapori di mercurio con sistemi a led. Riguardo gli impianti basati su altre tecnologie, in particolare quelli con lampade a vapori di sodio, si rimanda a successivi approfondimenti ed eventualmente schede.

Parte delle considerazioni di seguito sviluppate sono basate sui risultati della sezione D del rapporto “Metodologie per la definizione di risparmi energetici, nell’ambito del meccanismo dei titoli di efficienza energetica, attraverso metodologie semplificate” elaborato da FIRE-ENEA all’interno della Ricerca di sistema elettrico nell’anno 2010.

Potenziale di sviluppo e barriere alla diffusione

Il potenziale di sviluppo della tecnologia led nell’illuminazione in generale è senz’altro notevole, come peraltro evidenziato nel recente rapporto della società Frost & Sullivan “World LED Lighting Market”; nel lavoro si rileva che il mercato globale dei led per illuminazione ha prodotto entrate per circa 343 milioni di euro nel 2010 e stima che questa cifra supererà i 1.300 milioni di euro nel 2017. Le potenzialità della tecnologia a led nel settore illuminazione appaiono notevoli: dai dati disponibili da letteratura a metà 2010 e da indagini condotte nello stesso anno (vedi rapporto seguente) si riteneva ragionevole stimare per i dispositivi a led una presenza che poteva raggiungere al massimo l’1% sul totale installato.

Il numero di punti luce con lampade a vapori di mercurio, secondo una stima dell’anno 2005 (P.Van Tichelen et. al., 2007: Final Report, Public street lighting, DGTREN), ammontava a 5.760.000 su un totale di 9 milioni di punti luce; le lampade a vapori di sodio risultavano 2.520.000. Il resto era composto per lo più da lampade ad alogenuri metallici, sodio a bassa pressione e fluorescenti lineari. Considerando un tasso di sostituzione delle lampade a vapori di mercurio con lampade a vapori di sodio del 3%, si giunge per l’anno 2012 alla seguente ripartizione indicativa: 55% lampade a vapori di mercurio, 37% lampade a vapori di sodio ad alta pressione, 8% altro. Sebbene la scheda sia rivolta alle sole aree pedonali, con i vincoli riportati nelle “condizioni di applicabilità della procedura” e tenuto conto che la tecnologia a vapori di mercurio, sebbene non rappresenti più la tecnologia di riferimento sul mercato, continua ad essere largamente presente nel campo della p.i., si ravvisano interessanti opportunità di azione in particolare per gli enti locali, eventualmente in un contesto di efficientamento più ampio dell’impiantistica delle proprietà dell’ente stesso.

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Tra le barriere si rilevano principalmente il costo d’acquisto e la complessità nel campo della p.i. di adattare soluzioni a led ad armature esistenti (i.e. semplice retrofit), con la necessità di sostituire l’intero corpo illuminante o, talvolta, di implementare una nuova palificazione.
Tra le barriere non economiche si ravvisa la scarsa conoscenza della tecnologia, alimentata da dubbi risultati ottenuti relativi a prodotti di scarsa qualità dal punto di vista illuminotecnico o implementazioni su reti di p.i. esistenti non svolte a regola d’arte.

Dal punto di vista della conoscenza si rileva tuttavia che l’illuminazione a led sta conquistando notevole spazio nella stampa specialistica, e un certo interesse da parte delle associazioni di categoria; si segnalano tra l’altro gli apporti scientifici della Ricerca di sistema elettrico (a cura di vari soggetti tra cui RSE, ENEA, FIRE, Università).

La tecnologia

Sebbene la nascita del primo led risalga al 1920, in Russia, l’innovazione che ha permesso ai led di essere oggi impiegati nell’illuminotecnica è dovuta ai lavori di S.Nakamura, negli anni novanta, che riuscì ad ottenere la tonalità bianca con l’utilizzo del nitruro di gallio e della tecnologia dei fosfori per il rivestimento del chip. L’evoluzione tecnologica a fini illuminotecnici può collocarsi invece principalmente negli ultimi anni.

I led consentono risparmi, a parità d’uso finale, fino all’80% di energia elettrica rispetto a una lampada a incandescenza, hanno una durata di vita superiore a 50.000 ore, bassi costi di manutenzione, e buona affidabilità, visto che in caso di danneggiamento di parte degli elementi il resto della sorgente luminosa continua a funzionare. Altre caratteristiche sono le basse potenze richieste, che consentono agli apparecchi a led di essere alimentati da energia elettrica prodotta da piccoli impianti alimentati da fonti rinnovabili (ad esempio per sistemi di illuminazione non connessi alla rete elettrica o per la segnaletica stradale), i bassi costi di manutenzione, la direzionalità della luce emessa.

Un aspetto importante da sottolineare è l’assenza di sostanze tossiche e nocive, che consente ai led di essere smaltiti tra i rifiuti indifferenziati. Diversamente dalle lampade a scarica, non contengono né i fosfori presenti nei tubi fluorescenti, né gas tossici e inquinanti come i vapori di mercurio.
I bassi ingombri e pesi, unitamente alla semplicità della struttura del prodotto, sono inoltre caratteristiche che portano a ridurre l’impatto che il led esercita sull’ambiente.

Le modalità applicative dei led nel settore illuminazione sono principalmente due: applicazioni in retrofit o sostituzione totale dell’apparecchio illuminante. Per la p.i. la modalità in genere adottata è la seconda, impiegando quando possibile il supporto (in genere un palo) presente in precedenza. Un problema importante, che limita le applicazioni in retrofit, è l’energia termica sviluppata dalla lampada, difficile da dissipare nelle armature preesistenti.

Calcolo del risparmio di energia primaria conseguibile per singola unità fisica di riferimento

Nell’ottica di fornire all’operatore una procedura di semplice applicazione, senza dover ricorrere a misurazioni dirette come è nello spirito delle procedure standardizzate, il calcolo dei risparmi è stato condotto a parità di flusso utile, sotto definite condizioni e per definite tipologie di applicazione, riportate nelle “condizioni di applicabilità della procedura”.

Il risparmio specifico lordo è calcolato come segue:

RSL= (PRIFe- PLEDe) · fE · h [10-3tep/anno/sistema]

Dove:
PLEDe = Potenza effettiva del corpo illuminante a led PRIFe = Potenza effettiva di baseline

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Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 1

fE h

= fattore di conversione pari a 0,187 · 10-3 tep/kWh, come previsto dalla delibera EEN 3/08 dell’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas;
= ore annue di funzionamento;

Le potenze effettive tengono conto dei consumi accessori.
Come tecnologia di riferimento, da cui il pedice “RIF”, si è considerata la tecnologia a vapori di sodio ad alta pressione (SAP), che sebbene non sia rappresentativa della totalità dell’installato, costituisce odiernamente la tecnologia di riferimento nel caso di interventi di sostituzione di lampade nel settore della p.i. I risparmi attribuiti dalla presente scheda alla sostituzione di sistemi con lampade a vapori di mercurio con nuovi sistemi a led non sono i risparmi effettivamente ottenibili, ma quelli che si otterrebbero rispetto alla tecnologia di riferimento, ossia lampade a vapori di sodio (dunque risparmi energetici inferiori).
Si ipotizza, per una corretta attribuzione dei risparmi, una sostituzione a parità di flusso utile, ossia:

LED= SAP

Con:
LED = flusso luminoso corpo a led RIF = SAP = flusso luminoso SAP

Tali flussi sono stati espressi in funzione di vari parametri tra cui i fattori di manutenzione, di utilizzazione. Per le relazioni e parte dei dati impiegati si è fatto riferimento ai seguenti rapporti, a cui si rimanda per eventuali approfondimenti e riferimenti: “Preparatory Studies for Eco-design Requirements of EuPs” a cura di P.Van Tichelen, T.Geerken, B.Jansen, M.Vanden Bosch, V.Van Hoof, L.Vanhooydonck, A.Vercalsteren svolto all’interno del Contract TREN/D1/40- 2005/LOT9/S07.56457, agli studi condotti dalla società ERSE (ora RSE) sulle procedure di valutazione dei risparmi (in particole al rapporto a cura di Alabiso et.al. “Studi di supporto all’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas nel meccanismo dei certificati bianchi nell’Applicazione dei Decreti sul risparmio energetico. Attività svolte nel 2007”), ai Documenti di Consultazione Pubblicati dall’Autorità in occasione delle proposte di nuove schede e a dati commerciali (in particolare al Documento di consultazione 24/10/04).

LED = f (UF LED, LMF LED, LLMF LED, LLO LED) RIF= f (UF RIF, LMF RIF, LLMFRIF, LLO RIF)

Con:
UF = “Utilization Factor”;
LMF = “luminaire maintenance factor”; LLMF = “lamp lumen maintenance factor”; LLO = “Lamp lumen output”.

Uguagliando e semplificando si giunge a una relazione che esprime la potenze P in funzione della potenza del corpo a led. Fatto ciò, per vari valori di PLED si ricavano le PRIFe e le PLEDe.
Per la determinazione delle potenze effettive si è proceduto come segue:
Per PRIFe si fa riferimento alla relazione considerata nel DCO 27/10/04 per le lampade a vapori di sodio; il DCO è stato propedeutico alla realizzazione della scheda tecnica n. 18 “Sostituzione di lampade a vapori di mercurio con lampade a vapori di sodio ad alta pressione negli impianti di Pubblica Illuminazione”:

Estrapolando un analogo legame

PRIFe = 1,2 · PRIF – 0,00046 · PRIF2

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Supplemento ordinario n. 1 alla GAZZETTA UFFICIALE

Serie generale – n. 1

si determina

e, di conseguenza:

PLEDe= f(PLED) P= PRIFe – PLEDe

RSL= P· fE · h [10-3tep/anno/sistema]

I valori di risparmio nel caso di assenza di regolatori di flusso luminoso nella situazione ante- intervento sono riportati in Tabella 1. Le ore di funzionamento sono determinate in 4.200 h/anno.

Caso 1: assenza di regolatore di flusso luminoso nell’impianto precedente

P [W]

RSL (10-3tep/anno/sistema)

<30 W

13,0

40

25,3

60

36,7

80

47,5

100

57,5

>100

66,7

Tabella 1: RSL in assenza di regolatore di flusso luminoso nella situazione pre-intervento

Per il caso di presenza di regolatori di flusso luminoso nella situazione pre-intervento si è fatto riferimento al numero di ore equivalenti adottato nel DCO del 27/10/04 per il calcolo dei risparmi della scheda n.3 (successivamente pubblicata come scheda n.18) relativamente al “Caso 2 sostituzione in presenza di un regolatore di flusso”. I valori di risparmio sono riportati nella seguente tabella 2:

Caso 2: presenza di regolatore di flusso luminoso nell’impianto precedente

P [W]

RSL (10-3tep/anno/sistema)

<30 W

10,4

40

20,2

60

29,4

80

38,0

100

46,0

>100

53,3

Tabella 2: RSL in presenza di regolatore di flusso luminoso nella situazione pre-intervento

Per valori di potenza intermedi tra quelli proposti, si procede in entrambi i casi per interpolazione lineare.

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Scheda tecnica n. 47E – Sostituzione di frigoriferi, frigocongelatori, congelatori, lavabiancheria, lavastoviglie con prodotti analoghi a più alta efficienza

1. ELEMENTI PRINCIPALI 1.1 Descrizione dell’intervento

Categoria di intervento1:

Vita utile2:
Vita Tecnica2: Settore di intervento: Tipo di utilizzo:

CIV-ELET ) Settori residenziale e terziario: elettrodomestici per il lavaggio e per la conservazione dei cibi
U = 5 anni
T = 15 anni

Domestico
Riduzione dei consumi di energia elettrica degli elettrodomestici

Condizioni di applicabilità della procedura

La scheda si applica nella sostituzione di frigoriferi, frigo-congelatori, congelatori verticali, congelatori orizzontali o a pozzetto, lavabiancheria, lavastoviglie con prodotti analoghi a più alta efficienza.

1.2 Calcolo del risparmio di energia primaria

Metodo di valutazione3 Valutazione standardizzata

Unità fisica di riferimento (UFR)2: N. 1 frigorifero, frigo-congelatore, congelatore verticale, congelatore orizzontale o a pozzetto, lavabiancheria, lavastoviglie

Risparmio specifico lordo (RSL) di energia primaria conseguibile per singola unità fisica di riferimento; si ricava dalla tabella sottostante in funzione della classe di efficienza e della tipologia di elettrodomestico

Classe

RSL [tep/anno/elettrodomestico]

Frigoriferi: A++ 6,358 x 10-3 A+++ 12,716 x 10-3

Frigo-congelatori: A++ 12,903 x 10-3 A+++ 25,806 x 10-3

Congelatori verticali: A++ 11,220 x 10-3 A+++ 22,253 x 10-3

Congelatori orizzontali o a pozzetto: A++ 11,407 x 10-3 A+++ 23,001 x 10-3

Lavatrici: Capacità (kg) A++ 4

A+++ 4 A++ 4,5 A+++ 4,5 A++ 5 A+++ 5 A++ 5,5 A+++ 5,5 A++ 6 A+++ 6 A++ 7 A+++ 7 A++ 8 A+++ 8 A++ 9

3,14 x 10-3 5,83 x 10-3 3,45 x 10-3 6,40 x 10-3 3,75 x 10-3 6,97 x 10-3 4,06 x 10-3 7,54 x 10-3 4,37 x 10-3 8,11 x 10-3 4,98 x 10-3 9,25 x 10-3 5,60 x 10-3 10,40 x 10-3 6,21 x 10-3

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A+++ 9 A++ 10 A+++ 10 A++ 11 A+++ 11

11,54 x 10-3 6,83 x 10-3 12,68 x 10-3 7,44 x 10-3 13,83 x 10-3

Lavastoviglie: Capacità (coperti) A+ 5

A++ 5 A+++ 5 A+ 6 A++ 6 A+++ 6 A+ 8 A++ 8 A+++ 8 A+ 9 A++ 9 A+++ 9 A+ 10 A++ 10 A+++ 10 A+ 11 A++ 11 A+++ 11 A+ 12 A++ 12 A+++ 12 A++ 13 A+++ 13 A++ 14 A+++ 14 A++ 15 A+++ 15

4,44 x 10-3 8,32 x 10-3 11,64 x 10-3 4,88 x 10-3 9,15 x 10-3 12,81 x 10-3 5,77 x 10-3 10,81 x 10-3 15,14 x 10-3 6,21 x 10-3 11,64 x 10-3 16,30 x 10-3 6,65 x 10-3 12,47 x 10-3 17,46 x 10-3 7,10 x 10-3 13,31 x 10-3 18,63 x 10-3 7,54 x 10-3 14,14 x 10-3 19,79 x 10-3 7,22 x 10-3 13,41 x 10-3 7,33 x 10-3 13,61 x 10-3 7,44 x 10-3 13,81 x 10-3

Procedura per la determinazione del Numero di Unità Fisiche di Riferimento (NUFR)

Il NUFR può essere determinato attraverso:

  •  Documentazione a consuntivo;
  •  Stima tramite il numero di unità immesse sul mercato italiano5 (di seguito sell-in);
  •  Stima tramite indagine campionaria sulle vendite al dettaglio.

    Il NUFR stimato tramite il sell-in sarà decurtato sia del numero di unità esportate e invendute desunto dalle statistiche ufficiali, riportato nella Tabella 1, sia del numero di unità desunto attraverso la documentazione a consuntivo, al fine di evitare il doppio conteggio delle unità.

    Fonte: Elaborazione ENEA su dati PROMETEIA
    Tabella 1 – Quota di sell-in esportata e invenduta

    Il NUFR stimato tramite indagine campionaria sarà decurtato sia dell’errore di campionamento stimato sia del numero di unità desunto attraverso la documentazione a consuntivo al fine di evitare il doppio conteggio delle unità.

Tipologia

Quota sell-in esportata

Quota sell-in invenduta

Libera installazione

5%

5%

Incasso

25%

5%

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Coefficiente di addizionalità2: a = 100%

Coefficiente di durabilità2: = 2,65

Quote annue dei risparmi di energia primaria [tep/a]2:
Risparmio netto contestuale (RNc): RNc = a · RSL · NUFR Risparmio netto anticipato (RNa): RNa = ( -1) · RNc Risparmio netto integrale (RNI):

RNI = RNc + RNa = · RNC

Tipi di Titoli di Efficienza Energetica riconosciuti all’intervento4: Tipo I

2. NORME TECNICHE DA RISPETTARE

  • –  Articolo 6, decreti ministeriali 20 luglio 2004 e s.m.i.
  • –  Gli elettrodomestici devono essere etichettati secondo quanto previsto dal Regolamento Delegato

    (UE) N. 1059/2010, 1060/2010 e 1061/2010 della Commissione del 28 settembre 2010 che integra la direttiva 2010/30/UE del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda l’etichettatura indicante il consumo d’energia e s.m.i.

  • –  L’indagine campionaria sulle vendite al dettaglio deve essere eseguita da imprese non partecipanti, partecipate, controllanti, controllate ovvero collegate al soggetto titolare del progetto e operanti nel settore delle Ricerche di mercato e sondaggi di opinione6 da almeno 10 anni.
  • –  Il piano di campionamento adottato per l’indagine campionaria sulle vendite al dettaglio deve prevedere almeno una doppia stratificazione per grandi ripartizioni geografiche italiane e canali di vendita al dettaglio, di seguito definite:

Grandi ripartizioni geografiche italiane:

  •  Nord-ovest: Piemonte, Valle D’Aosta, Lombardia, Liguria;
  •  Nord-est: Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna;
  •  Centro: Toscana, Umbria, Marche, Lazio;
  •  Sud e isole: Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna.

    Canali di vendita al dettaglio:
    1) Grande distribuzione: devono essere incluse nella rilevazione:

    •  Le imprese non specializzate a prevalenza alimentare, di cui: – Ipermercati7;
    •  Le imprese non specializzate a prevalenza non alimentare:
      – Grandemagazzino;
      – Esercizio non specializzato di computer, periferiche, attrezzature per le

      telecomunicazioni, elettronica di consumo audio e video, elettrodomestici8;

    •  Le grandi superfici specializzate9.

      2) Non grande distribuzione: devono essere inclusi nella rilevazione:

Punti di vendita operanti su piccola superficie10;

3) Mobilieri (che vendono più di 15 cucine l’anno).

Inoltre, il campione dovrà considerare, senza stratificazione per grandi ripartizioni geografiche, italiane anche il canale di vendita al dettaglio dei pure players con dominio italiano (.it) che vendono online prodotti di informatica, elettronica di consumo, elettrodomestici e telefonia.

  • –  L’errore di campionamento massimo accettato per il NUFR stimate è pari al 5% ad un livello di confidenza minimo del 98%.
  • –  L’errore di campionamento massimo accettato sulla quota di mercato detenuta dal soggetto titolare del progetto è pari al 2% ad un livello di confidenza minimo del 98%.

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3.

4.

– –

5.

DOCUMENTAZIONE DA TRASMETTERE

Nel caso di determinazione del NUFR tramite documentazione a consuntivo:
Archivio informatizzato per ciascuna tipologia di elettrodomestico del NUFR, con suddivisione tra apparecchi a libera installazione e apparecchi da incasso, marca, classe energetica e, ove previsto, capacità.

Nel caso di determinazione del NUFR tramite il sell-in:
Archivio informatizzato per ciascuna tipologia di elettrodomestico del sell-in con suddivisione tra apparecchi a libera installazione e apparecchi da incasso, marca, classe energetica e, ove previsto, capacità.

Nel caso di determinazione del NUFR tramite indagine campionaria sulle vendite al dettaglio:

  • –  Archivio informatizzato per ciascuna tipologia di elettrodomestico sia del sell-in sia del NUFR stimate con suddivisione tra apparecchi a libera installazione e apparecchi da incasso, marca,

    classe energetica, capacità11, errore di campionamento e relativo livello di confidenza;

  • –  Nome dell’impresa che ha eseguito l’indagine campionaria;
  • –  Piano di campionamento adottato;
  • –  Quota di mercato stimata detenuta dal proponente, relativo errore di campionamento e livello di

    confidenza.

    DOCUMENTAZIONE SUPPLEMENTARE DA CONSERVARE

    Nel caso di determinazione del NUFR tramite documentazione a consuntivo:

    •  Nome, cognome, codice fiscale, indirizzo e recapito telefonico di ogni cliente partecipante;
    •  Fatture di acquisto con specifica dei componenti.

      Nel caso di determinazione del NUFR tramite il sell-in: Documentazione contabile del sell-in dichiarato.

      Nel caso di determinazione del NUFR tramite indagine campionaria:

    •  Documentazione contabile del sell-in dichiarato;
    •  Indagine campionaria da cui è stata estratta la documentazione trasmessa;
    •  Nominativo di un referente dell’impresa che ha eseguito l’indagine campionaria.

      CHIARIMENTI APPLICATIVI

A titolo di esempio, se il sell-in dichiarato per i frigoriferi ad incasso di classe A++ di marca XY è pari a 100.000 e il NUFR desunto attraverso la documentazione a consuntivo per i frigoriferi ad incasso di classe A++ di marca XY è pari a 20.000, il NUFR considerato ai fini del rilascio dei Titoli di Efficienza Energetica (TEE) sarà pari a:

100.000 – (100.000 · 0.25) – (100.000 · 0.05) – 20.000 = 50.000.

A titolo di esempio, se il NUFR stimato tramite indagine campionaria per i congelatori verticali a libera installazione di classe A+++ di marca YZ è pari a 50.000 ± 3% ad un livello di confidenza del 98% e il NUFR desunto attraverso la documentazione a consuntivo per i congelatori verticali a libera installazione di classe A+++ di marca YZ è pari a 12.000, il NUFR considerato ai fini del rilascio dei Titoli di Efficienza Energetica (TEE) sarà pari a:

50.000 – (50.000 · 0.03) – 12.000 = 36.500.

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Serie generale – n. 1

Note:
1 Tra quelle elencate nella Tabella 2 dell’Allegato A alla deliberazione 27 ottobre 2011, EEN 9/11.
2 Di cui all’articolo 1, comma 1, dell’Allegato A alla deliberazione 27 ottobre 2011, EEN 9/11.
3 Di cui all’articolo 3 della deliberazione 27 ottobre 2011, EEN 9/11.
4 Di cui all’articolo 17 della deliberazione 27 ottobre 2011, EEN 9/11.
5 Si intende la prima transazione commerciale ad un cliente italiano.
6 Classificazione ATECO 2007, codice M.73.20.
7 Esercizio di vendita al dettaglio con superficie di vendita superiore a 2.500 metri quadrati, articolato in reparti

(alimentari e non alimentari), ciascuno dei quali avente, rispettivamente, le caratteristiche di supermercato e di grande

magazzino.
8 In entrambi i casi si tratta di un esercizio di vendita al dettaglio di prodotti quasi esclusivamente non alimentari, che

dispone generalmente di una superficie di vendita superiore a 400 mq e offre un assortimento di prodotti appartenenti a diversi settori merceologici (quali, ad esempio, elettronica di consumo, elettrodomestici, abbigliamento, mobili, articoli per la casa).

9 Sono definite come imprese commerciali che attuano la vendita, attraverso esercizi in sede fissa, di una tipologia unica o prevalente di prodotti non alimentari, su una superficie di vendita generalmente superiore ai 400 metri quadrati con caratteristiche organizzative proprie della grande distribuzione.

10 Punto di vendita specializzato, non appartenente alla grande distribuzione, caratterizzato da una superficie inferiore ai 400 metri quadrati.

11 Ove previsto.

12A13722

MARCO MANCINETTI, redattore DELIA CHIARA, vice redattore (WI-GU-2012-SON-192) Roma, 2013 – Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A. – S.

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